Chi sperava che Mario Draghi potesse intervenire per sbloccare la trattativa fra Atene e Bruxelles è rimasto deluso. “Deve essere assolutamente chiaro – ha detto oggi il Presidente della Bce in audizione al Parlamento europeo – che le decisioni di concludere il programma e di procedere con altri esborsi ricadono interamente sull’Eurogruppo. E’ una decisione politica che andrà presa da rappresentanti eletti dal popolo – ha detto – non dai banchieri centrali”.
Quanto al merito del negoziato fra i creditori internazionali e la Grecia, Draghi ritiene che serva “un accordo forte e complessivo, e rapidamente”. In ogni caso, ha aggiunto, “la Bce sta facendo tutto quel che può per facilitare un accordo. Serve non solo nell’interesse della Grecia ma anche per l’area euro come insieme. Ora la palla è nella metà campo della Grecia”.
Il Presidente della Banca centrale europea ha anche commentato il quadro macroeconomico dell’Eurozona, sottolineando che l’Eurotower prevede un’inflazione media ancora su livelli bassi nei prossimi mesi, prima di una risalita nella parte finale dell’anno. In questo contesto Draghi ha ribadito l’intenzione del Consiglio direttivo della Bce di portare avanti come previsto il quantitative easing.
In generale, gli ultimi indicatori “confermano ampiamente la nostra valutazione – ha concluso Draghi – su una ripresa economica che procede a ritmi moderati. Vediamo segnali incoraggianti sul fatto che anche gli investimenti privati siano in risalita, tendenza che alimenta la speranza di una ripresa che si va ampliando. Le nostre misure si stanno facendo strada nell’economia reale”.
E a chi gli ha chiesto le eventuali conseguenze di un’uscita di Atene dall’eurozona, il presidente della Bce ha risposto che con eventi imprevedibili “entreremmo in acque inesplorate”. Draghi non ha menzionato direttamenteGrexit, limitandosi a indicare che si tratta di “gestire la situazione al meglio”. “La situazione economica della Grecia è drammatica – ha chiuso Draghi -, specie nel mercato del lavoro, ma non possiamo fare del finanziamento monetario. Non si può dire che la situazione greca è di responsabilità di altri”.