Una politica monetaria “ancora più accomodante” e unanimità sull’utilizzo delle misure non convenzionali. Nella consueta conferenza stampa dopo la decisione sui tassi, il presidente della Bce Mario Draghi ha confermato la politica di bassi tassi di interesse ancora “per un periodo prolungato”.
Oggi il direttorio dell’Eurotower ha lasciato il tasso d’interesse di riferimento invariato al minimo storico dello 0,15%, livello raggiunto nella scorsa riunione sui tassi quando è stato annunciato il pacchetto di misure che la Bce intende attuare per fronteggiare il calo dell’inflazione.
Draghi ha riferito che le ultime informazioni a disposizione hanno indicato che l’area euro ha continuato la sua ripresa moderata nel secondo trimestre, con bassi tassi di inflazione e crescita del credito e monetaria modesta. Allo stesso tempo, le attese di inflazione per l’area euro nel medio lungo periodo continuano a essere saldamente in linea con l’obiettivo di una inflazione sotto ma vicini al 2%. Nei prosismi mesi infatti l’inflazione si manterrà ancora bassa per risalire nel 2015 e nel 2016.
“La combinazione di misure monetarie decise lo scorso mese ha già condotto a un ulteriore allentamento della politica monetaria – ha detto Draghi – A questo si aggiungeranno le operazioni monetarie che verranno attuate nei prossimi mesi che supporteranno i prestiti alle imprese”. “La Bce prenderà nuove misure, se necessarie, per combattere un periodo troppo prolungato di bassa inflazione”, ha ribadito Draghi.
“Se dovesse cambiare la nostra valutazione sull’inflazione useremmo il programma di acquisti su larga scala”, ha detto il presidente della Bce, riferendosi al quantitative easing che implicherebbe l’acquisto di titoli di Stato.
VERSO RIUNIONI OGNI SEI SETTIMANE
In conferenza stampa il presidente dell’Eurotower ha anche annunciato che dal gennaio 2015 le riunioni di politica monetaria della Bce si svolgeranno ogni sei settimane, dalle quattro attuali, e verranno pubblicati i verbali delle sedute. E questo per due ordini di ragioni. La prima è che secondo Draghi la Bce non dovrebbe agire ogni mese. La seconda è che in ogni caso, l’attesa per un intervento ogni mese genera conseguenze sul mercato.
Sul fronte dei rischi alla stabilità finanziaria, che è stata oggetto del discorso ieri di Janet Yellen al Fmi, Draghi ha fatto capire che la Bce non sta ignorando i rischi tanto più alla luce della prossima entrata in vigore della vigilanza unica ma che il lavoro per la stabilità finanziaria è fatto all’interno di politiche che hanno come obiettivo di ristabilire la stabilità dei prezzi.
Draghi ha ribadito che il tasso di cambio non è un obiettivo della politica della Bce ma sta diventando molto importante: quattro anni fa erano i prezzi di energia che contribuivano di due terzi all’inflazione, ora è cresciuto il peso del tasso di cambio. La Banca centrale europea monitorerà con attenzione le ripercussioni sugli sviluppi geopolitici e quelli del tasso di cambio dell’euro.
LE NUOVE MISURE A FAVORE DEL CREDITO
I primi TLtro, i nuovi prestiti a lungo termine alle banche condizionati al credito a famiglie e imprese, saranno il 18 settembre e 11 dicembre. Secondo questo nuovo schema, le banche potranno prendere in prestito in queste due occasioni, un ammontare equivalente fino al 7% dei loro prestiti a imprese non finanziarie . I finanziamenti successivi (marzo, giugno, settembre e dicembre 2015) saranno condizionati al comportamento degli istituti sul fronte del credito alle imprese. In particolare, l’ammontare sarà limitato a tre volte la differenza tra i prestiti netti dal 30 aprile 2014 e un benchmark deciso dalla Bce. Nel complesso i prestiti Ltro potrebbero totalizzare 1.000 miliardi di euro.
In ogni caso, Draghi ha voluto ricordare che i Paesi dell’Eurozona non devono allentare gli sforzi di aggiustamento dei bilanci, rilanciando la crescita con riforme strutturali e con un “consolidamento dei conti favorevole alla crescita”. Per il presidente della Bce Il rispetto dei patti Ue è fondamentale per abbattere il debito.