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Draghi e il futuro della UE: mercato unico energetico, crescita sostenibile e una difesa forte per l’Europa

Draghi ha ricevuto il Premio Europeo Carlo V e durante il suo discorso ha parlato del futuro dell’Unione Europea, enfatizzando la crescita sostenibile, la transizione verde e la difesa dell’Europa. Sui dazi “utili contro la concorrenza sleale” mentre sull’energia ribadisce l’importanza di “un vero mercato unico europeo”. Le sfide attuali richiedono per SuperMario una “cooperazione inedita della Ue”

Draghi e il futuro della UE: mercato unico energetico, crescita sostenibile e una difesa forte per l’Europa

Mario Draghi ha ricevuto il Premio Europeo Carlo V dal re Felipe VI di Spagna durante una cerimonia al monastero di San Jeronimo de Yuste. Il premio, intitolato all’ultimo grande imperatore europeo Carlo V, riconosce l’influenza e il contributo significativo di Draghi all’integrazione e alla prosperità europea.

Nel suo discorso di ringraziamento, l’ex premier ha delineato i prossimi passi per il futuro dell’Unione Europea, concentrandosi sulla necessità di una crescita più rapida e sostenibile, l’importanza cruciale della transizione verde e la necessità di rafforzare la capacità difensiva dell’Europa. Un pensiero poi sui dazi, “utili contro la concorrenza sleale” mentre ha esortato alla creazione di un “vero mercato energetico europeo” per migliorare la competitività del continente nel settore dell’energia.

Un mercato unico per una crescita sostenibile

Draghi ha iniziato il suo discorso sottolineando i successi raggiunti dall’Europa nel creare un mercato unico che conta 445 milioni di consumatori che ha portato a un aumento della prosperità economica e della coesione sociale tra gli Stati membri.

“Ma oggi affrontiamo questioni fondamentali sul nostro futuro. Mentre le nostre società invecchiano, le richieste al nostro modello sociale aumentano, e per gli europei mantenere alti livelli di protezione sociale è irrinunciabile. Dobbiamo anche adattarci ai rapidi cambiamenti tecnologici, realizzare la transizione verde, potenziare la difesa, e nel frattempo è finita l’era del gas importato a basso prezzo dalla Russia, e il libero commercio mondiale rischia di tramontare. Se vogliamo affrontare tutte queste sfide dovremo crescere più velocemente e meglio. E il modo principale per farlo è aumentare la produttività delle nostre economie”.

Draghi ha messo in luce il divario tecnologico tra l’Europa e gli Stati Uniti, in particolare nel settore dell’intelligenza artificiale. “Circa il 70% dei modelli di IA viene sviluppato negli Stati Uniti, con tre aziende americane che rappresentano il 65% del mercato globale del cloud computing”. Per colmare questo divario, Draghi ha proposto una serie di azioni politiche mirate.

Riduzione dei costi energetici

Una delle priorità evidenziate da Draghi è la riduzione del prezzo dell’energia in Europa. Gli utenti industriali europei affrontano costi energetici significativamente più alti rispetto ai loro omologhi statunitensi. Draghi ha attribuito questo svantaggio al ritardo dell’Europa “nell’installazione di nuove capacità di energia pulita e alla mancanza di risorse naturali. Soffriamo di investimenti in infrastrutture lenti e sub-ottimali, sia per le rinnovabili sia per le reti. Le reti inadeguate implicano che non possiamo soddisfare la domanda di energia anche quando ci sono surplus in alcune parti dell’Ue”.

Per aumentare la produttività, ha suggerito la costruzione di un vero mercato energetico europeo che consenta a industrie e famiglie di beneficiare appieno dell’energia pulita.

Potenziare la capacità di difesa

Draghi ha anche affrontato la necessità di potenziare la capacità di difesa dell’Europa. Ha sottolineato l’importanza di un ambiente di innovazione robusto, evidenziando il divario di investimento in ricerca e innovazione (R&I) tra l’Europa e gli Stati Uniti. Le imprese europee investono circa la metà rispetto alle loro controparti americane, creando un “divario di circa 270 miliardi di euro ogni anno”. L’ex premier ha proposto un aumento del finanziamento pubblico e un coordinamento più efficace tra gli Stati membri per affrontare queste sfide.

La ricetta di Draghi per la politica economica dell’UE

La ricetta di Draghi per il successo dell’Unione Europea include “una valutazione comune dei rischi geopolitici che affrontiamo, condivisa tra gli Stati membri”. Occorrerà, poi sviluppare una “politica economica estera che coordini accordi commerciali preferenziali e investimenti diretti con nazioni ricche di risorse, crei scorte in aree critiche e stabilisca partenariati industriali per garantire la catena di approvvigionamento delle tecnologie chiave”.

Draghi ha poi affrontato la questione dei dazi e pur rimanendo fedele al principio del libero commercio, ha riconosciuto che l’Europa non può rimanere passiva se la sua prosperità è minacciata.

“La prima risposta europea alle mutate regole del commercio mondiale dovrebbe essere cercare di riparare i danni all’ordine commerciale multilaterale”. La seconda risposta “dovrebbe essere l’incoraggiamento degli investimenti diretti esteri per mantenere i posti di lavoro manifatturieri in Europa”. La terza risposta invece dovrebbe includere “l’uso di sussidi e dazi per compensare i vantaggi sleali creati da politiche industriali e svalutazioni reali dei tassi di cambio all’estero, ma se imbocchiamo questa strada, deve essere come parte di un approccio generale che sia pragmatico, cauto e coerente“.

Draghi ha precisato che “l’uso di dazi e sussidi dovrebbe essere basato su principi e coerente con la massimizzazione della nostra crescita della produttività. Ciò significa distinguere tra innovazione e miglioramenti della produttività genuini all’estero e concorrenza sleale e soppressione della domanda. È cruciale “evitare di incentivare dinamiche che minano l’industria europea e garantire che i dazi siano applicati in modo coerente lungo tutte le fasi della produzione, senza incentivare la delocalizzazione delle industrie” ha spiegato l’ex capo della Bce. Inoltre, i dazi devono essere “bilanciati” considerando “gli interessi dei consumatori”, “perché se ci sono industrie in cui i produttori nazionali sono rimasti troppo indietro rispetto ai concorrenti stranieri rendere le importazioni più costose attraverso i dazi imporrebbe solo pesi morti all’economia”.

Decisioni urgenti che necessitano della cooperazione tra gli Stati membri della Ue

Le decisioni politiche necessarie per affrontare le sfide tecnologiche e climatiche “sono urgenti”, ha concluso l’ex capo della Bce “e richiedono un livello di cooperazione e coordinamento tra gli Stati membri dell’Unione Europea mai visto prima”. Nonostante le difficoltà, Draghi si è detto “fiducioso nella determinazione, responsabilità e solidarietà dell’Europa per difendere il lavoro, il clima, i valori di equità sociale e inclusione, e l’indipendenza del continente”.

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