Condividi

Draghi nel mirino della Buba e Unicredit sotto tiro negli Usa. Piazza Affari inizia in lieve ribasso

La Bundesbank lancia un nuovo avvertimento al presidente Bce e si schiera contro il tetto agli spread – Unicredit rischia la revoca della licenza bancaria negli Usa o una forte multa perchè la controllata tedesca Hvb è accusata di aver infranto le norme anti-Iran – Milano positiva – Samsung crolla (-7,7%) mentre Apple va all’attacco di Google

Draghi nel mirino della Buba e Unicredit sotto tiro negli Usa. Piazza Affari inizia in lieve ribasso

DRAGHI NEL MIRINO DELLA BUBA. UNICREDIT DEGLI USA

SAMSUNG -7,7% A SEUL. APPLE ALL’ATTACCO DI GOOGLE

Unicredit (-1,4% nella seduta di venerdì) è entrata nel mirino delle autorità Usa: la controllata tedesca Hvb avrebbe infranto le norme che vietano operazioni finanziarie con l’Iran. Unicredit rischia, al pari di altri istituti, la revoca della licenza bancaria negli Stati Uniti oppure, come è già successo a Standard Chartered, una forte multa. La banca fa sapere che sta collaborando con le autorità americane.

Lo scontro tra i giganti dell’hi tech si sposta dalle aule di giustizia alla Borsa. Dopo la vittoria schiacciante davanti ai giudici, Apple avanza sui listini. Già venerdì sera, nell’after hours, il titolo della Mela era in crescita dell’1,6%.

Copione diverso in Asia per la coreana Samsung, la grande sconfitta del primo round, obbligata a pagare un miliardo di dollari di danni che stamani ha accusato in Borsa a Seul una perdita del 7,7% . Ma la pena pecuniaria, ampiamente sostenibile da un colosso che ha registrato un utile di 18 miliardi, ha un valore marginale nella partita. E’ in palio, infatti, il futuro del sistema Android, alternativa di successo ad Apple che accusa i suoi promotori, a partire da Google, di plagio. Di qui la prospettiva di uno scontro tra titani in buona salute, un’eccezione in un mondo in piena recessione. Titani, tra l’altro, che hanno stretto rapporti d’affari: Apple è il primo cliente dei chips di Samsung per un totale di 7,5 miliardi di dollari.

Borse incerte in Asia. Sale Tokyo +0,4% sull’onda del balzo di Wall Street in fine settimana, sulla scia delle dichiarazioni di Ben Bernanke. Perde colpi Hong Kong -0,2%. Più marcata la discesa di Shangai -1,3%, a conferma che i mercati guardano con grande timore alla frenata dell’economia cinese.

La tregua estiva per i listini occidentali finisce oggi. I mercati, dopo aver atteso con pazienza le mosse delle banche centrali e delle diplomazie dell’area euro, si attrezzano per le non poche scadenze in vista dell’ora X del 12 settembre. Quel giorno, infatti, la Consulta tedesca si pronuncerà sulla legittimità del meccanismo salva Stati, l’Esm; il giorno dopo gli elettori olandesi si recheranno alle urne per quello che appare un vero referendum sull’Europa.

L’autunno caldo del Tesoro comincia martedì 28 agosto quando saranno offerti all’asta Ctz zero coupon scadenza maggio 2013 per un importo tra i 2 e i 3 miliardi, più Btp- i indicizzati all’inflazione dell’area euro per 500-750 milioni. Mercoledì 29 sarà a volta dei Bot a 6 mesi: 9 miliardi a fronte di un analogo stock di titoli in scadenza.

Giovedì 30, infine, toccherà ai Btp a 5 e 10 anni, l’appuntamento più atteso dai mercati del debito sovrano. Il quantitativo offerto sarà reso noto solo stamane, a testimonianza della cautela con cui il Tesoro guarda all’appuntamento, giusto una settimana prima del direttorio della Bce.

Nel bel mezzo della tre giorni del Tesoro cade l’appuntamento europeo più significativo della settimana: il vertice di Berlino tra Mario Monti e la Cancelliera Angela Merkel, ovvero prove di dialogo a livello politico mentre è in pieno svolgimento l’offensiva della Bundesbank contro gli acquisti di titoli da parte della Bce. Il presidente Jens Weidmann ha alzato i toni in un’intervista allo Spiegel: gli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce sono una droga. E la banca tedesca, pur di frenare le decisioni dell’istituto, adotterà una politica aggressiva anche sul piano della comunicazione, scelta benedetta dalla stessa Angela Merkel che pure invita i politici ad abbassare i toni.

