“La speranza russa di conquista in tempi brevi dell’Ucraina si è scontrata con la resistenza”. Con queste parole il presidente del Consiglio Mario Draghi ha riferito al Senato sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina, in particolare su crisi alimentare, gas, sanzioni e invio di nuove armi. “Il costo dell’invasione in termini di vite umane – ha ricordato l’ex numero uno della Bce – è terribile. La scorsa settimana sono state ritrovate fosse comuni anche a Kiev. Per questo, l’Italia ha offerto sostegno per indagare sui crimini di guerra”.
“Se oggi possiamo parlare di prospettive di dialogo è perché l’Ucraina è riuscita a difendersi in questi mesi di guerra”. Le parole dell’ex numero uno della Bce sembrano essere indirizzate soprattutto a quella parte sempre più ampia della maggioranza che fa muro sul rifornimento di armi italiane all’Ucraina, a partire dai Cinque stelle di Giuseppe Conte. D’altra parte, era scontato che il capo del Governo continuasse a rivendicare la posizione fin qui tenuta, senza fare nessun passo indietro.
Nonostante le fibrillazioni all’interno della maggioranza, dopo anche lo strappo seguito al cambio al vertice della presidenza della commissione Esteri del Senato, Draghi non si smuove di un millimetro. “L’Italia continuerà a sostenere il governo ucraino nei suoi sforzi per respingere l’invasione russa in coordinamento con i partner europei. Ne va della solidità del legame transatlantico e della lealtà all’Ue”, ha sottolineato il premier italiano, aggiungendo che bisogna “tenere alta la pressione sulla Russia, per riportala al tavolo dei negoziati. Il sesto pacchetto di sanzioni Ue è sostenuto dall’Italia”. Non c’è dunque spazio per tentennamenti e cambi di posizione.
Draghi cita Mattarella: “Servirà un modello Helsinki”
“Migliorare le nostre capacità di difesa non basta per costruire una pace duratura e una coesistenza pacifica, servirà anche uno sforzo creativo per arrivare a una conferenza internazionale sul modello di quella di Helsinki”, citando quanto detto dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ottenuto il cessate il fuoco “occorrerà costruire un quadro internazionale rispettoso e condiviso” e come alla conferenza di Helsinki l’obiettivo dovrà essere quello di “rendere duraturo il processo di distensione”. L’Italia appoggia con convinzione la richiesta dei Paesi Scandinavi di aderire alla Nato, ha ribadito il premier.
L’espulsione di 24 diplomatici italiani annunciata ieri dalla Russia “è un atto ostile che ricalca decisioni simili” verso altri paesi Ue, ma – ha chiarito il presidente del Consiglio – è essenziale mantenere comunque canali di dialogo con la federazione russa, è soltanto da questi canali che potrà uscire una soluzione negoziale”. Ma che dovrà essere “l’Ucraina a dire quale pace accettare” perché “una pace che non fosse accettatile dall’Ucraina non sarebbe una pace”.
Gas, rinnovabili e sanzioni
Bisogna accelerare la produzione di energia rinnovabile “eliminando le barriere burocratiche che bloccano gli investimenti”. Il conflitto in Ucraina ha evidenziato “la fragilità della politica energetica degli ultimi anni e resa evidente la necessità di diversificare i fornitori e investire sulle rinnovabili”. Le stime del governo – ha annunciato – indicano che potremmo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024. I primi effetti di questo processo si vedranno già alla fine di quest’anno”.
Per quanto riguarda le sanzioni finora “hanno avuto un impatto significativo sull’economia russa che sarà ancora più forte nei prossimi mesi. Secondo il Fmi il Pil russo quest’anno scenderà dell’8,5% e l’inflazione è al 21%. La Borsa di Mosca ha perso un terzo del valore rispetto a febbraio. La Banca centrale ha dovuto alzare i tassi al 14% e sono stati introdotti controlli sui movimenti dei capitali”.
Draghi al Senato: “Cibo, si rischia una crisi umanitaria”
A inizio luglio, ha spiegato, “sarò ad Ankara per un vertice bilaterale con la Turchia per discutere delle prospettive diplomatiche e negoziali del conflitto e del rafforzamento dei rapporti tra Italia e Turchia”. Poi Draghi ha sottolineato la necessità “di una iniziativa condivisa che sblocchi i milioni di tonnellate di grano bloccati nei porti nel sud ucraina: tutte le parti in causa aprano una parentesi umanitaria per evitare uno scenario che farebbe morire milioni di persone”.
Perché si rischia “una crisi alimentare. L’indice dei prezzi dei prodotti alimentari è salito e ha toccato a marzo massimi storici”. E gli effetti sarebbero “disastrosi in particolare per alcuni paesi di Africa e Medio Oriente dove cresce il rischio di crisi umanitarie e sociali. I prezzi erano già molto alti anche prima della guerra, ma l’incertezza è certamente aumentata”, ha aggiunto il capo del Governo.