L’aria di recessione ormai evidente sui cieli di Germania, la locomotiva d’Europa, ma che fa capolino in Asia e negli Usa (per la prima volta dal 2009 frena l’occupazione nei servizi) stimola la ricerca di strade nuove che superino i limiti dei tassi bassi, necessari ma non sufficienti. Mario Draghi, ormai in uscita dalla Bce, si concede un’incursione impensabile fino a pochi mesi fa. Citando il report presentato a Jackson Hole dal suo antico maestro Stanley Fisher, Draghi ha ieri detto al Parlamento Europeo che le banche centrali, vista la situazione, dovrebbero pensare di mettere direttamente i soldi nelle tasche di chi li spende, pubblici o privati che siano. Per ora solo una provocazione, domani toccherà a Christine Lagarde.
LA CINA SMENTISCE (A META’) IL SUO BITCOIN
Intanto la Cina fa sapere che non lancerà a breve una criptovaluta dopo che per tutta la giornata erano circolate voci il tal senso. Ma la smentita non ha convinto anche perché Pechino parla di “notizie in parte false”. Nel comunicato della People Bank of China viene anche negato che Alibaba e Tencent saranno le prime aziende ad utilizzare il nuovo sistema di pagamento. La banca centrale non ha smentito di essere al lavoro su questo tema, anche perché ci sono stati segnali dell’impegno su questo fronte. Intanto proseguono le operazioni repo della Fed di New York per innaffiare di liquidità il mercato. Insomma, mentre non si sblocca la guerra dei dazi e il prezzo del petrolio in calo segnala che le preoccupazioni per la crisi del Golfo hanno lasciato spazio ai timori per il calo della domanda globale, le banche centrali sono al lavoro. Ma soluzioni, per ora, non si vedono.
In questo quadro i mercati si accingono a vivere una giornata che potrebbe rivelarsi turbolenta sul fronte della Brexit e per Donald Trump nel mirino per le manovre anti-Biden in Ucraina. Ieri il presidente non ha retto alla tentazione di presentarsi all’Onu mentre andava in scena l’ovazione per Greta Turnberg. Una scena da Hollywood.
In Asia stanotte, le azioni hanno rialzato la testa dopo i forti ribassi in Europa. ma già ieri sera Wall Street aveva chiuso in lieve rialzo, mostrando una buona tenuta alle pessime indicazioni sull’economia della Germania arrivate ieri in mattinata.
NUOVA MULTA PER GHOSN: 15 MILIONI DI DOLLARI
L’indice Hang Seng della Borsa di Hong Kong è in rialzo dello 0,3%, lo Shanghai Composite guadagna lo 0,7%, il Nikkei di Tokyo lo 0,2%.
Il renminbi della Cina si assesta a 7,11 su dollaro, dopo che il governatore della banca centrale Yi Gang ha ridimensionato le aspettative di ulteriori stimoli monetari.
Nissan e il suo ex amministratore delegato Carlos Ghosn hanno raggiunto un accordo con la Security and Exchange Commission: Goshn dovrà pagare un milione di dollari di multa e Nissan 15 milioni.
Salta per ora la firma del trattato commerciale tra Giappone e Usa. Tokyo non interne firmare finché Trump non offrirà la garanzia di non voler tassar l’auto giapponese.
L’attività manifatturiera di Tokyo è scesa ai minimi da sette mesi.
CROLLA NETFLIX SOTTO LA PRESSIONE DI DISNEY
La tenuta dell’Ism, l‘indice della manifattura Usa, ha sostenuto gli indici di Wall Street: Dow Jones +0.06%, Nasdaq -0,06%, S&P 500 -0,01%.
Sale Apple +0,5%: la Mela Ha vinto 10 su 15 richieste di esenzione dai dazi su alcuni componenti dell’i-Phone. Apple ha annunciato che realizzerà in Texas la prossima generazione di computer Mac Pro.
Crolla Netflix (-3% dopo -5% di venerdì) sull’onda del calo delle sottoscrizioni insidiate dal lancio dei servizi di Walt Disney e della stessa Apple.
Il petrolio Brent è in calo dello 0,5% a 64,4 dollari il barile, ieri in chiusura +0,7%.
A Piazza Affari Eni lascia sul terreno in apparenza il 2,3%.
Ma se si tiene conto dell’anticipo cedola di 0,43 euro sul dividendo 2019 la
variazione è positiva per lo 0,2%. Tenaris -2,78% e Saipem -2,01%.
Oro poco mosso a 1.525 dollari l’oncia, dopo tre giorni consecutivi di
rialzo.
ACHTUNG GERMANIA. SCENDONO ANCHE I SERVIZI
Achtung! La crisi tedesca, innescata dal calo dell’industria, ha contagiato i servizi e si è ormai allargata al resto dell’Eurozona. I dati Pmi che hanno gelato in mattinata i listini del Vecchio Continente hanno fatto da cornice all’audizione di Mario Draghi al Parlamento europeo. Il banchiere, vicino alla scadenza del mandato, non ha usato mezzi parole: “dalla mia ultima audizione – ha detto – l’inerzia di crescita dell’Eurozona ha rallentato nettamente, più di quanto previsto in precedenza”. “Questo rallentamento – ha aggiunto – il banchiere centrale, “è principalmente dovuto alla debolezza del commercio internazionale in un contesto di persistente incertezza e legata a politiche protezionistiche e a fattori geopolitici”. Data la diagnosi, la terapia di Draghi è scontata: l’allentamento delle condizioni della politica monetaria deve proseguire.
