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Dopo le turbolenze dei giorni scorsi, oggi riflettori accesi su Btp Italia, banche e utilities

Comincia bene in Asia la settimana finanziaria. A Tokyo l’indice Nikkei mette a segno un rialzo superiore al 3,4%, in linea con i rimbalzi di venerdì pomeriggio in Europa sulla scia di Wall Street. Meno brillanti, ma comunque in rialzo, le Borse di Shanghai +0,5% (alla vigilia dei dati sul Pil del terzo trimestre) e di Hong Kong +0,7%, nonostante la situazione politica sempre più calda.

L’apertura delle Borse si profila positiva, seppur tra grandi cautele. Può essere di buon auspicio la previsione di Byron Wien di Blackstone,, uno dei guru storici dei mercati, ch parlando a Dubai ha detto: “Credo che la correzione sia quasi finita. Non penso che in ribasso possa durare oltre il 10% dai massimi”. Rispetto ai massimi il ribasso dell’indice S&P è del 6% circa.

In questa cornice stamani prende il via l’offerta pubblica riservata al pubblico della settima tranche del BTP Italia, la seconda del 2014. Ad aprile il Tesoro ha raccolto più di 20 miliardi. Stavolta si prevede una cifra leggermente inferiore: l’obiettivo del Tesoro è di superare il tetto dei 100 miliardi dagli 87 miliardi finora raccolti con questo tipo di operazione. Il titolo, come è noto, è indicizzato all’inflazione domestica e prevede una cedola annua minima provvisoria garantita all’1,15% ma, vista la situazione di mercato, l’emittente potrebbe essere costretto ad essere un po’ più generoso. 

Le altre scadenze più rilevanti per l’Europa sono concentrate da venerdì in poi. Protagoniste saranno le agenzie di rating: Fitch aggiornerà venerdì il giudizio sull’Italia e quello sulla Spagna. Moody’s, invece, lo stesso giorno emetterà il rating sul debito della Germania.

ALLA RIBALTA IL PIL CINESE E LE TRIMESTRALI USA

Sotto i riflettori, da stamane a domenica, il comparto bancario in attesa del dato clou della stagione europea. Il giorno 26 infatti verrà pronunciato il verdetto su Asset quality review e stress test per le 135 banche di sistema della Bce. Grande attenzione anche per i dati Pmi, termometro atteso della congiuntura economica. L’appuntamento più atteso per l’Asia è il dato del Pil cinese del terzo trimestre: è prevista una frenata al 7,2% su base annua. Per gli Stati Uniti, invece, continua il teste delle trimestrali. Dopo i buoni risultati delle banche in settimana toccherà a tra gli altri ad Apple, Microsoft, Gm, Ford, Boeing, Amazon Mc Donald’s ed Amazon. 

PIAZZA AFFARI IN ROSSO DA SEI SETTIMANE

Grazie al robusto recupero di venerdì i listini Usa hanno limitato i danni. Ma resta la paura per le fortissime escursioni di prezzo dell’indice S&P e del Dow Jones: la si è allungata a quattro la striscia delle settimane negative, come non accadeva da tre anni. Non è stata meno sofferta la navigazione delle Borse europee, tutte in territorio negativo. Gli investitori a livello mondiale hanno smontato le loro posizioni sull’azionario europeo per 5,7 miliardi di dollari nella settimana terminata mercoledì scorso, segnando il record settimanale di riscatti in termini assoluti. E’ quanto emerge dai dati di Bank of America Merrill Lynch Global Research secondo cui i fondi azionari globali hanno registrato deflussi netti per 2 miliardi di euro, sperimentando la terza settimana consecutiva di riscatti.

Il robusto rimbalzo di venerdì (+3,4%) non è stato sufficiente ad evitare che Piazza Affari chiudesse la settimana in terreno negative per la sesta settimana di fila. 

LA DEFLAZIONE FA PAURA, MA IL CALO DEL PETROLIO E’ UN AFFARE 

Occorre risalire ai giorni tempestosi del 2008 per ritrovare oscillazioni così violente nei listini: mercoledì il rendimento dei T bond americani, in genere l’asset più stabile della finanza mondiale, è sceso dal 2,21 all’1,86%, segnalando così la paura dei mercati per l’effetto deflazione. Stamani il rendimento è risalito al 2,221%, ma resta una sensazione di grande fragilità. Il Bund tedesco decennale, nei momenti più tempestosi della seduta di mercoledì, ha toccato un minimo dello 0,78%. In questa cornice il Btp ha sfondato lo spread fino ad massimo di 203,2 per poi tornare su livelli più “normali” poco sopra i 160 punti base in finale di settimana. Parallelamente il tasso del decennale italiano è tornato in serata al 2,46%.

In deciso progresso anche i bond della Grecia, i più sofferenti nel corso delle ultime sedute. Lo spread si taglia di quasi 100 punti base a quota 690. L’euro si indebolisce sul dollaro a 1,2755 da 1,281 della chiusura. 

ANCORA NELLE MANI DEI BANCHIERI CENTRALI

L’emergenza del mercati è parzialmente rientrata nel finale della settimana per l’intervento delle banche centrali. Jams Bullard, il banchiere centrale Usa, ha dichiarato che la Fed potrebbe rinviare la fine del Qe e comunque rivedere nel tempo strategia di rialzo dei tassi. Benoit Coeuré, membro della Bce, ha invece confermato che tra breve cominceranno gli acquisti di Abs da parte di Francoforte.

