Dal Peterson Institute di Washington, Mario Draghi difende la politica monetaria della Banca Centrale Europea. Nell’ambito dei meeting annuali di Fondo monetario e Banca Mondiale, a due settimane esatte dal verdetto sul quantitative easing, il Governatore della Bce afferma che le misure straordinare potranno anche avere effetti distorsivi, ma i vantaggi che hanno consentito in termini di posti di lavoro creati sono tali “che possiamo ignorare” queste distorsioni.
“Tutte le politiche monetarie, per definizione, sono distorsive – ha dichiarato Draghi -. La questione chiave è che se crei 7 milioni di posti di lavoro nell’area euro negli ultimi 4 anni, le distorsioni potranno esserci ma i vantaggi sono tali che le puoi ignorare”.
Parlando dei tassi d’interesse, il numero uno dell’Eurotower fa sapere che non verranno alzati se non “ben dopo” che sarà stato terminato il programma di acquisti di titoli “e lasciatemi dire che questo ‘ben oltre” è molto importante per ancorare le aspettative di inflazione”. Draghi ha ribadito ancora una volta l’importanza della “foward guidance”, l’orizzonte previsionale che la stessa Bce fornisce sulle sue intenzioni di politica monetaria per il futuro.
I tassi rimarranno dunque al livello attuale “finché non vedremo segni” di risalita dell’inflazione.
“La politica dei tassi negativi è stata in larga misura un successo e la redditività della banche non ne ha risentito”, continua Draghi, “Anzi la redditività delle banche è cresciuta, segno che hanno trovato altri modi di guadagnare”. Draghi ha ricordato come anche i money market fund non abbiano registrato problemi e anzi abbiano visto una crescita dei flussi netti, grazie anche alla minore competizione delle banche. La politica monetaria – ha aggiunto – crea sempre delle distorsioni “ma se il risultato è creare 7 milioni di posti di lavoro in 4 anni, allora queste distorsioni si possono anche ignorare”. Riguardo alla forward guidance, Draghi ne ha sottolineato il ruolo cruciale nell’ancorare le aspettative di inflazione.