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Draghi frena l’euro e conferma: Qe finchè l’inflazione non si aggiusta

Il Toro non s’arrende. Sotto la spinta di alcuni dati macro positivi (il calo dei sussidi di disoccupazione in testa) gli acquisti sono tornati a rianimare Wall Street. L’indice Dow Jones ha guadagnato l’1,06% e il Nasdaq l’1,08%. L’indice S&P 500 (+1,39%) ha segnato il nuovo record storico a quota 2121,07. Il trend è proseguito in Asia: Tokyo e Hong Kong, entrambe in rialzo di circa mezzo punto percentuale, si avviano a chiudere la settimana con il segno più.

Dopo due giorni di ribasso, anche le Borse europee hanno reagito con un forte recupero. L’indice FtseMib di Piazza Affari è salito dell’1,4%, a 23.458 punti, ancor più forte la reazione del listino di Parigi (+1,5%) e di Francoforte (+2%). In serata il cambio euro/dollaro si è riportato ieri sera a 1,135, lo stesso livello della chiusura precedente, dopo essere salito in giornata ai massimi dallo scorso febbraio a quota 1,142. 

A frenare la corsa dell’euro hanno contribuito le parole di Mario Draghi, pronunciate ieri a Washington. “Sebbene abbiamo già visto un effetto sostanziale delle nostre misure sui prezzi degli asset e sulla fiducia nell’economia – ha detto il presidente della Bce – ciò che veramente conta è che si possa vedere un effetto equivalente sugli investimenti, sui consumi e sull’inflazione”. Per questo, “implementeremo in toto come annunciato il nostro programma di acquisti e, in ogni caso, fino a che non vedremo un aggiustamento prolungato del trend dell’inflazione“. 

Inoltre, ha aggiunto, dopo sette anni di grave crisi, famiglie ed imprese sono ancora restie ad assumere rischi. Perciò l’istituzione monetaria dovrà tenere in piedi le sue misure di stimolo. Così Mario Draghi, un “uomo coraggioso” secondo il direttore generale del Fmi Christine Lagarde, ha stroncato le illazioni sulla possibile fine anticipata del Qe.

GENERALI SUPER GRAZIE AI MIGLIORI RISULTATI DAL 2008 

La ripresa dei corsi obbligazionari (il Bund a 10 anni allo 0,74%) ridà ossigeno al comparto assicurativo, alle prese con la remunerazione delle polizze vita. L’indice Stoxx europeo del comparto segna in chiusura +1,1%, la tedesca Allianz è salita del 2,3%.

A guidare la corsa è stata però Generali, la migliore blue chip che chiude in rialzo del 3,8% dopo avere annunciato un utile del primo trimestre più alto delle attese: 682 milioni di euro, in crescita del 3,3% rispetto a un anno prima. Il consensus degli analisti prevedeva un utile netto di 646 milioni.

Il risultato operativo è cresciuto del 6% a 1,3 miliardi registrando la miglior performance degli ultimi sette anni. Il risultato è stato favorito dal segmento Vita che ha visto un utile operativo di 823 milioni di euro, con un incremento dell’8,2%, mentre quello dei rami Danni ha registrato un calo del 4,6% a 505 milioni. Piace soprattutto il forte incremento del Solvency I al 168% (177% dopo il completamento della cessione della Bsi). Il titolo staccherà un dividendo di 0,60 euro per azione lunedì prossimo 18 maggio, yield 3,50%.

Nel Settore bancario rimbalza Monte Paschi (+1%) dopo avere ottenuto dalla Banca centrale europea il via libera all’aumento di capitale da 3 miliardi di euro. In grande evidenza anche il Banco Popolare (+2,5%) e Mediobanca (+1,7%). Unicredit è salita dello 0,7%, Intesa+0,5%. Chiusura negativa per Popolare Milano (-0,5%).

FRENA FERRAGAMO. EURAZEO FA CASSA CON MONCLER 

Inverte la direzione di marcia il lusso, dopo i forti rialzi di mercoledì. Fra i titoli in maggior ribasso spicca Ferragamo (-5,2%), la peggior blue chip di giornata. I realizzi sono scattati dopo la trimestrale, nonostante i dati leggermente migliori del consensus. La società del lusso ha chiuso il primo trimestre del 2015 con un utile netto di 32 milioni di euro, in crescita del 17% rispetto a un anno fa. 

I ricavi sono stati pari a 327 milioni di euro (+10%), l’utile operativo è salito del 12% a 47 milioni di euro, leggermente meglio delle aspettative. L’indebitamento finanziario netto si è ridotto da 49 a 34 milioni di euro “grazie alla significativa generazione di cassa”. Malgrado i risultati in crescita, la gran parte degli analisti ritiene congrua la quotazione raggiunta. A questi prezzi solo il 12% degli analisti censiti da Bloomberg (3 su 24) consiglia di comprare. 

Dopo la giornata dei record (mercoledì +10%) corregge al ribasso Moncler (ieri -2,9%): la società francese di investimento Eurazeo ha ridotto la propria quota dal 23,3% al 15,5% tramite un collocamento a investitori istituzionali di 19,5 milioni di azioni a un prezzo intorno a 17,40 euro. In ripresa Tod’s, che ha azzerato le perdite iniziali (scendeva del 2,1%) e guadagna in chiusura il 2%. Brillanti Luxottica (+3,2%) e Yoox, che sale del 2,3%.

RIPARTE L’INDUSTRIA. LA JUVE SALE ANCHE IN BORSA

Eni ha azzerato le perdite iniziali e ha chiuso in rialzo dell’1,5%. Il Brent è scambiato a 66,8 dollari al barile (invariato). Negativa Saipem (-0,3%), nonostante il fondo d’investimento americano Dodge & Cox abbia incrementato la quota al 9,4% circa. Saras ha chiuso in calo dell’1,6% dopo l’annuncio di un utile trimestrale inferiore alle attese. Bene Enel (+1,5%) e le utilities: Atlantia +3,3%, Snam+1,8%.

In terreno positivo gli industriali: Fiat Chrysler +1,8%, StM +1,7%, Prysmian +1,9%, Finmeccanica +1,4%. Brembo + 2,35% dopo la trimestrale. Da segnalare ancora Salini Impregilo (+1,03%), che in serata ha comunicato un utile netto più che raddoppiato al termine del primo trimestre. Infine, Juventus in rally (+3,45%) dopo la qualificazione alla finale di Champions League.

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