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Draghi striglia il Governo e la Borsa soffre

FIRSTonline

Si apprezzano l’euro e la lira turca, mentre cala il petrolio e Piazza Affari chiude in maglia nera in Europa, -0,56%, 20.846 punti, una seduta altalenante, incassando anche il monito di Mario Draghi: “le parole hanno provocato danni e i tassi sono saliti per famiglie e imprese. Ora aspettiamo i fatti, prevalentemente la legge di bilancio e la successiva discussione parlamentare”.

In seguito a Draghi il clima è migliorato sul secondario rispetto alla mattinata e, in chiusura, lo spread fra decennale italiano e tedesco è sceso dell’1,75% a 236.10 punti base; rendimento 2,78%. Nonostante ciò le esternazioni politiche da parte dei vice premier Di Maio e Salvini sono proseguite nel pomeriggio, con toni piuttosto accesi contro esponenti di spicco dell’Unione Europea, ma fortunatamente senza rilevare troppo sul mercato del debito.

Le banche centrali di fatto hanno dominato la scena odierna, offrendo materiale di riflessione ai mercati e influendo sull’andamento delle varie monete. La Bce ha confermato la propria politica: QE fino a dicembre e tassi fermi, al minimo, fino all’estate 2019 o comunque fino a quando sarà necessario. Ha inoltre limato al ribasso le previsioni sul Pil e confermato quelle sull’inflazione, ribadendo che la maggior fonte d’incertezza per la crescita deriva dal protezionismo. La Banca centrale inglese ha lasciato i tassi invariati allo 0,75%. Le novità più rilevanti sono arrivate dalla banca centrale turca, che ha alzato i tassi d’interesse al 24% dal 17,75%, contro le attese al 21% e in autonomia rispetto ai desiderata del presidente Erdogan. In questo quadro: la lira recupera terreno sul dollaro e la Borsa di Istanbul chiude in rialzo del 2,4%. Il biglietto verde risulta sottotono, anche in conseguenza di un dato sull’inflazione di agosto inferiore alle attese (+0,2% contro +0,3% previsto). L’euro sale in area 1,168 sulla moneta statunitense, resta invariato contro la sterlina (0,891).

Chiudono in ordine sparso le altre piazze europee: Francoforte +0,19%; Parigi -0,08%; Madrid +0,24%; Londra -0,4%; Zurigo +0,04%.

Wall Street apre in verde e si muove in progresso, sostenuta dalla conferma che Stati Uniti e Cina prevedono un nuovo incontro per discutere delle questioni commerciali. Contribuiscono al sentiment positivo anche gli ultimi dati sull’inflazione americana, perché riducono i timori di un surriscaldamento dell’economia e di una Fed lanciata verso nuove strette. Un rialzo del costo del denaro da parte della banca centrale Usa sembra scontato al termine della prossima riunione del 26 settembre, ma suggerisce anche una certa prudenza sul futuro. Fra i vari settori sulla piazza di New York viaggiano ben intonati i tecnologici, guidati da Apple, dopo il lancio dei nuovi prodotti. La società di Cupertino guarda con attenzione al tema dazi, perché, sostiene, ha un ampia gamma di prodotti che potrebbe essere colpita dalle tariffe.

Dopo la crescita delle scorse sedute, il petrolio va in picchiata: Brent -1,98%, 77,34 dollari al barile; Wti -2,33%, 67,07 dollari.

Fra i petroliferi di Piazza Affari s’inabissa Saipem, -5,01%, dopo il recente rally e con le dimissioni del Chief Financial and Strategy Officer Giulio Bozzini. Sulla sponda negativa del listino si collocano anche Campari, -4,6%; Cnh -2,57%; Moncler -2,31%. Sotto i riflettori Poste, -2,55%, insieme a Eni, -0,19%, in seguito all’ipotesi che i due gruppi possano entrare in Alitalia.

Rialza la testa Stm, +2,26%, dopo ila presentazione dei nuovi iPhone da parte del cliente Apple. Fra le banche si apprezzano Banco Bpm, +0,96% e Unicredit +0,57%. Quest’ultima anche grazie ai positivi movimenti in Turchia. Procede Ferrari, +0,53%. Bene Ricordati +0,29%.

Fra i titoli minori la Juventus scende dello 0,53%, nel giorno dell’approvazione dei risultati 2017/2018 che si chiudono con una perdita di 19,2 milioni di euro, contro l’utile di 42,6 milioni registrato al 30 giugno 2017.

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Categories: Finanza e Mercati