Il pesante indebitamento degli Stati e il problema dell’inflazione rappresentano seri rischi per la crescita globale, soprattutto in un periodo in cui la crisi non è ancora del tutto alle spalle. Lo ha detto Mario Draghi, governatore di Banca d’Italia e candidato alla presidenza della Banca centrale europea, durante una conferenza a Berlino.
“Soprattutto il surriscaldamento dell’inflazione è un rischio evidente e attuale”, ha aggiunto l’economista italiano. Secondo il probabile successore di Jean-Claude Trichet alla presidenza Bce la risposta europea alla crisi è stata tempestiva ed efficace, con politiche fiscali e liquidità fornita ai mercati “senza precedenti” che hanno permesso al sistema finanziario internazionale di mantenere un’ottima stabilità.
Per il Governatore le perdite che ci sono state “in termini di produzione e di occupazione sono state significative ma non dirompenti”. Draghi ha però sottolineato come la crescita delle economie europee, eccezion fatta per la Germania, rimanga piuttosto debole. La crisi del debito sovrano “dei tre Paesi che contano più del 6% del Pil dell’intera area può ancora avere un grande impatto sistemico nell’Eurozona”.
Stamattina è intervenuto sul tema dell’inflazione anche Juergen Stark, membro del direttivo della Bce, che in un’intervista al quotidiano Kathimerini ha dichiarato: “Stiamo monitorando attentamente l’aumento dei prezzi per evitare effetti di secondo livello”. “La Bce è pronta ad alzare di nuovo i tassi se necessario” – ha aggiunto il politico tedesco- “partiamo dal presupposto che la crescita economica continuerà e pertanto si presenta una minore necessità di politiche fiscali e monetarie accomodanti”. (f.o.)
Draghi: debiti sovrani e inflazione minano la ripresa
Il Governatore della Banca d’Italia in una conferenza a Berlino sottolinea come l’economia sia in ripresa, ma predica prudenza. Jurgen Stark, membro del direttivo Bce, rilancia: “la Banca centrale è pronta ad alzare di nuovo i tassi se necessario”