Tutto secondo le previsioni: la Bce conferma i tassi d’interesse al minimo storico (0,25%, l’ultimo taglio risale a novembre 2013) e Mario Draghi rassicura i mercati con un’espressione già utilizzata nel recente passato, restando possibilista ma vago sui prossimi interventi: “Siamo risoluti e determinati nel mantenere un elevato grado di accomodamento monetario e ad agire con prontezza”, ha detto il numero uno dell’Eurotower, ipotizzando in pratica il possibile acquisto di titoli pubblici o privati, “così come di numerose altre misure come di un nuovo taglio dei tassi di interesse, di una riduzione del tasso sui depositi ovenight delle banche e di prolungare il modus a volume illimitato per le aste di rifinanziamento”.
Tanto è bastato, dunque, a spingere le Borse dopo la volatilità della mattinata: dopo le parole di Draghi Piazza Affari, che in mattinata era anche scesa in territorio negativo (trascinata anche dalla giornata no del lusso), ad impennarsi intorno al +0,8% poco prima delle 15, avvicinando quota 22mila punti. Il presidente della Bce, come da consuetudine, giova soprattutto ai titoli bancari: sugli scudi in particolare Bpm, Intesa Sanpaolo e Unicredit, con guadagni vicini o superiori al 2%, mentre continua il rally di Generali che, sulla scia della convention di Barcellona, ha superato importanti reistenze tecniche avvicinando la soglia psicologica dei 17 euro. Soffre ancora il lusso: Yoox, Moncler e Luxottica sono le tre peggiori del Ftse Mib. Lo spread Btp-Bund si conferma al di sotto della soglia dei 170 punti base, toccando anche i 167 punti in mattinata.
Apre invece incerta – stando ai future – Wall Street, che dopo quattro giorni consecutivi di rialzi, sembra volersi prendere una pausa. A preoccupare i mercati Usa le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, che nell’ultima settimana sono salite di 16.000 unità (più delle stime) a quota 326.000, mentre il deficit di bilancio si è ampliato a febbraio con l’export calato dell’1,1%.