Segnali in chiaroscuro attraversano i cieli dei mercati dopo i robusti rialzi della settimana. Rallentano dollaro e petrolio (Brent a 44,76 dollari, un dollaro di meno della vigilia record dell’anno), arrivano trimestrali Usa peggiori delle già deboli previsioni. Inevitabile una frenata contenuta degli indici, in attesa della riunione della Fed della prossima settimana.
A Francoforte Mario Draghi, per nulla intimorito dalle critiche piovute da Berlino (“il nostro mandato riguarda tutta l’Eurozona, non la sola Germania”) ha confermato che la politica espansiva della Bce durerà ancora a lungo, a questi livelli “o anche più in basso” anche oltre la fine del piano di acquisti della Bce, per ora previsto per il settembre 2017. Una conferma, più che una novità, che non ha impedito all’euro di registrate un lieve rialzo. Stamane la moneta unica tratta a 1,1306 sul dollaro.
GOOGLE E MICROSOFT DELUDONO. ALLARME SCIOPERI DA VERIZON
Wall Street, dopo una striscia di quattro sedute positive, ha chiuso in ribasso: Dow Jones -0,6%, di nuovo sotto quota 18 mila; S&P 500 -0,52%, sotto i 2.100 punti. Quasi invariato il Nasdaq (-0,05%). Le notizie peggiori sulla Corporate America sono però arrivate dopo la chiusura; cade nel dopo Borsa Alphabet (ex Google): -5,5% dopo risultati inferiori alle previsioni. Fa poco meglio Microsoft (-3,5%).
Suona intanto il campanello d’allarme sui conflitti di lavoro, a conferma del maggior potere contrattuale dei lavoratori in regime di quasi pieno impiego. Verizon ha perduto il 3,3% dopo aver informato il mercato che, causa le agitazioni, non centrerà gli obiettivi del secondo trimestre: i 40mila dipendenti della controllata attiva nella telefonia fissa sono alla seconda settimana di sciopero. Verizon ha complessivamente 179mila dipendenti.
IL TERREMOTO FRENA IL GIAPPONE. ASSE CINA-RUSSIA PER ROSNEFT
La discesa di Wall Street, combinata con la frenata del petrolio, ha rallentato anche i listini asiatici, che si avviano comunque a concludere la settimana in terreno positivo. Tiene Tokyo (-0,1%), nonostante il pessimo dato sulla produzione industriale, il peggiore dal gennaio 2013. Ma, oggi come allora, a condizionare la situazione è stato un terremoto: il sisma che ha colpito l’isola di Kiushi ha provocato un tracollo dell’indice Pmi e, probabilmente, condizionerà le prossime scelte della banca centrale nipponica. In ripresa Shanghai (+0,6%), in flessione Hong Kong (-0,6%).
Intanto la China National Petroleum si è detta interessata ad acquisire una quota in Rosneft, gigante petrolifero russo controllato dallo Stato, una decisione che rafforzerebbe i legami tra i due Paesi. Il vicedirettore generale di Cnpc, Wang Zhongcai, ha sottolineato il suo interesse nella quota durante la sua visita a Mosca. I presidenti dei due Paesi discuteranno la possibile acquisizione.
PIAZZA AFFARI GUIDA L’EUROPA
In assenza di sorprese dal direttorio della Bce, i listini europei si sono mossi in ordine sparso: piatta Parigi (-0,03%), in ribasso Londra (-0,33%), sotto stress per il testa a testa tra favorevoli e contrari al Brexit. Avanza Francoforte (+0,3%), galvanizzata dall’accordo tra Volkswagen e autorità americane. Milano è stata la Borsa migliore (+0,40%), grazie all’effetto traino dei titoli bancari e alla promozione di Atlante da parte di Draghi: “E’ un piccolo passo nella direzione giusta”.
VOLANO I BOND ASSICURATIVI INCLUSI NEL PIANO DI DRAGHI
Sul fronte delle obbligazioni la novità di giornata è l’inclusione dei bond dei gruppi assicurativi nel paniere dei bond corporate che la Banca centrale europea comincerà ad acquistare da giugno. Immediata la reazione dei mercati. Il bond Generali maggio 2026, cedola 4,125% ha guadagnato per esempio 1,7 figure in termini di prezzo, chiudendo a 109,805, per un rendimento in discesa a 2,979% da 3,173% di ieri sera. In ascesa anche il bond UnipolSai giugno 2021, cedola 2,596%, il cui prezzo è salito a 98,336 da 97,523 della precedente chiusura. Il rendimento è sceso a 2,596% da 2,766%.
