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Draghi ce la fa: anche Conte, Di Maio e Berlusconi aprono

Imagoeconomica

Se non ci saranno imprevisti, Mario Draghi ha ormai ottime probabilità di centrare l’obiettivo che gli ha assegnato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e di formare in pochi giorni il nuovo Governo. Tre inedite aperture più qualche altro spiraglio sembrano aver sbloccato una situazione che fino a poche ora fa era impantanata nei veti e controveti dei Cinque Stelle e del centrodestra: quella del premier uscente Giuseppe Conte e quella del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che trascinano i Cinque Stelle verso Draghi, e quella di Silvio Berlusconi che tiene unita e porta in dote il consenso di Forza Italia. Ma c’è in più il possibilismo della Lega che non esclude più il suo appoggio al nuovo premier per un governo più politico che tecnico.

A conti fatti, dunque, la maggioranza c’è sia alla Camera che al Senato, perchè Mario Draghi può contare sui voti del Pd, dei Cinque Stelle, di Italia Viva, di Forza Italia, di +Europa, di Azione di Calenda, del Centro democratico, di Leu, di Cambiamo di Toti e forse perfino della Lega.

La prima novità è venuta dal premier uscente Giuseppe Conte che, davanti a Palazzo Chigi e con l’occhio rivolto a Montecitorio, ha sgombrato il campo da disegni ostruzionistici, escludendo di voler rappresentare un ostacolo per Draghi ma lanciando anche un’Opa sui Cinque Stelle (“Io ci sono e ci sarò”) e un segnale di alleanza a Pd e Leu. La sua mossa – unitamente a quella di Di Maio che ha aperto chiaramente a Draghi – non potrà che trascinare i grillini nella maggioranza e nel Governo che l’ex Presidente della Bce si accinge a formare. “Il mai con Draghi” lanciato inizialmente da Cinque Stelle è morto e sepolto. Non per caso tra i grillini circola addirittura la battuta secondo cui “Tutti vogliono entrare nel nuovo Governo“.

Ma sulla sua strada Draghi ha raccolto anche consensi nel centrodestra. Berlusconi, che verrà a Roma per guidare personalmente la delegazione di Forza Italia nelle consultazioni con il premier incaricato, ha esplicitamente sostenuto che il tentativo di Draghi “va nella direzione indicata” e non a caso ha ricordato che fu il suo governo a nominarlo anni fa Governatore della Banca d’Italia e poi a sostenerne la candidatura al vertice della Bce. E sulla stessa linea c’è ancor di più la piccola formazione del Governatore Toti. Nelle prossime ore si capirà se nella maggioranza entrerà – con qualche mal di pancia del Pd – anche la Lega, per la quale il leader Matteo Salvini ha significativamente detto che “prima vengono gli interessi del Paese” e che potrebbe avere il vicesegretario Giorgetti, da sempre vicinissimo a Draghi, come nuovo ministro.

Ma, oltre al programma incentrato sulla lotta alla pandemia e sulla riscrittura del Recovery Plan, uno dei passaggi cruciali per il nuovo Governo sarà la definizione della squadra che assortirà personalità politiche e personalità indipendenti e istituzionali ma che, come ha raccomandato Mattarella, sarà sicuramente “di alto profilo”. Due piani su cui sarà Mario Draghi in prima persona a segnare evidenti elementi di discontinuità. E i mercati festeggiano.

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Categories: Politica