Il premier greco Antonis Samaras raccoglie un successo insperato: il cancelliere austriaco Werner Faymann si schiera a favore di un rinvio di “2-3 anni” per il risanamento purché Atene rispetti i vincoli già concordati.

Venerdì 31 il governo di Madrid darà il via alla riforma bancaria che prevede l’istituzione di una bad bank e la concessione del prestito di 100 miliardi di euro, di cui 30 versati subito, da parte dell’Unione Europea. Ogni singola banca, prima di incassare questi soldi dovrà però garantire di aver assorbito”in misura massima” le perdite da capitale da strumenti ibridi. Ovvero le banche dovranno riacquistare azioni privilegiate ed obbligazioni subordinate (le ultime ad essere rimborsate in caso di fallimento) ai valori mercato, in ossequio alle norme europee sugli aiuti di Stato.

Ma sia le obbligazioni subordinate che le azioni privilegiate di Bankia, NovaGalicia Banca e CatalunyaCaixa sono state collocate soprattutto presso il pubblico dei risparmiatori: un nuovo grosso ostacolo per il governo assediato dalle parti sociali.

Ma l’appuntamento clou della settimana è però fissato per venerdì 31 quando a Jackson Hole, Wyoming, prenderà la parola il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke per illustrare le strategie della banca centrale in vista di un anno “caldo”, dati i problemi posti all’economia americana dal fiscal cliff e da una ripresa troppo moderata. Bernanke ha lasciato intendere che la Fed potrebbe prendere presto decisioni espansive, in parte contraddicendo le affermazioni di altri membri del direttorio. Il presidente della Fed, comunque, non potrà non tener conto degli umori che emergeranno dalla Convention repubblicana di Tampa, Florida: nel programma dello sfidante per la Casa Bianca sono previste forti limitazioni all’autonomia della banca centrale.

A Jackson Hole, il 1° settembre, parlerà anche Mario Draghi nel suo ultimo appuntamento pubblico prima del direttorio di Francoforte del 6 settembre.

Venerdì sera sulla scia di Wall Street le Borse europee negli ultimi minuti sono nettamente migliorate. Londra e Parigi hanno azzerato le perdite chiudendo in parità. Francoforte è salita dello 0,3%. A Milano l’indice Ftse Mib ha dimezzato la perdita chiudendo con un calo dello 0,4%. Il bilancio della settimana segna una discesa dell’1,6%.

A Piazza Affari fra i titoli più penalizzati figura la Fiat che ha chiuso in ribasso del 3,7%. Fiat Industrial -1,5%, Pirelli è scesa dello 0,7%. Cresce l’attesa per il vertice tra la Fiat e i rappresentanti del governo. La pessima situazione del mercato dell’auto in Italia e in Europa potrebbe, secondo una nota d’agenzia, spingere Fiat a rinviare al 2015 la produzione della nuova Punto, già destinata all’impianto di Melfi. Intanto altri rumors parlano di interesse di Mazda per l’impianto di Pomigliano. Infine, è destinato a riprendere il pressing sul Lingotto da parte di Volkswagen, interessata all’Alfa Romeo anche a costo di rilevare lo stabilimento di Cassino.

Si riuniscono oggi i rappresentanti del consorzio di garanzia dell’aumento di capitale Fonsai e di Unipol. Tema dell’incontro: la data del collocamento bis dei titoli, che non avverrà prima di settembre. Domani, intanto, l’assemblea straordinaria di Premafin eleggerà il nuovo cda. Anche la famiglia Ligresti, che dispone ancora del 5% dl capitale, si presenterà con una lista di minoranza.

Finale di settimana in chiaroscuro per i bancari: Mediobanca -0,2%,Banco Popolare -1,1%, Intesa -1,4%. Generali è finita in calo dello 0,7%.

Ancora in discesa Finmeccanica -1,6%, e fra gli altri industriali ha perso lo 0,8%.

Nel settore lusso avanza Ferragamo +1%. Cucinelli +4,8% ha segnato un nuovo massimo. A pochi mesi dalla quotazione Brunello Cucinelli ha quasi raddoppiato il suo valore, e in Borsa la società di Solomeo capitalizza oltre 930 milioni.

Balzo in avanti anche di Prelios ha guadagnato il 22% in attesa che i due gruppi interessati, l’americana Fortress e la cordata Merloni-Caputi, formalizzeranno sabato le rispettive proposte di acquisto.

La Sopaf dei fratelli Magnoni ha chiesto l’ammissione al concordato preventivo. Gli azionisti di maggioranza affermano però di voler garantire la continuità aziendale scongiurando il rischio liquidazione.

Commenta