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Draghi: “Italia punti su crescita e faccia attenzione allo spread”

Confermata la politica monetaria espansiva: tassi a zero almeno fino a fine 2019, dettagli su Tltro nei prossimi mesi – Anche l’Fmi avverte l’Italia: “Tornano timori sul legame debito-banche”

Draghi: “Italia punti su crescita e faccia attenzione allo spread”

I dati negativi sul Pil dell’Italia “non sono una sorpresa”, visto che le previsioni sul Paese erano state ripetutamente riviste al ribasso, perciò “è abbastanza chiaro che la priorità sia ripristinare crescita economica e occupazione: e l’Italia sa come farlo”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo.

“È molto importante che queste priorità vengano perseguite senza causare aumenti dei tassi di interesse”, ha aggiunto il numero uno dell’Eurotwer, spiegando che gli incrementi dei costi di finanziamento hanno effetti recessivi.

Per quanto riguarda i dettagli sulle condizioni della nuova serie di operazioni di rifinanziamento agevolato per le banche (Tltro), previste in autunno, saranno “comunicati nella prossima riunione” della Bce. Su questo fronte Draghi ha deluso in parte le aspettative dei mercati, che si aspettavano già oggi qualche dettaglio in più. Il Presidente della Bce ha però ribadito che la fase di debolezza dell’economia dell’Eurozona sta continuando e perciò anche in futuro rimarrà necessaria una politica monetaria accomodante. Di conseguenza, i tassi d’interesse rimarranno a zero non più fino a luglio, ma almeno fino alla fine del 2019.

I dati giunti nelle ultime settimane “confermano che il rallentamento della crescita economica si sta estendendo nella prima parte dell’anno, anche se ci sono segnali sul fatto che alcuni fattori frenanti si stanno affievolendo – ha spiegato Draghi nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo – I rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro restano orientati al ribasso per via delle perduranti incertezze connesse a fattori geopolitici, alla minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti”.

A chi gli chiedeva se il Consiglio direttivo ha discusso di un eventuale secondo Quantitative Easing, Draghi ha risposto: “Quello che ha fatto oggi il consiglio direttivo è una valutazione delle prospettive economiche e riasserire la prontezza della Bce a usare ogni strumento possibile per far fronte a qualsiasi contingenza possa verificarsi. Questo direi all’unanimità”.

Draghi ha anche precisato che la Bce sta valutando la possibilità di mitigare l’impatto dei tassi negativi sulle banche nel caso in cui emergano effetti collaterali. In particolare, i tecnici dell’Eurotower hanno studiato l’ipotesi d’introdurre un tasso “graduato” sui depositi, che consentirebbe alle banche di avere una parziale esenzione dal pagamento del tasso d’interesse sulle riserve parcheggiate alla Bce.

Per quanto riguarda le guerre commerciali avviate dal presidente americano, Donald Trump, “dobbiamo vedere cosa accadrà in concreto – ha detto il numero uno della Bce – ma certamente il fatto che queste minacce di misure protezionistiche siano ripetute a più riprese ha certamente un impatto sul clima generale di fiducia. Non ci sono dubbi che uno dei fattori di debolezza in Europa e nel mondo è dovuta all’indebolimento della fiducia che deriva da minacce varie, incluse quelle relative a ulteriori misure protezionistiche”.

Intanto, un avvertimento arriva anche dal Fondo Monetario Internazionale: “Le difficoltà di bilancio dell’Italia hanno riacceso i timori sul legame fra il debito sovrano e il settore finanziario nell’area euro”, si legge nel Global Financial Stability Report.

Secondo l’Fmi, anche se i ratio di capitale delle banche sono più alti e misure sono state prese per ridurre gli non performing loan dopo la crisi di Eurolandia del 2011, “c’è ancora il rischio di un riaccendersi del legame fra debito sovrano e settore finanziario” nell’area euro. Lo afferma il Fmi nel.

Il portafoglio di bond governativi del sistema bancario “è relativamente ampio rispetto agli asset in alcuni paesi, in particolare Belgio, Italia, Portogallo e Spagna”, sottolinea ancora il Fondo, che, citando i dati dell’Eba, osserva come i titoli di stato con rating più bassi nelle banche italiane e portoghesi siano aumentati dopo i downgrade dei rating sovrani. “La crescente esposizione ai bond governativi e i downgrade dei rating sovrani – si legge ancora nel report – hanno reso le banche in alcuni paesi più vulnerabili agli shock del debito sovrano”.

Domani si aprono i lavori della sessione di primavera del FMI, in un momento particolarmente delicato per l’economia mondiale.

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