“Vogliamo che l’Italia resti aperta con tutte le cautele. L’attività economica deve andare avanti. Questo sarà un anno che dobbiamo affrontare con realismo, prudenza ma anche con fiducia e soprattutto con unità”. Sono le parole del Presidente del Consiglio Mario Draghi – durante la conferenza stampa alla presenza dei ministri Speranza e Bianchi e del coordinatore del Cts Franco Locatelli – per spiegare le ultime misure decise dall’esecutivo, sull’obbligo vaccinale per gli over 50 e sulla decisione di tenere le scuole aperte in presenza nonostante il rapido aumento dei contagi nelle ultime settimane. Il premier italiano ha spiegato che “la scuola è fondamentale per la nostra democrazia” e che “va tutelata, protetta ma non abbandonata”. Mentre sul futuro della legislatura e la possibile elezione del premier al Colle Draghi ha tagliato corto con un “non risponderò ad alcuna domanda che riguardi immediati sviluppi, il Quirinale o altre cose”.
Rispetto all’orientamento dell’esecutivo sulla crisi pandemica, Draghi ha dichiarato che “il governo sta affrontando la sfida della pandemia e la diffusione di varianti molto contagiose con un approccio un po’ diverso rispetto al passato” e che questo è possibile grazie alla vaccinazione. “Vogliamo essere cauti, molto cauti ma anche cercare di minimizzare gli effetti economici, sociali, soprattutto sui ragazzi e le ragazze, che hanno risentito più di tanti altri delle chiusure dal punto di vista psicologico e della formazione”. La chiusura delle scuole creerebbe “diseguaglianze”
Per quanto riguarda la scuola il premier ha sottolineato la necessità ma soprattutto priorità che resti aperta e in presenza. “Il sistema della didattica a distanza provoca delle diseguaglianze destinate a restare, che riflettono sul futuro della vita lavorativa dei ragazzi”. “Probabilmente ci sarà un aumento delle classi in dad ma quello che va respinto è il ricorso generalizzato. Ci sono anche motivazioni di ordine pratico: ai ragazzi si chiede di stare a casa, poi fanno sport tutto il pomeriggio e vanno in pizzeria? Non ha senso chiudere la scuola prima di tutto il resto, ma se chiudiamo tutto torniamo all’anno scorso e non ci sono i motivi per farlo”. E che “abbiamo perso un triplo dei giorni rispetto a Paesi simili”.
Il presidente del Consiglio ha poi parlato della campagna vaccinale rinnovando l’invito a chi non è vaccinato a farlo il prima possibile: “Non dobbiamo ma perdere di vista una costatazione, gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipende dal fatto che ci sono dei non vaccinati. Quindi c’è l’ennesimo invito a tutti gli italiani che non si sono vaccinati a farlo, anche con la terza dose”. E ha ricordato che “siamo stati i primi ad adottarel l’obbligo di vaccino per una serie di categorie professioni” ma che ora “la circolazione del virus mette di nuovo sotto pressione i nostri ospedali, soprattutto per l’effetto sulla popolazione ancora non vaccinata”.
E se il governo è arrivato ad approvare l’obbligo vaccinale per gli over 50 è sulla base dei dati “che ci dicono che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi” come “le terapie intensive occupate per 2/3 da non vaccinati”. “Tanto più riusciamo a ridurre la pressione dei non vaccinati sull’ospedalizzazione, tanto più possiamo essere liberi. Ma occorre la ragione scientifica alla base delle decisioni”, ha affermato il presidente del Consiglio.
Invece sulla mediazione politica, Draghi ha sottolineato che ci sono state lunghe trattative ma che “le diversità di vedute sono naturali. L’importante, e si nota, è che c’è voglia di lavorare insieme e di arrivare a soluzioni condivise. Finché c’è quella il governo va avanti bene”.
Poi un messaggio positivo sul futuro: “Abbiamo affrontato tante sfide difficili in questi anni, le abbiamo superate grazie alla determinazione, all’impegno dei cittadini, delle parti sociali, delle istituzioni, del Parlamento. Ci riusciremo anche questa volta”.
La conferenza stampa del presidente del Consiglio arriva dopo il silenzio di Draghi dal 22 dicembre. E sulle polemiche per non averla fatto il giorno in cui sono state approvate le misure Draghi ha concluso scusandosi e sottolineando di “aver sottovalutato le attese” e di considerare questa conferenza “un atto riparatorio adeguato”.