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Draghi sostiene Piazza Affari, record dei Btp

La spinta ai Paesi periferici arrivata dalle dichiarazioni di Draghi sostiene i listini di Milano e Madrid e gli spread del debito governativo. Piazza Affari chiude la prima seduta del 2015 in rialzo dello 0,62%, in compagnia di Madrid, che segna +0,8%, mentre il resto dei principali indici europei arretra: Londra -0,28%, Parigi -0,48% e Francoforte -0,42%.

Dopo un avvio positivo i listini europei hanno perso terreno scivolando in territorio negativo sulla scia del dato sulla produzione manifatturiera della zona euro: l’indice Pmi si è attestato a dicembre a 50,6 punti sotto la stima flash che indicava 50,8. Si conferma la contrazione in Francia e In Italia, con l’indice a 48,4 al minimo da 19 mesi, mentre la Germania registra ancora una crescita della produzione modesta.

Le piazze periferiche sono state però sostenute dalle parole di Mario Draghi che in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Handelsblatt ha affermato che il rischio di deflazione non è escluso e che la Bce è “nella fase tecnica di preparazione per modificare le dimensioni, la velocità e la composizione delle nostre misure all’inizio del 2015, se queste dovessero essere necessarie, per reagire a un periodo troppo lungo di bassa inflazione”. Frasi che lasciano pensare a un aumento delle probabilità di un varo a breve dell’ acquisto di titoli di Stato su larga scala (Quantotative leasing).

Le parole di Draghi hanno avuto ripercussioni sugli spread periferici con il Btp-bund in calo a 125 punti base e il rendimento al nuovo minimo storico dall’introduzione dell’euro a 1,8%, mentre lo spread tra Bund e Bonos è sceso sotto quota 100. Ma anche il rendimento dell’obbligazione a cinque anni tedesca è calato per la prima volta sotto lo zero.

Il secondo effetto si è avuto sull’euro, che si è indebolito ancora sul dollaro. Il cambio euro dollaro è sceso a 1,2011 (-0,77%) aggiornando i nuovi minimi sul dollaro da oltre quattro anni e mezzo. Il rafforzamento del dollaro ha appesantito nel pomeriggio l’andamento del prezzo del petrolio: il Wti nel pomeriggio è sceso fino a 52,03 dollari al barile segnando il livello più basso da inizio maggio 2009. Anche il Brent ha aggiornato nuovi minimi scendendo fino a 55,48 dollari, anch’esso sui minimi dal maggio 2009. Le notizie in arrivo da Cina, dove l’indice Pmi di dicembre è sceso ai minimi di un anno, e Libia, dove un porto è tornato alla normalità, offrono spunti speculativi. Nel corso del pomeriggio il Wti ha riguadagnato terreno e alla chiusura dell’Europa viaggiava in rialzo dello 0,30% a 53,43 dollari al barile.

Dopo un avvio positivo, Wall Street ha invertito la rotta lasciando spazio alle prese di beneficio in una giornata di dati macro sotto le attese. Il Dow Jones cede lo 0,13% e l’S&P500 lo 0,20%. A sorpresa, le spese per costruzioni negli Stati Uniti, nel mese di novembre 2014, hanno registrato un calo, cedendo lo 0,3% rispetto al mese precedente, contro attese per una crescita dello 0,4%q. Ha deluso anche l’indice manifatturiero Ism di dicembre che si è fermato a 55,5 punti.

A Piazza Affari corrono Bpm (+5,07%), Mps (+2,43%) e Banco Popolare (+2,39%). In evidenza Atlantia, secondo miglior titolo del Ftse Mib (+3,16%), e Autogrill (+2,16%). Si sgonfia invece Wdf (+1,88%) che nella seduta era stato spinto oltre il 3% da un’indiscrezione diffusa dall’agenzia Reuters, secondo cui la famiglia Benetton sarebbe disposta a diluire la propria quota anche sotto il 30% del capitale per facilitare l’integrazione con un partner industriale.

Tra i titoli a minore capitalizzazione guadagna Bialetti (+5,46%) dopo l’accordo di ristrutturazione del debito con le banche creditrici, che comprende anche un aumento di capitale da 14,2 milioni di euro (di cui Bialetti Holding sottoscriverà fino a 9,1 milioni). Oggi la società ha fatto sapere che “tutte le condizioni sospensive si sono avverate e l’intesa è divenuta pertanto efficace secondo i termini previsti”. Tra i peggiori del Ftse Mib si segnalano Campari (-2,23%), Yoox (-2,07%) e Cnh Industrial (-1,72%).

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