Mario Draghi al Senato spiega al Paese perché “l’aggressione premeditata e immotivata” di Putin non si ferma ai confini dell’Ucraina ma mette a repentaglio la sicurezza di tutto il mondo e quindi anche la nostra. Nel suo lungo discorso il premier italiano ha dato il pieno appoggio e sostegno al popolo ucraino anche con aiuti militari, ribadendo come “tollerare un simile gesto vuol dire mettere a repentaglio la pace”. E anche se il nostro Paese ha “più da perdere” rispetto ad altri paesi soprattutto sul fronte energetico, Draghi assicura che “l’Italia non si volterà dall’altra parte” ma continuerà ad allinearsi con le decisioni internazionali.
Con un discorso che guarda al futuro più che al presente, il presidente del Consiglio si rivolge a Palazzo Madama nella giornata di voto. Prima del Consiglio dei ministri di ieri, che ha autorizzato gli aiuti militari all’Ucraina, Mario Draghi ha parlato con i due leader della maggioranza che avrebbero potuto avere posizioni meno allineate all’Ue, ottenendo il pieno sostegno anche da parte di Giuseppe Conte e Matteo Salvini più “restii” sul coinvolgimento dell’Italia nella crisi ucraina.
L’obiettivo del premier italiano è chiaro, arrivare al massimo del sostegno in Parlamento alla risoluzione con “solidarietà a Zelensky e al popolo ucraino che lotta con coraggio, sanzioni a Mosca assieme agli alleati e aiuti ai profughi”. Volti tirati, aria densa di preoccupazione aleggia tra i senatori per la possibile escalation, ma il discorso fermo ed elegante del capo di governo spazza via ogni dubbio.
Draghi al Senato: “La guerra Ucraina segna fine illusione pace europea”
“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ci riporta indietro di 80 anni. Non è solo un attacco a un paese libero e sovrano ma un attacco ai nostri valori, alla democrazia e alle istituzioni che abbiamo costruito insieme”. Negli ultimi decenni, molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa. Che gli orrori che avevano caratterizzato il ‘900 fossero mostruosità irripetibili. Che le istituzioni multilaterali create dopo la Seconda Guerra Mondiale fossero destinate a proteggerci per sempre. In altre parole, che potessimo dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza, benessere che le generazioni che ci hanno preceduto avevano ottenuto con enormi sacrifici”, ha iniziato così il suo discorso il premier Draghi nelle comunicazioni dell’esecutivo al Senato.
“Ora tocca a noi tutti decidere come reagire e l’Italia non intende voltarsi dall’altra parte”. Evocando poi le immagini che ci arrivano dall’Ucraina in lotta per la libertà dell’Europa segnano “la fine della pace illusoria” e che “l’eroica resistenza del popolo ucraino, del suo presidente Zelensky, ci mettono davanti una nuova realtà e ci obbligano a compiere scelte fino a pochi mesi fa impensabili”.
Draghi: “Putin ascolti chi manifesta contro la guerra”
Il premier italiano ha sottolineato che Putin non è un Paese, anzi come dimostrano le recenti manifestazioni in Russia molti cittadini non approvano le azioni del Cremlino. “Dall’inizio dell’invasione, sono circa 6mila le persone arrestate per aver manifestato contro l’invasione dell’Ucraina, 2.700 solo nella giornata di domenica. Ammiro il coraggio di chi vi prende parte. Il Cremlino dovrebbe ascoltare queste voci e abbandonare i suoi piani di guerra”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.
“Segnale preoccupante su nucleare anche dalla Bielorussia”: dice Draghi al Senato
Nella guerra Russia-Ucraina, il premier condanna la posizione bielorussa. “L’attacco si è spostato nei centri urbani, c’è una lunga fila di carri armati questa mattina alle porte di Kiev. Il presidente Putin ha allertato il sistema difensivo nucleare. È un gesto grave, ma dimostra che la resistenza dei cittadini ucraini e le sanzioni stanno mettendo in difficoltà la Russia”.
