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Draghi non scalda le Borse, rendimenti dei Bot annuali ai minimi

FIRSTonline

Le utility sostengono Milano, nonostante la zavorra di alcuni titoli bancari: il Ftse Mib chiude a +0,31%, 21.552 punti. Miglior titolo di giornata è A2a, +5,37%, dopo una trimestrale di gran lunga superiore alle aspetattive.

In ordine sparso gli altri listini europei, con il petrolio in rally dopo i dati sulle scorte Usa. Londra svetta con una crescita dello 0,63% e il boom di Barrat, principale costruttore britannico. Piatte Francoforte +0,07% e Parigi +0,05%. Prosegue la settimana in rosso di Madrid -0,13%.

Wall Street apre negativa (anche se lo S&P 500 tenta il recupero a metà seduta) innervosita dal licenziamento del capo dell’Fbi James Comey da parte di Donald Trump. Una mossa che, si sostiene, potrebbe creare fratture nel Congresso e rallentare il cammino delle riforme economiche, soprattutto l’atteso taglio delle tasse.

Il petrolio invece decolla, grazie al calo settimanale delle scorte Usa superiore alle previsioni. Brent 50,48 dollari al barile, +3,59%; Wti 47,48 dollari, +3,49%. Seduta in parziale recupero per l’obbligazionario italiano. Lo spread col Bund decennale scende dello 0,98%, 182.30 punti base, rendimento più o meno stabile a 2,26%. Dopo l’appuntamento di stamattina con il Bot a dodici mesi, in cui il ministero dell’Economia ha strappato le migliori condizioni di sempre con un tasso negativo di 0,304%, gli investitori avranno a disposizione domani fino a 7,25 miliardi di euro in nuovi Btp i benchmark a tre, sette e trent’anni insieme alla riapertura di un ‘off-the-run’ a scadenza settembre 2044.

Non ci si può sedere sugli allori però, come ammonisce Mario Draghi. ”Non spetta alla Bce” rendere le cose più facili per i Paesi più deboli dell’area dell’euro quando si tratterà di sopportare l’impatto dalla fine del Qe – spiega il banchiere centrale al Parlamento olandese – questi “hanno avuto tempo per fare le riforme e risanare i conti pubblici. Nel valutare la nostra posizione abbiamo un solo obiettivo che è garantire la stabilita’ dei prezzi”. L’economia dell’Eurozona “sta chiaramente migliorando”, tuttavia la crescita dei prezzi e soprattutto dei salari è ancora troppo debole, per cui sono tuttora necessari stimoli a sostegno dell’inflazione di medio termine”. L’euro, ribadisce, è irrevocabile. In questo clima risulta poco mosso il rapporto euro dollaro a 1,086.

Tornando in Piazza Affari. Brillano le utility con A2a. Segno più anche per Italgas +0,32%; Terna +0,61%; Snam +1,74%; Enel +0,44%. Fuori dal perimetro delle blue chip, svetta Hera in crescita dell’1,67% dopo gli eccellenti numeri del primo trimestre.

Giornata contrastata per i finanziari. Banca Mediolanum guadagna il 3,23%, con Kepler Cheuvreux che alza il rating a “buy” da “hold”. Bper sprofonda del 5,66%, a causa degli utili trimestrali in calo, anche a seguito della svalutazione della quota nel fondo Atlante. Profondo rosso per Unipol, -2,22%, dopo le voci di un incremento della partecipazione nella banca modenese al 10% circa, con l’intento, forse, di trovare un approdo per Unipol Banca. Prese di profitto su Banca Generali -1,2%. In calo Banco Bpm -2,12%; positiva Unicredit +1,19%.

Prosegue la corsa di Campari, +4,68%, in scia ai dati di bilancio e agli effetti fiscali del Patent Box. Positivi i petroliferi, con Eni +0,54% dopo i conti e Tenaris +1,56%; debole Saipem -0,27%. Gli acquisti premiano Mediaset +1,24%; Stm +1,58% e Recordati +1,39%. Seduta da dimenticare per Prysniam -3,5%, che delude con i risultati del trimestre.

Fuori dal listino principale scivola il Sole 24 Ore -3,57%. Il Cda, rende noto la società, proporrà agli azionisti, che si riuniranno a fine giugno, un aumento di capitale non inferiore a 50 milioni di euro dopo aver chiuso il primo trimestre con un patrimonio netto negativo per 39,9 milioni, in peggioramento da fine 2016 (era -11,7 milioni) per la perdita di 28,2 milioni registrata nel primi tre mesi dell’anno.

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