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Draghi convince i mercati: spread sotto quota 95

L’effetto Draghi sui mercati continua: lo spread Btp-Bund scende ancora e si attesta a quota 94 – Borse in altalena dopo la cavalcata dei giorni scorsi ma a Piazza Affari le banche corrono e Wall Street a due velocità

Draghi convince i mercati: spread sotto quota 95

Finale leggermente negativo per i listini europei, che archiviano una seduta volatile e condizionata nel pomeriggio dall’andamento in altalena di Wall Street, in attesa del discorso sul mercato del lavoro del presidente della Federal Reserve Jerome Powell. Gli indici statunitensi, dopo un avvio intonato che li ha portati per l’ennesima volta a toccare nuovi primati, sono al momento in calo, complice la debolezza delle Big Tech. Vola però Twitter dopo la trimestrale sopra le stime. 

Piazza Affari limita le perdite allo 0,15%, fermandosi a 23.264 punti. La carta italiana invece resta ben comprata sul secondario e lo spread fra decennale italiano e tedesco scende a 94 punti base (-1,2%), mentre il tasso del Btp benchmark aggiorna in seduta il suo minimo storico a +0,48%, per chiudere a +0,5%. La presidente della Bce, Christine Lagarde, in un’intervista online con l’Economist, ha esortato la Ue a ratificare presto il Recovery Fund e ha ripetuto il “whatever it takes (fare tutto il necessario)” di Mario Draghi, parlando del mandato della Banca centrale nell’assicurare la stabilità dei prezzi. Resta alta inoltre la fiducia degli investitori nel fatto che il presidente del consiglio incaricato, concluso il secondo giro d’incontri con i partiti e ascoltate le parti sociali, possa sciogliere la riserva, nonostante il travaglio dei 5 stelle e l’attesa per il voto online degli iscritti al movimento.

Nel resto d’Europa Francoforte perde lo 0,56%; Parigi -0,36%; Madrid -0,49%; Amsterdam +0,02%; Londra -0,12%. Focus su trimestrali importanti come quelle oltre le attese di Societe Generale (+2,85% a Parigi) e Thyssenkrupp (+6,74% a Francoforte). Heineken perde invece il 5,1% ad Amsterdam, dopo aver annunciato il taglio del 10% della forza lavoro nel mondo a causa delle perdite dovute alla chiusura di bar e ristoranti per la pandemia.

Pesa sull’umore dei listini europei anche l’andamento dei contagi che sono in leggero calo, ma ancora alti, mentre la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ammette gli errori commessi dal blocco nell’approvazione e nel lancio dei vaccini. I piani di immunizzazione potrebbero ricevere una spinta dal fatto che l’Oms ha sdoganato il vaccino di AstraZeneca anche per gli over 65 e in presenza di varianti. Nell’Unione è stata superata intanto la triste soglia del mezzo milione di morti, mentre la Germania potrebbe prolungare il lockdown dal 14 febbraio al 14 marzo. 

Sul mercato valutario il dollaro resta in fase discendente, mentre si apprezza l’euro con il cambio oltre 1,21. La debolezza del biglietto verde favorisce gli acquisti sulle commodity. Il petrolio resta ben comprato e il Brent sale dello 0,42% a 61,48 dollari al barile. È poco mosso l’oro, che tratta in area 1835,50 dollari l’oncia. Galoppa invece il platino, con il contratto aprile 2021 in rialzo del 3,66% a 1235,60 dollari.

In Piazza Affari si confermano al centro della scena, nel bene e nel male, le banche. La peggiore è Monte dei Paschi di Siena, -5,8%, dopo i conti del 2020 chiusi con 1,69 miliardi di perdite. Nell’ultimo decennio Mps ha bruciato 23,5 miliardi e ha chiuso in rosso gli ultimi otto esercizi, che sono stati segnati dall’acquisizione sopravvalutata di Antonveneta, dallo scandalo dei derivati e dall’esplosione dei crediti deteriorati. Tra il 2011 e il 2017 la banca, che in Borsa capitalizza meno di 1,4 miliardi, ne ha chiesti al mercato 18,5 sotto forma di aumenti di capitale, di cui 5,4 forniti dallo Stato con la ricapitalizzazione precauzionale del 2017.

Regina del Ftse Mib è Mediobanca, +3%, grazie ai conti migliori delle attese e con diversi broker che hanno rivisto i target: Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 10 euro da 9,3 euro precedente; Morgan Stanley a 10 euro da 9,5 e Citigroup  a 9,3 da 8,85 euro.

Tornano gli acquisti su Bper +1,63% e l’azionista Unipol +2,52%. In progresso Unicredit +0,82%, in attesa dei conti domani.

Rimbalza Finecobank +2,6% e si rianimano le utility a partire da Italgas +1,27% e A2a +0,86%. Rialza la testa Tenaris +1,21% e si conferma ben comprata Eni +0,79%.

Nella top ten delle blue chip anche Atlantia +0,98%.

Le vendite penalizzano Stm -2,66%; Stellantis -1,94%; Banca Generali -1,51%; Interpump -1,38%. Fuori dal paniere principale gli acquisti premiano Fincantieri (+9,66%).

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