“Un altro segnale preoccupante proviene dalla vicina Bielorussia, i cui cittadini domenica hanno votato a favore di alcune rilevanti modifiche della Costituzione ed eliminato lo status di Paese ‘denuclearizzato’. Questo potrebbe implicare la volontà di dispiegare sul proprio suolo armi nucleari provenienti da altri Paesi”.
“L’Italia in prima linea per aiuti umanitari e migratori”
“L’Italia è impegnata in prima linea per sostenere l’Ucraina dal punto di vista umanitario e migratorio, in stretto coordinamento con i partner europei e internazionali. La situazione umanitaria nel Paese è sempre più grave. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari saranno circa 18 milioni il numero di persone che potrebbe necessitare di aiuti umanitari nei prossimi mesi. “L’Italia farà di tutto per aiutare i paesi vicini nel dramma dell’impatto di questa migrazione. Possono contare sull’Italia”, ha aggiunto Mario Draghi.
Poi ha ricordato i passi già compiuti dal Paese: “L’Italia ha già contribuito in modo considerevole all’emergenza con un finanziamento di 110 milioni di euro a favore di Kiev come sostegno al bilancio generale dello Stato. Abbiamo stanziato un primo contributo del valore di un milione di euro al Comitato Internazionale della Croce Rossa, donato oltre 4 tonnellate di materiale sanitario, e offerto 200 tende familiari e 1.000 brandine. Abbiamo in programma l’invio di beni per l’assistenza alla popolazione, l’invio di farmaci e dispositivi sanitari e il dispiegamento di assetti sanitari da campo”
Ma anche che il sostegno italiano non si fermerà qui. “Sono in stato di preallerta ulteriori forze già offerte dai singoli Paesi Membri all’Alleanza: l’Italia è pronta con un primo gruppo di 1.400 militari e un secondo di 2.000 unità”.
“L’Italia ha risposto all’appello del presidente Zelensky che aveva chiesto equipaggiamenti, armamenti e veicoli militari per proteggersi dall’aggressione russa. È necessario che il Governo democraticamente eletto sia in grado di resistere all’invasione e difendere l’indipendenza del Paese. A un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere soltanto con incoraggiamenti e atti di deterrenza. Questa è la posizione italiana, dell’Unione Europea, dei nostri alleati”.
“Stato di emergenza umanitario fino al 31 dicembre. Non c’entra con Covid”
Nell’estendere lo stato d’ermegenza, il premier italiano ha voluto rassicurare i cittadini italiani sulla situazione Covid. Lo “stato di emergenza umanitario” fino al 31 dicembre “ha esclusivamente lo scopo di assicurare il massimo aiuto dell’Italia all’Ucraina. È un impegno di solidarietà, che non avrà conseguenze per gli italiani, e che non cambia la decisione di porre fine il 31 marzo allo stato di emergenza per il Covid-19”.
Draghi al Senato: “Minaccia nucleare gesto grave ma dimostra l’efficacia della resistenza ucraina e delle sanzioni”
Forse Putin pensava di dividere l’Unione Europea e invece gli alleati hanno dato prova di fermezza e unità. “Abbiamo adottato tempestivamente sanzioni senza precedenti, che colpiscono moltissimi settori e un numero importante di entità e individui, inclusi il presidente Putin e il ministro Lavrov”, ha affermato il premier. “Sul piano finanziario le misure restrittive adottate impediranno alla Banca centrale russa di utilizzare le sue riserve internazionali per ridurre l’impatto delle nostre misure restrittive. In ambito Ue si sta lavorando a misure volte alla rimozione dal sistema SWIFT di alcune banche russe. Questo pacchetto ha inflitto già costi molto elevati a Mosca. Nella sola giornata di lunedì, il rublo ha perso circa il 30% del suo valore rispetto al dollaro. La Borsa di Mosca è chiusa da ieri e la Banca centrale russa ha più che raddoppiato i tassi di interesse, passati dal 9,5% al 20%, per provare a limitare il rischio di fughe di capitali”.
