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Draghi pensa alla staffetta Conte-Gentiloni, ma c’è il nodo M5S

Giuseppe Conte, Mario Draghi, Paolo Gentiloni

Non è una strada facile quella che sta davanti al premier incaricato Mario Draghi per dar vita al nuovo governo. Prima c’è da trovare una maggioranza superando lo psicodramma che attraversa i sempre più spaesati Cinque Stelle, poi bisogna risolvere l’enigma Giuseppe Conte, che nelle ultime ore ha però tenuto a precisare che da lui “nessun ostacolo a Draghi”.

Oggi pomeriggio Draghi inizia le consultazioni, da cui si comincerà a comprendere che tipo di governo abbia in mente e che perimetro si profili per la maggioranza che cercherà di costituire. Per capire se il tentativo di Draghi avrà successo ci vorrà tempo, ma da quel che si intuisce l’ex Presidente della Bce ha in mente un governo di “alto profilo”, un po’ tecnico e un po’ politico, formato da pochi e selezionati rappresentanti dei partiti e da grandi personalità delle istituzioni. Con l’obiettivo di domare la pandemia accelerando sul piano delle vaccinazioni, di riscrivere il Recovery Plan, cancellando rapidamente i dubbi di Bruxelles sull’Italia, e di aggredire recessione e crisi sociale.

Per centrare obiettivi così ambiziosi, Draghi starebbe pensando di riportare nel governo il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, che è già stato premier e che è anche uno dei punti di riferimento del Pd, a cui affidare il ruolo di ministro dell’Economia per segnare la discontinuità, anche se Draghi ha un buon rapporto con il ministro attuale Roberto Gualtieri, che potrebbe avere altri incarichi. Se Gentiloni entrerà nel governo, la sua poltrona a Bruxelles potrebbe andare al premier uscente Giuseppe Conte, che resterebbe così nel giro istituzionale e internazionale e potrebbe favorire la canalizzazione dei Cinque Stelle verso il sostegno, per ora negato, al nascente Governo Draghi.

Oltre a Gentiloni (o in subordine Gualtieri) pochi sarebbero i rappresentanti dei partiti nel nuovo governo: Di Maio, che resterebbe agli Esteri, Speranza alla Sanità, Guerini alla Difesa o all’Interno, Bellanova o Rosato all’Agricoltura o alla Pubblica istruzione e Tajani se Forza Italia dovesse entrare in maggioranza. Ma accanto a loro ci sarebbero personalità indipendenti di primissimo piano come Marta Cartabia alla Giustizia, Enrico Giovannini al Lavoro, Luciana Lamorgese all’Interno, mentre la delega ai Servizi segreti potrebbe essere affidata Gianni De Gennaro.

A una squadra di così alto profilo politico e tecnico – che qualcuno già chiama il dream team di Draghi – sarebbe difficile per chiunque dire di no ma la formazione di una maggioranza sicura al Senato e soprattutto alla Camera non è ancora a portata di mano, perché i Cinque Stelle vivono una crisi di identità molto forte e sono per ora orientati a non dare la fiducia al governo Draghi. Sul loro orientamento finale, molto influiranno le decisioni dell’ex premier Conte ma anche quelle del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha chiesto un Governo politico ma ha tenuto a precisare che i Cinque Stelle devono essere responsabili e devono sentire senza pregiudizi le proposte del premier incaricato. “Abbiamo il dovere di ascoltare” Draghi, ha detto Di Maio, e “di assumere poi una posizione sulla base di quello che i parlamentari decideranno”.

Allo stato sono sicuri di votare la fiducia a Draghi il Pd, Italia Viva, Azione di Calenda, +Europa, il Centro democratico di Tabacci e Cambiamo di Toti, ma i numeri non bastano e la maggioranza è ancora lontana. Draghi ha bisogno dei voti di Forza Italia, che è la più possibilista e che ha già in parte aperto con le dichiarazioni di Silvio Berlusconi. “La scelta del Presidente Mattarella vanella direzione che abbiamo indicato da settimane: quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese”. Necessari anche alcuni voti a favore dei Cinque Stelle e/o della Lega, mentre Fratelli d’Italia ha già detto di essere contro o al massimo di arrivare all’astensione se lo farà tutto il centrodestra. Senza i voti dei Cinque Stelle e/o della Lega, la maggioranza non c’è e i mal di pancia grillini sono ancora forti, anche se Conte e Di Maio hanno aperto spiragli. Draghi proverà da oggi pomeriggio a sminare il terreno ma del resto tutti sanno che SuperMario è l’uomo delle missioni impossibili.

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Categories: Politica