Se l’economia dell’Eurozona non migliorerà, “saranno necessari ulteriori stimoli”. Quali? Le possibilità non mancano: dal Quantitative easing, il programma di acquisto titoli interrotto a gennaio di quest’anno, che “ha ancora molto spazio a disposizione”, fino a “ulteriori tagli ai tassi d’interesse”, che rimangono un’opzione praticabile malgrado i rendimenti siano già al minimo storico. È una posizione forte e chiara quella espressa martedì mattina dal presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, intervenuto per l’ultima volta all’Ecb Forum che si svolge ogni anno a Sintra, in Portogallo.
“Guardando al futuro – ha spiegato il numero uno della Bce – le prospettive di rischio restano orientate al ribasso e gli indicatori per i prossimi trimestri ci parlano di una persistente debolezza. I rischi che sono stati evidenti per tutto lo scorso anno – in particolare i fattori geopolitici, la crescente minaccia di protezionismo e la vulnerabilità nei mercati emergenti – non si sono dissipati. Al contrario, la loro persistenza ha pesato sulle esportazioni e in particolare sulla manifattura”.
Per questo, Draghi ha sottolineato che, “in assenza di miglioramenti, se il ritorno sostenuto dell’inflazione verso il nostro obiettivo sarà messo a rischio”, la Bce dovrà intervenire ancora, allargando i cordoni della politica monetaria con nuove misure espansive.
“Nelle prossime settimane – ha aggiunto – il Consiglio direttivo deciderà in che modo adattare i nostri strumenti alla gravità dei rischi cui è esposta la stabilità dei prezzi. Manteniamo la capacità di rafforzare la nostra forward guidance per tenere conto delle variazioni negli aggiustamenti del percorso di inflazione”.
Questo, ha precisato Draghi, si applica a tutti gli strumenti di politica monetaria: “Ulteriori tagli dei tassi d’interesse e misure per mitigare eventuali effetti negativi rimangono fra i nostri strumenti, mentre il programma di acquisto di bond ha ancora considerevole spazio a disposizione”.
Il Presidente della Bce ha parlato anche dei “Paesi con alto debito”, come l’Italia, che devono conservare “la fiducia degli investitori” varando “riforme e investimenti pubblici” ma senza violare “le regole fiscali europee”.
Dopo le parole di Draghi, le Borse europee hanno accelerato al rialzo (Piazza Affari +1% a metà mattina), mentre l’euro si è indebolito. La moneta unica, che prima del discorso si attestava a 1,1242 dollari (da 1,122 dollari ieri in chiusura), è scivolata sotto quota 1,12 dollari, a 1,119. Lo spread Btp-Bund, invece, è sceso da 255 a 247 punti base.
Duro l’attacco del Presidente americano Trump a Draghi, che la Casa Bianca accusa di “slealtà” per aver favorito l’euro contro il dollaro.