PIAZZA AFFARI SOTTO DI UN PUNTO DEBITO PUBBLICO A 134,8%
Piazza Affari ha così interrotto la striscia positiva che durava da cinque sedute. L’indice è arretrato dell‘1,01% a 21,899 punti.
La Banca d’Italia ha rivisto al rialzo il rapporto debito/Pil per il 2018 a 134,8% da 132,2% stimato ad aprile. La revisione riflette l’effetto del differente criterio di valutazione dei Buoni fruttiferi postali i cui interessi vengono ora conteggiati nel debito pubblico.
L’Istat ha rivisto al ribasso il tasso di crescita del Pil nel 2018: +0,8% invece che 0,9%. Il deficit invece, è stato corretto al rialzo: 2,2% invece che 2,1%
Stesso copione a Francoforte -0,97%. L’indice PMI di Markit sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende manifatturiere tedesche è sceso in settembre a 41,4 da 43,5 di agosto, il consensus si aspettava un piccolo recupero a 44. L’indice composite, allargato anche ai direttori degli acquisti delle aziende dei servizi, è ancora più negativo, in quanto scende sotto la soglia che separa espansione economica da contrazione economica, in settembre, l’indice tocca il minimo degli ultimi sette anni a 49,1.
La discesa ha coinvolto anche l’indice composito dell’Eurozona non risparmiando stavolta nemmeno la Francia, più legata ai servizi che non l’economia tedesca. Male Parigi -1,05%.
MADRID PROMOSSA DALLE AGENZIE DI RATING
Madrid -0,88%. Venerdì sera l’agenzia Standard & Poor’sha alzato il rating della Spagna al livello di ‘A’ da ‘A-‘, con outlook passato a stabile da positivo. Dbrs invece, ha migliorato l’outlook portandolo a positivo da stabile, lasciando invariato ad ‘A’ il rating.
CRISI DI THOMAS COOK, JOHNSON DICE NO AL SALVATGGIO
Londra (-0,24%) limita i danni. Ma al rischio sempre più concreto di una hard Brexit si è aggiunto ieri lo shock per la bancarotta di Thomas Cook, la più antica agenzia di viaggi del mondo che lascia a piedi 22 mila dipendenti e centinaia di migliaia di turisti nel mondo e costringendo il governo di Londra alla più grossa operazione di rimpatrio mai effettuata in tempo di pace.
Boris Johnson, alle prese con la riedizione della ritirata di Dunkerque, ha promesso di riportare a casa i cittadini britannici in viaggio (almeno 160 mila) e ha rivelato che il governo ha respinto una richiesta di salvataggio che avrebbe incentivato il ‘moral hazard’.
Oggi la corte suprema si esprimerà sulla legalità della decisione di sospendere il Parlamento per cinque settimane. Intanto, la maggioranza dei laburisti ha votato a favore della linea di Jeremy Corbyn sulla Brexit: non assumere una posizione durante la negoziazione di un nuovo accordo.
CORSA AI BUND, GIOVEDÌ 6,5 MILIARDI DI BOT
I venti di crisi hanno riportato gli acquisti sui “porti sicuri” a partire dalle obbligazioni tedesche. Il bund decennale tratta a -0,57%. La buona performance della carta tedesca ha impedito un restringimento dello spread Btp-Bund che ha chiuso a 142 punti. Il rendimento del decennale di riferimento invece a ridosso della chiusura è arrivato a scambiare a 0,82% da 0,92% della chiusura di venerdì.
Il 26 settembre il Tesoro metterà all’asta 6,5 miliardi di Bot a 6 mesi.
SOFFRONO LE BANHE, RIFLETTORI SU GENERALI
Banche in deciso ribasso a Piazza Affari ma l’indice del comparto -2,14% fa meglio del dato europeo (-2,7%). Perde Colpi Unicredit -3,44%, più tonica Intesa Sanpaolo (-1,18%). Meglio Mediobanca (-0,7%) sostenuta dalle attese di una nuova spinta di acquisti da parte di Leonardo Del Vecchio.
Generali (+0,36%) è una delle poche blue chip ad aver chiuso in terreno positivo, come Campari + 0,49 il punto di riferimento del mercato nelle sedute Orso, Amplifon +0,72%. Avanzano anche le utilities: Enel +1,44% ed Italgas +1,62%. Snam (-0,3%) ha annunciato che comprerà da Iren il 49% del rigassificatore situato al largo della costa della Toscana, importo dell’operazione, 345 milioni di euro.
VENDITE SU JUVENTUS, ACQUISTI DEI MANAGER SU MONCLER
Il titolo peggiore è stato Juventus (-4,75%), dopo la proposta di aumento di capitale per un importo massimo di 300 milioni euro e la pubblicazione dei risultati 2018/2019. L’azionista di maggioranza Exor (-3,33%) interverrà pro quota con un impegno da 190 milioni circa.
Nel lusso prosegue l’effetto degli incidenti di Hong Kong. Perde colpi Ferragamo (-3,15%). Equita ha ridotto il prezzo obiettivo da 18,5 a 17,3 euro, confermando la raccomandazione hold.
Moncler -1,7%. Robert Philippe Eggs, Executive Director di Moncler, ha comprato 43.373 azioni della società (circa 1,4 milioni di euro) tra il 18 e il 19 Settembre a un prezzo medio di 32,5572 euro.
L’INDIA FA BRILLARE PIAGGIO
Fuori dal listino principale brilla in controtendenza Piaggio, +3,5% dopo lo stacco dell’acconto di 0,055 euro per azione sul dividendo relativo all’esercizio 2019. IL rally è favorito dalle riforme fiscali indiane: Modi ha deciso il taglio dell’Iva.