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Draghi: “Niente deflazione per l’Eurozona, Bce pronta a misure decisive se necessario”

Nell’area euro è in corso una “moderata ripresa” economica che “sta procedendo in linea con le attese”, ha spiegato Draghi – “Non ci sono segnali che l’Eurozona possa entrare in un periodo di deflazione come accaduto in Giappone”.

Draghi: “Niente deflazione per l’Eurozona, Bce pronta a misure decisive se necessario”

La Banca centrare europea è “pronta ad azioni decisive se necessario” e ad “intervenire con tutti gli strumenti disponibili” per garantire la stabilità dei prezzi. In ogni caso, il costo del denaro “resterà agli attuali livelli o più bassi per un prolungato periodo di tempo”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo che oggi ha confermato il tasso di riferimento nell’Eurozona al minimo storico dello 0,25%. 

Nell’area euro è in corso una “moderata ripresa” economica che “sta procedendo in linea con le attese”, ha proseguito Draghi, sottolineando che le pressioni sui prezzi nell’area euro restano “sommesse”. La Bce, dunque, non è allarmata dalla debolezza dell’inflazione. 

Secondo il numero uno dell’Eurotower, “i rischi sono ridotti sia al ribasso sia al rialzo. Le attese sul medio e lungo termine restano saldamente ancorate con i nostri obiettivi di inflazione (ovvero un tasso leggermente inferiore al 2%, ndr). Stiamo assistendo ad un prolungato periodo di bassa inflazione che sarà seguito da una normalizzazione della dinamica dei prezzi. A inizio marzo ci saranno nuove informazioni disponibili, tra cui le previsioni aggiornate di crescita economica e inflazione della stessa Bce”. 

In ogni caso, “non ci sono segnali che l’Eurozona possa entrare in un periodo di deflazione come accaduto in Giappone negli anni Novanta e nei primi anni Duemila – ha aggiunto Draghi –, anche se è necessario tenere alta l’attenzione, perché un tasso d’inflazione basso e protratto nel tempo rappresenta un rischio di per sé e rende più difficoltosa la ripresa”.

Il Presidente dell’istituzione di Francoforte ha precisato inoltre che il direttorio “sta seguendo attentamente la volatilità” che recentemente ha caratterizzato il mercato monetario internazionale, soprattutto per quanto riguarda le valute dei Paesi emergenti: una tensione cui l’Europa ha mostrato “più resistenza di quanto avessero un anno fa”.

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