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Draghi al Governo: “Lettera a Ue passo importante, ma fin qui riforme inattuate”

La lettera inviata oggi dal governo all’Ue “è un passo importante verso un piano di sviluppo e di riforma dell’economia, ma il piano va fatto con rapidità e concretezza. Un rilancio duraturo della crescita sostenibile passa soprattutto per le riforme strutturali da tempo invocate, in larga parte condivise ma tuttora inattuate“. Questo il richiamo all’Esecutivo di Mario Draghi, governatore uscente di Bankitalia e dal primo novembre nuovo timoniere della Bce. Intervenendo al congresso dell’Acri per la Giornata mondiale del risparmio, Draghi sottolineato la necessità di una “piena e rapida attuazione” alla manovra di settembre, in particolare “definendo e realizzando rapidamente il previsto programma di revisione della spesa pubblica”.

Quanto all’ultimo piano inviato a Bruxelles, il testo prevede “riforme coraggiose, ma occorrerà tutelare le fasce più deboli che saranno toccate da queste misure”. In un contesto “confuso e drammatico – ha aggiunto il banchiere centrale – il nostro primo punto di forza è il Capo dello Stato, che desidero ringraziare direttamente”. Grazie al suo esempio l’Italia deve imparare a “riconoscere i nodi e non sperare negli altri. È essenziale affidarsi a se stessi, alla propria forza, alla propria storia, per salvarsi in Europa”.

Il Governatore ha quindi indicato la strada per il rilancio del Paese: “Elevare la concorrenza nei mercati dei prodotti, in particolare nei servizi, costruire un contesto amministrativo e regolatorio più favorevole alle attività d’impresa, sospingere l’accumulazione di capitale fisico e umano, innalzare i livelli di partecipazione al mercato del lavoro”.

SERVE UNA RIFORMA FISCALE CHE SPOSTI PESO DA LAVORO E IMPRESE A PATRIMONI E IVA

“Nel breve periodo – ha proseguito Draghi – un sostegno alla crescita può provenire da azioni di tipo macroeconomico. La composizione del prelievo fiscale può essere modificata trasferendone il peso dalle imposte e dai contributi che gravano sul lavoro e sull’attività produttiva all’imposizione sulla proprietà e sul consumo”. L’idea sarebbe di spostare il peso del fisco da Irpef e Irap ai patrimoni e l’Iva.

LAVORO, SERVE RIFORMA PER I GIOVANI

Altra priorità deve essere, secondo il governatore, quella di “ridurre la segmentazione oggi esistente nel mercato del lavoro e rendere più universali, oltre che più efficaci e rigorose, le tutele fornite riequilibrerebbe le opportunità occupazionali e le prospettive di reddito, oggi fortemente sbilanciate a favore delle generazioni più anziane”.

In questo senso, “un contratto con protezioni crescenti nel tempo e l’introduzione di un moderno sistema di sussidi di disoccupazione renderebbero il mercato del lavoro più fluido ed efficiente, oltre che più equo. Ben disegnate, misure di questo tipo potrebbero anche favorire i livelli della partecipazione al mercato del lavoro. Ne beneficerebbe anche la propensione verso forme di risparmio più orientate sul lungo termine, che, opportunamente convogliate, potrebbero a loro volta facilitare la nascita e lo sviluppo di imprese nuove e a più alto potenziale innovativo”.

BANCHE SIANO PRONTE A NUOVI AUMENTI DI CAPITALE

Quanto alle banche italiane, secondo Draghi devono essere pronte ad effettuare nuovi aumenti di capitale in futuro, poiché “elevate dotazioni di capitale permettono di fronteggiare il peggioramento ciclico, di contenere il costo della raccolta sui mercati. In più occasioni abbiamo insistito affinchè le banche realizzassero aumenti di capitale. La risposta è stata finora pronta e confidiamo che così sarà anche in futuro”.

DIFFICILE L’ACCESSO AL CREDITO, RIGIDITA’ SUI PRESTITI

Secondo l’economista romano, inoltre, ci sono segni di “irrigidimento dei criteri di erogazione dei prestiti e difficoltà crescenti di accesso al credito”, anche se “il tasso di crescita dei prestiti bancari a famiglie e imprese, pur in diminuzione, si è mantenuto in agosto su valori superiori a quelli dell’area euro”. Dall’indagine sul credito bancario condotta dall’Eurosistema, infatti, “emergono segnali di un inasprimento delle condizioni di offerta di credito delle banche italiane, limitata per ora alla richiesta di rendimenti più alti”.

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