I mercati, insomma, sono sempre più dipendenti dall’azione delle banche centrali. Ma non mancano aspetti positivi, legati al declino dei prezzi delle materie prime. Gavyn Davies riassume così sul Financial Times, i trend in azione sui mercati:

1) Un repentino cambio di rotta della speculazione, in ritirata dagli assets di moda nella prima parte del 2014.

2) La frenata della congiuntura nell’eurozona, ormai a rischio deflazione.

3) In compenso, è in atto un forte shock dei prezzi petroliferi (-25% da luglio) che incide sull’inflazione ma promette effetti espansivi per le economie dipendenti dal greggio, come l’Italia. 

BANCHE, LA PAURA PRIMA DEGLI ESAMI 

Grande rimbalzo in fine di settimana per le banche travolte da ondate di vendite nei giorni precedenti che hanno investito soprattutto Mps e le Popolari. Non è affatto escluso che la volatilità si protragga in settimana in parallelo agli inevitabili “rumors” sugli scrutini europei e le tensioni legati ai dati macro.

Giorni decisivi per la cessione di Uccmb da parte di Unicredit (+5,5% nella seduta di venerdì). Nei prossimi giorni verrà infatti data l’esclusiva per la vendita a Fortress-Prelios o a Lone Star. L’ad Federico Ghizzoni ha detto: “Decideremo presto con chi andare avanti. Contiamo ad arrivare alla scelta entro pochi giorni”. Morgan Stanley ha deciso di togliere il titolo dalla lista dei preferiti sul mercato azionario europeo (Europe Best Ideas).

Riflettori concentrati su Monte Paschi: +4,3% venerdì, dopo che la Consob ha vietato per la giornata le vendite allo scoperto. Oggi si torna al regime normale di contrattazione: Odey Asset Management ha aperto una nuova posizione netta corta su Banca Monte dei Paschi di Siena pari allo 0,61% del capitale. E’ quanto emerge dalle comunicazioni Consob sulle posizioni nette corte.

In tensione anche le Popolari dopo l’andamento a zig zag della settimana. Venerdì è stata una seduta assai positiva per Banca Pop. Milano (+6,8%) e Banco Popolare (+7,2%).  Positive anche le assicurazioni e i titoli del risparmio gestito: Generali +2,8%, UnipolSai +4%, Mediolanum +4,6%, Cattolica +2%.

FCA AMERICANA VERSO L’ORA DEI CONTI

Si è chiusa una settimana di passione per l’automotive, settore ciclico per eccellenza. Ma finale in rosa grazie al recupero guidato da Pegeot +4,8% e Renault. Recupera anche Fca (+4,5%) che ha superato la prova dell’esordio a Wall Street che ha coinciso con il forte aumento della turbolenza dei listini. E’ iniziato intanto il conto alla rovescia in vista del cda di fine mese, il primo nella nuova sede fiscale di Londra. Oltre ai dati del terzo trimestre è attesa la guidance per l’intero 2014 e, soprattutto, un’indicazione definitiva su eventuali operazioni sul capitale.

Nell’attesa i mercati hanno apprezzato il fatto che Sergio Marchionne abbia comprato 6,8 milioni di azioni a 7,73 euro l’una. Con questi acquisti l’a.d. ha quasi raddoppiato la sua esposizione nel gruppo automobilistico portando il numero totale delle azioni a 13,3 milioni. Buone notizie dalle immatricolazioni europee in Europa (Ue28 + Efta) a settembre in crescita del 6,1% sullo stesso periodo dell’anno passato, non lontano dal +5,8% dei 9 mesi. Fiat 500 è stata la decima vettura più venduta in Europa nel mese di settembre, con un aumento a due cifre nei primi 9 mesi dell’anno rispetto al 2013, secondo la classifica di Jato Dynamics. 

Grande attesa anche per Pirelli (+5,4%) venerdì: La società ha astretto con Rosneft un accordo che prevede l’individuazione entro tre mesi di un partner tecnologico per l’ulteriore sviluppo delle attività nel settore della gomma.

OIL, TIRO AL BERSAGLIO SU TENARIS. UTILITIES IN FERMENTO 

Il rimbalzo dei prezzi del greggio in fine settimana ha favorito la ripresa dei prezzi di Eni e Saipem. Nel mirino della speculazione al ribasso, invece, è Tenaris, in ribasso del 2% all’indomani dell’investor day nel quale il produttore di tubi ha avvertito che con il prezzo del petrolio così basso, l’attività estrattiva dei giacimenti shale gas potrebbe rallentare. Tra le utilities prende quota la scommessa sui provvedimenti previsti dalla legge di stabilità. Venerdì hanno brillato A2A (+5%) ed Iren (+2% circa). Il mercato guarda al risiko tra le aziende controllate dagli enti pubblici dopo che la bozza della legge di stabilità prevede incentivi agli enti locali per le aggregazioni. 

JIMMY CHOO DA’ LA CARICA AL LUSSO

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Il settore trova conforto dall’esordio positivo a Londra di Jimmy Choo, in lieve guadagno rispetto al prezzo dell’Ipo (140 pences). La società dello stilista è stata l’unica matricola ad aver sfidato la tempesta sui mercati azionari. Oggi il settore lusso, da Ferragamo a Yoox, va alla ricerca della conferma che il peggio è passato. Luxottica, +3,9% venerdì , resta un vigilato speciale. Hanno segnato consistenti recuperi i titoli che fanno capo alla famiglia Benetton: Autogrill +8% e World Duty Free +5%. 

Categories: Finanza e Mercati