Per il resto, mercato fiacco e rendimenti in lieve risalita. Il tasso del decennale italiano è salito a 1,46 da 1,40% di mercoledì. Lo spread con il Bund, tornato sopra 0,20% dopo un mese, è sceso a 123 punti base da 126. Il ministero dell’Economia offrirà sei miliardi di euro in Bot a sei mesi nell’asta di mercoledì 27 aprile a fronte di un analogo importo in scadenza.
BANCHE ANCORA IN RIPRESA. AL VIA L’AUMENTO POP VICENZA
Il listino italiano è stato sostenuto dalla ripresa delle banche. Dopo il decollo di Atlante (adesioni per oltre 4 miliardi da parte di 44 istituzioni italiane ed internazionali) stanno per arrivare i provvedimenti annunciati ieri dal premier Matteo Renzi: “Crediamo – ha detto – che entro la fine del mese ci possa essere un ulteriore provvedimento, spero l’ultimo, per smuovere il credito. Particolarmente atteso il decreto sui mutui per la casa che recepirà le direttive europee accelerando i tempi di rientro in possesso del bene dato in ipoteca.
Brilla Unicredit, +2,4% nel giorno del via libera di Consob al prospetto della Popolare di Vicenza. Si allontana definitivamente il rischio di pagare a caro prezzo la garanzia prestata all’operazione. L’offerta si concluderà il prossimo 28 aprile con il paracadute di Atlante che si è impegnata a sottoscrivere per un massimo di 1,5 miliardi di euro l’aumento della Popolare Vicenza anche in caso di mancata ammissione alle negoziazioni delle azioni ordinarie sul Mta di Borsa Italiana e il conseguente venir meno dell’offerta.
BPER SUPERSTAR. L’ULTIMO CONSIGLIO DI BAZOLI
Bene anche il resto del comparto, che avanza dell’1,6% (+1,4% l’indice europeo di settore). Guida la corsa Banca Popolare dell’Emilia (+3,2%). Entro giugno potrebbe chiudersi la cessione di un portafoglio di crediti deteriorati da 900 milioni di euro: a rilevarli sarà un gruppo di fondi specializzati, tra cui Cerberus e Fortress.
Si conferma, sull’onda di un possibile miglior apprezzamento dei non performing loans, il recente rally degli istituti più fragili, come Mps (+2,7%) e Carige (+1,2%). Giornata storica anche per Intesa (+1,1%). Giovanni Bazoli ha presieduto l‘ultimo consiglio di sorveglianza. La prossima settimana l’assemblea eleggerà un consiglio di amministrazione secondo il sistema di governance monistico approvato dai soci nei mesi scorsi. Nel nuovo organo il professore bresciano sarà presidente emerito lasciando ogni ruolo operativo. “Sono un uomo fortunato”, ha commentato ieri Bazoli alla fine della riunione.
Tra le assicurazioni, bene Generali (+2%). UnipolSai +0,2%.
VOLKSWAGEN (+6%) SE LA CAVA IN USA. BENE FCA
Tra i protagonisti della seduta il settore automotive. Volkswagen (+6%) eviterà il processo in Usa sul Dieselgate. L’accordo è ancora da definire nei dettagli. Ma, secondo le indiscrezioni, Volkswagen pagherebbe 5mila dollari a ciascun proprietario dei veicoli coinvolti, potenzialmente oltre 600mila. Costo totale: 3 miliardi di dollari. Finora Volkswagen ha accantonato riserve di 6,7 miliardi di euro per fare fronte a eventuali risarcimenti negli Stati Uniti. La giustizia Usa ha annunciato l’avvio di un’inchiesta anche sui motori Daimler.
Bene anche Gm (+2,7%). Il colosso di Detroit ha chiuso i primi tre mesi del 2015 con un risultato netto di 2 miliardi di dollari, meglio delle aspettative grazie all’aumento dei profitti in Nord America ed al fatto che in Europa ha smesso di perdere soldi. Avanza anche FiatChrysler (+2%), seguita da Cnh Industrial (+0,2%), in attesa dei risultati di Caterpillar che saranno comunicati in giornata.
Nel comparto industriali salgono anche StM (+0,4%) e Buzzi (+0,6%). Giù Finmeccanica (-1%) e Prysmian (-0,8%).
LA BCE E VIVENDI DANNO LA CARICA A TELECOM
Accelera nel finale Telecom Italia (+1,9%) sull’onda delle notizie in arrivo dalla Bce e dall’assemblea Vivendi di Parigi. I bond della società potranno essere inclusi (grazie al rating BBB- attribuito da Fitch) negli acquisti che la banca centrale effettuerà da giugno. Intanto i vertici di Vivendi hanno sottolineato l’importanza strategica dell’investimento nelle tlc per sostenere l’obiettivo di sfidare il colosso Netflix. “Vivendi sarà azionista di lungo periodo di Telecom Italia, oltre che della spagnola Telefònica – ha detto in assemblea il ceo Arnaud de Puyfontaine -. E accompagnerà la società nei progetti strategici come la banda ultra-larga”.