“Stiamo approvando – aggiunge Draghi – forti misure restrittive anche nei confronti della Bielorussia, visto il suo crescente coinvolgimento nel conflitto. La Russia ha subito anche un durissimo boicottaggio sportivo, con l’annullamento di tutte le competizioni con squadre russe in ogni disciplina”.
Poi le proposte del capo del governo: “L’Italia è pronta a ulteriori misure restrittive, ove fossero necessarie. In particolare, ho proposto di prendere ulteriori misure mirate contro gli oligarchi. L’ipotesi è quella di creare un registro internazionale pubblico di quelli con un patrimonio superiore ai 10 milioni di euro. Ho poi proposto di intensificare ulteriormente la pressione sulla Banca centrale russa e di chiedere alla Banca dei Regolamenti Internazionali, che ha sede in Svizzera, di partecipare alle sanzioni”, ha detto Draghi al Senato.
“Per i cittadini italiani preoccupati: vigiliamo su obiettivi sensibili”
Rassicurazioni ai cittadini italiani per le conseguenze di questo conflitto: “il Governo è al lavoro incessantemente per contrastare le possibili ricadute per il Paese. Il Ministero dell’Interno ha emanato le direttive in merito alle misure di vigilanza, a protezione degli obiettivi sensibili. Per gli aspetti legati ai controlli di sicurezza dei rifugiati, il Governo ha attivato tutti i meccanismi nazionali e di coordinamento internazionale per monitorare le potenziali minacce”, ha spiegato Draghi. “È stato attivato un apposito Nucleo per la Cybersicurezza per condividere le informazioni raccolte e al suo interno è stato istituito un tavolo permanente dedicato alla crisi in atto”.
Gas: “No segnali di stop ma rischio ritorsioni”
Il capo del governo parla anche delle possibili ripercussioni sull’Italia, a partire da eventuali tagli nelle forniture di gas, che il nostro Paese importa per circa il 95% del totale e di cui oltre il 40% proviene proprio dalla Russia. Ma per il premier questo non rappresenta un elemento di particolare preoccupazione: “Il governo è inoltre al lavoro per mitigare l’impatto di eventuali problemi per quanto riguarda le forniture energetiche. Al momento non ci sono segnali di un’interruzione delle forniture di gas. Ma è importante valutare ogni evenienza, visto il rischio di ritorsioni e di un possibile ulteriore inasprimento delle sanzioni”, ha affermato. “La diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico è un obiettivo da perseguire indipendentemente da quello che accadrà alle forniture di gas russo nell’immediato. Non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo Paese. Ne va anche della nostra libertà, non solo della nostra prosperità”.
Per quanto riguarda il breve termine “l’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie. La nostra previsione è che saremo in grado di assorbire eventuali picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altra capacità di importazione”. Per diversificare le fonti di energia “dobbiamo prima di tutto puntare su un aumento deciso della produzione di energie rinnovabili. “Dobbiamo continuare a semplificare le procedure per i progetti onshore e offshore – come stiamo già facendo – e investire sullo sviluppo del biometano. Il gas rimane un utile combustibile di transizione. Dobbiamo ragionare su un aumento della nostra capacità di rigassificazione e su un possibile raddoppio della capacità del gasdotto Tap”, ha aggiunto nel suo discorso.
Draghi cita Alcide De Gasperi: “Costruire mondo più giusto e più umano”
A conclusione della sua informativa al Senato, Mario Draghi cita Alcide De Gasperi evocando la necessità di “costruire un mondo più giusto e più umano” perché “non possiamo lasciare che in Europa si torni a un sistema dove i confini sono disegnati con la forza e dove la guerra è un modo accettabile per espandere la propria area di influenza. Il rispetto della sovranità democratica è una condizione alla base di una pace duratura”. Lotta e sacrifici sono “una difesa dei nostri principi e del nostro futuro”. Ed è per questo “che chiedo al Parlamento il suo sostegno”. Al termine del discorso l’aula di Palazzo Madama esplode in un sentito applauso.