Due italiani alla guida di Vodafone del dopo Verizon: arriva dal primo ottobre Paolo Bertoluzzo, attuale ceo di Vodafone Italia e Sud Europa, che diventerà il numero due come chief commercial and operations officer del Gruppo guidato da Vittorio Colao.
Dopo la vendita stellare della partecipazione americana in Verizon che ha fruttato la somma record di 130 miliardi di dollari, Vodafone rafforzerà così la presenza italiana. Curioso destino quello di Colao e Bertoluzzo, che da 14 anni lavorano insieme in Vodafone e che negli anni ’90 erano insieme anche ai tempi della vendita di Mannesmann proprio alla Vodafone, operazione destinata a restare la regina di tutte le acquisizioni per il suo stratosferico importo, subito seguita da Verizon-Vodafone.
Che Vodafone troverà Bertoluzzo dopo il deal americano con Verizon? E’ lo stesso Bertoluzzo a spiegarlo a FIRSTonline nella sua prima uscita pubblica a margine del workshop Ambrosetti in corso a Villa d’Este di Cernobbio. “Da un parte sarà una Vodafone con maggior flessibilità finanziaria e maggiori capacità di investimento e dall’altra una Vodafone che non avrà più la partecipazione finanziaria in Verizon che negli anni ha contributo a generare cassa e che obbliga ancor di piu’ il team al vertice del gruppo a guidare la strategia di sviluppo con grande responsabilità e attenzione alla creazione di valore e al ritorno sugli investimenti per gli azionisti, che restano le nostre stelle polari. Di sicuro saremo ancora di più sotto l’occhio dei mercati e degli azionisti che vorranno capire come investiamo le nuove risorse.
E’ questo varrà anche per l’Italia dove Vodafone, dopo l’operazione Verizon, riacquista il 23 per cento di Vodafone Italia che era in mano agli americani ottenendone il pieno controllo”.
Pur nella straordinaria importanza che ha avuto e ha la vendita americana, proprio l’uscita da una partecipazione – sia pure solo finanziaria – negli Usa, solleva interrogativi sul fatto che manchi una presenza diretta di Vodafone in America e Bertoluzzo non lo nega. “Vodafone ha già ora come grandi clienti le multinazionali che operano negli Usa. Per noi continuare a seguirli resta importante, anche attraverso partner come già facciamo in 40 Paesi nel mondo”.
Dei 130 miliardi di dollari che incassa da Verizon, Vodafone ne destinerà circa 100 agli azionisti e ne terrà 30 da investire nelle opportunità di business più attraenti. “Quel che è chiaro – spiega il nuovo numero 2 di Vodafone – è che l’operazione Verizon, non cambierà la strategia internazionale del nostro gruppo ma la accelererà. Proprio la maggior flessibilità finanziaria ci permetterà di puntare sulle quattro linee guida che contraddistinguono Vodafone e cioè: accentuare la differenziazione dai nostri concorrenti sulla qualità delle reti mobili considerando 4G – la nuova generazione di reti mobili – come una grande opportunità; migliorare ancor di più la qualità dei nostri servizi ai clienti; sviluppare la crescita nei servizi alle aziende per essere leader mondiali in questo segmento; accelerare lo sviluppo nelle reti fisse e nella convergenza. Tutto questo avverrà per linee organiche ovvero con investimenti diretti senza necessariamente ricorrere ad acquisizioni”.
“Se ci saranno – specifica Bertoluzzo – occasioni d’acquisizione importanti per accelerare la nostra strategia le prenderemo in considerazione ma al giusto prezzo, perché la nostra bussola resta sempre il rigore e la creazione di valore per gli azionisti. A breve presenteremo il Progetto ‘Spring’ a cui abbiamo destinato 6 miliardi di sterline di investimenti per lo sviluppo e la crescita. Crediamo nel futuro delle telecomunicazioni, nel nostro perimetro geografico (Europa più mercati emergenti) e crediamo nella validità della nostra strategia”.
Ma che cosa cambierà per Vodafone in Italia? “In primo luogo – spiega Bertoluzzo – aumenterà di quasi un terzo il peso di Vodafone Italia con il ritorno della partecipazione che era in mano a Verizon: questo ci permetterà di accelerare la strategia di sviluppo anche nel nostro Paese, dove, malgrado la crisi economica, investiamo circa un miliardo di euro l’anno”.
In Italia Vodafone farà anche shopping con l’occhio a Fastweb come il mercato sussurra da tempo? “Non commentiamo operazioni specifiche – taglia corto Bertoluzzo – ma è evidente che la rete fissa è diventata ‘core’ nella nostra strategia, tant’è vero che in 5 anni per la rete fissa abbiamo investito in Italia 2,5 miliardi di euro e che abbiamo servizi in fibra a Milano con Metroweb e offriamo servizi in fibra in altre 27 città italiane al pari di Telecom Italia. Quanto a Fastweb abbiamo certamente grande stima dell’azienda e valuteremo le opportunità che si presenteranno, le compatibilità con la nostra strategia e le condizioni di prezzo”.
Di sicuro Vodafone sarà parte attiva del consolidamento nella convinzione che il futuro del mercato lascerà spazio ancor più di oggi a grandi operatori con grandi capacità di investimento ma anche con una strategia e una visione di lungo periodo. “A parità di bacini di utenza, negli Usa ci sono solo 4 operatori di telefonia mentre in Europa ce ne sono una trentina con regole diverse per ognuno dei 27 Paesi: questa frammentazione è un’anomalia che non fa bene al mercato e non fa bene ai consumatori e che va superata con un processo di aggregazione di cui si vedono i primi segnali. Questo vale per l’Europa e vale per l’Italia”.
Certo è una piacevole curiosità che al vertice di un gruppo così importante e globale come è Vodafone ci siano due italiani e che il ceo Vittorio Colao abbia voluto al suo fianco proprio Paolo Bertoluzzo di cui anche recentemente ha tessuto le lodi come grande esperto di mercati e reti mobili e fisse. Ma questa non è una stranezza e non ha fatto arricciare il naso a qualche azionista? “Assolutamente no – risponde Bertoluzzo – perché Vodafone è una vera public company di stampo anglosassone, dove ciò che conta sono la competenza, i risultati e la capacità di creare valore. Per me è un onore assumere il nuovo incarico al vertice di Vodafone e una grande sfida. Mi lasci però anche dire che, contrariamente a quanto spesso si crede, nel mondo del business internazionale l’italianità di un manager non è affatto un handicap perché la nostra capacità di lavoro, la passione e anche la nostra capacità di comunicare di fare squadra vengono spesso molto apprezzate”. Due italiani alla guida della Vodafone del dopo Verizon è una bella novità.