Il dossier italiano di Vivendi è comunque concentrato sul “partenariato strategico” con Mediaset per “produrre programmi tv in comune e creare una piattaforma mondiale over the top”. Non c’è spazio, invece, per un’eventuale sbarco in Rcs, in funzione anti-Cairo, “Spiacenti, stiamo facendo già troppo cose” ha commentato de Puyfontaine.
Mediaset (-0,4%) ha assorbito senza troppi danni l’impatto della multa di 51,4 milioni inflitta dall’Antitrust.
MONDADORI BATTE L’ESPRESSO. E VOLA RCS
Giornata di confronto a distanza tra i due grandi nemici dell’editoria. Avanza Mondadori (+2,16%) a seguito della pubblicazione dei risultati trimestrali del gruppo. Positivo soprattutto l’andamento del settore libri e della pubblicità sul digitale, che con una crescita del 10% sono stati al di sopra della media del settore. Per quanto riguarda l’acquisto di Banzai, ieri +7,7%, l‘ad Ernesto Mauri ha detto che “abbiamo trattative esclusive in corso fino al 30 aprile e ad oggi non ci sono problemi particolari, tali da far saltare l’operazione”, ha ribadito Mauri. Oggetto della trattativa sono i verticali come Giallo Zafferano, Soldi Online, Studenti.it, e Pianeta Donna, mentre sono esclusi i siti news (Il Post e Giornalettismo).
Arretra invece L’Espresso (-1,65%). La società ha chiuso il primo trimestre 2016 con un risultato operativo in leggera crescita a 10,3 milioni di euro. I ricavi sono in calo del 3,5% a 140,8 milioni di euro “con un’attenuazione della flessione rispetto a quanto registrato negli esercizi precedenti”. Non sarà distribuito un dividendo sull’esercizio 2015. Per quanto riguarda la fusione con La Stampa, Carlo De Benedetti ha assicurato che il gruppo si metterà in regola con i limiti previsti entro il primo trimestre 2017. “Ridurremo la nostra quota, che oggi è del 23%, entro la fine dell’anno”, ha detto l’Ingegnere. Per rientrare nel limite di legge, il 20%,”ci sarà bisogno di qualche aggiustamento, la riduzione dei gratuiti, nella distribuzione, ma non sarà un risultato difficile da raggiungere”.
Più di tutti sale Rcs Mediagroup (+4,03%). Il mercato scommette che, alla fine, Urbano Cairo rivedrà al rialzo la sua offerta. Intanto, nella relazione di bilancio di Cairo Communication, l’editore piemontese fa capire che non intende vendere né gli asset spagnoli che Rcs Sport. L’obiettivo dell’offerta, si legge, “è di dar vita a un grande gruppo editoriale multimediale e diversificato, che possa posizionarsi come operatore di riferimento nel mercato italiano, con una forte presenza internazionale”.
SNAM MAGLIA NERA, SALE IL TRAFFICO MA ATLANTIA SCENDE
Giornata no per le utilities. Guida la corsa al ribasso Snam (-3,9%) , peggior blue chip di giornata. Gli analisti di Ubs hanno tagliato il giudizio sul titolo a Neutral da Buy mantenendo il prezzo obiettivo a 5,3 euro. Anche gli analisti di Citigroup hanno tagliato il giudizio a Neutral.
In calo anche Enel (-1%) e Terna (-2%). Atlantia -1,3%: il titolo perde quota nonostante la notizia di un forte aumento del traffico autostradale in Italia nel primo trimestre. A deprimere il titolo è il rumor di un possibile collocamento di una quota di azioni sul mercato. Non viene specificata l’entità della quota.
In ordine sparso i titoli dell’Oil&Gas: Saipem -1,16%, Tenaris ha invece guadagnato lo 0,25%. Eni +1,3% a 14,07 euro. Barclays ha leggermente alzato il target price a 16,5 euro, confermando a equalweight il rating.
NORSA DÀ L’ADDIO A FERRAGAMO
Da segnalare nel lusso il calo di Ferragamo (-2,6%). Subito dopo la chiusura di Borsa il gruppo ha annunciato l’uscita del Ceo Michele Norsa entro il 2016. Equita Sim ha ridotto il target price a 25 a 24,3 euro, confermando la raccomandazione buy. In negativo anche Ynap, che ha perso l’1,34%, mentre Luxottica ha guadagnato l’1,78%.