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Draghi alla Camera: economia più forte, riforme necessarie

“La situazione congiunturale e le prospettive dell’area euro sono ora più favorevoli di quanto siano state negli ultimi anni. Vari fattori aiutano la fiducia e una ripresa che acquisti forza e stabilità”. Lo ha oggi detto il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nel corso di un’audizione alla Camera dei deputati italiana, la prima dalla sua nomina alla guida dell’Eurotower.

SI’ ALLA BAD BANK 

“Condizione indispensabile perché i capitali arrivino alle imprese è avere un settore bancario sano – ha agiunto -. I prestiti deteriorati devono emergere rapidamente e devono essere adottate misure per risolvere il problema. La Bce guarda con molto favore alle iniziative che alleggeriscono i bilanci delle banche dalle sofferenze, liberando risorse a favore delle imprese”. 

L’ex numero uno di Bankitalia, quindi, appoggia indirettamente il progetto di una bad bank di matrice pubblica che il governo italiano sta valutando, peraltro con il sostegno di Via Nazionale.  

I PAESI DEVONO CEDERE UN’ALTRA FETTA DI SOVRANITA’ A BRUXELLES

“Non c’è modo di avere la certezza che i singoli Paesi mettano in campo le riforme strutturali necessarie ad essere all’altezza dell’unione valutaria – ha continuato Draghi –, e io credo che su questo punto si debba intervenire, perché ciò che accade in un Paese riguarda tutti: abbiamo bisogno di un alto grado di convergenza strutturale”. 

In altri termini, Draghi ribadisce la proposta di una maggiore cessione di sovranità da parte dei singoli Paesi alle istituzioni europee, “che hanno dato prova d’efficienza sul campo della concorrenza e della politica monetaria, anche se non sono io la persona giusta per fare questa valutazione”. Il presidente della Bce arriva quindi a ipotizzare un cambiamento dei trattati, per passare “da un sistema basato sulle regole a uno basato su istituzioni europee più forti”.  

I PROBLEMI DELL’ITALIA: GIUSTIZIA, ISTRUZIONE, LAVORO

Quanto all’Italia, Draghi ha fatto notare che, secondo alcuni studi, “un dimezzamento della lunghezza media del processo civile aumenterebbe le dimensioni medie delle imprese nell’ordine dell’8-12%”.

Un altro punto su cui si è concentrata l’attenzione del presidente della Bce è l’efficacia del sistema scolastico-universitario: “Le politiche per aumentare le competenze devono diventare parte integrante dell’opera di riforma”, ha detto, precisando che “nel 2013 i disoccupati fra chi aveva una bassa istruzione erano il 19%, mentre fra gli istruiti la quota era del 6%”.

Proprio sul versante dell’occupazione, “in questo momento il sostegno al lavoro non consiste nel proteggere il singolo posto – ha concluso Draghi –, ma nel mettere in condizione i lavoratori”, dopo un licenziamento, “di trovare un altro posto rapidamente”.

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