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Draghi mette il turbo alla Borsa: Ftse Mib sopra quota 21 mila

Pixabay

E’ una gran seduta per Piazza Affari, tonificata – come tante volte è accaduto in questi anni – dall’ennesimo intervento risolutivo di Mario Draghi: il presidente (uscente) della Bce, parlando al Forum annuale di Sintra, ha aperto a qualsiasi soluzione in caso di mancati miglioramenti dell’economia dell’Eurozona. Da non escludere dunque né un nuovo Quantitative easing, né un ulteriore taglio dei tassi. Il risultato è che Piazza Affari chiude guadagnando il 2,46%, sfondando di nuovo la soglia psicologica dei 21.000 punti (l’ultima volta era accaduto un mese fa, il 17 maggio), con tutti i titoli del paniere principale del Ftse Mib in territorio positivo. Facile registrare l’entusiasmo del comparto bancario (anche se la reazione alle dichiarazioni di Super Mario è stata inizialmente timida), al quale però va aggiunto anche quello delle utility, che beneficiano della conseguente svalutazione dell’euro rispetto al dollaro.

Le migliori banche sono Unicredit e Banca Generali, con guadagni che intorno al 4%, ma volano anche Intesa Sanpaolo +2,3%, Ubi Banca +1,8%, Banco Bpm +3,5% e da segnalare, fuori dal Ftse Mib, anche Banca Ifis +2,3%. Il miglior titolo di giornata è Cnh Industrial +4,7%: di oggi la notizia che FPT Industrial, il brand motoristico globale di CNH Industrial, ha donato alla Jomo Kenyatta University of Agriculture and Technology di Nairobi, in Kenya il sistema IPU (Irrigation Power Unit). Fronte utilities: Saipem la migliore con 3,7%, Enel +2,6%, Eni +2%. Tutto questo con buona pace del presidente americano Donald Trump, che invece ha attaccato la mossa di Francoforte: “Mario Draghi ha appena annunciato il possibile arrivo di altri stimoli, facendo immediatamente calare l’euro contro il dollaro, e rendendo ingiustamente più facile per loro (l’Europa, ndr) competere con gli Stati Uniti. Sono anni che lo stanno facendo, insieme alla Cina e ad altri”. In realtà, anche se meno rispetto al tripudio dei listini europei, anche Wall Street inizia la seduta finanziaria oltreoceano intonatissima, con Dow Jones e Nasdaq in territorio saldamente positivo.

Tornando al di qua dell’Atlantico, le parole di Draghi hanno fatto un gran bene anche allo spread, che viene da settimane di grandi tensioni, sull’altalena degli scontri all’interno della maggioranza di governo: oggi invece i bond italiani hanno fatto molto meglio del mercato, tanto da portare il rendimento dei decennali a livelli mai visti con il Governo Conte. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano e il pari durata tedesco (che ha comunque fatto segnare di gran lunga il suo minimo storico a -0,32%), è sceso a 243 punti base, ai minimi da marzo scorso (254 punti ieri in chiusura). Molto più netto il calo del rendimento del Btp decennale benchmark che, in chiusura si attesta al 2,11%, dal 2,29% di ieri, e su livelli che non si vedevano da metà maggio del 2018, prima della formazione del Governo Conte.

Calcio e finanza: trova pace anche il titolo Juventus dopo le turbolenze nei giorni immediatamente precedenti e successivi all’ufficializzazione del nuovo allenatore Maurizio Sarri (non a caso l’annuncio è stato dato di domenica…): oggi, alla vigilia del Sarri Day (la presentazione è fissata per giovedì 19 luglio), il titolo recupera quasi il 2% a 1,51 euro per azione, ma in realtà le perdite “sarriste” erano state assorbite nelle settimane precedenti, quando il titolo aveva guadagnato molto terreno sulla scia delle indiscrezioni che avrebbero invece voluto Pep Guardiola sulla panchina bianconera. Il risultato finale è che in questo mese vissuto senza un allenatore ufficiale, l’azione Juventus ha guadagnato quasi il 10%. Non lo stesso si può dire, fuori dal paniere principale, della As Roma: la conferenza stampa di addio di Francesco Totti di ieri, che ha quasi spinto la dirigenza giallorossa a chiedere l’intervento della Consob, ha fatto perdere l’1,6% al titolo, che vale mezzo euro.

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