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Dopo l’asta Bce i mercati vogliono capire come le banche useranno la liquidità e aspettano Draghi

I mercati restano nervosi perchè non è chiaro se le banche useranno la liquidità Bce per comprare Btp, rimborsare bond o fare credito – Ma stamani Piazza Affari apre in rialzo – Attesa per l’intervento di Draghi di oggi – Oracle deprime Wall Street – Passera guida il contrattacco su Edison – Fonsai: Ligresti in ritirata – La Fiat ha trovato il partner russo

Dopo l’asta Bce i mercati vogliono capire come le banche useranno la liquidità e aspettano Draghi

IL BAZOOKA DELLA BCE NON ABBATTE L’ORSO

Il piccolo bazooka targato Ue è entrato in azione, senza però abbattere l’Orso. La Bce ha sparato il primo colpo con una maxi-iniezione di liquidità da 489 miliardi, un pronti contro termine a 3 anni di cui hanno beneficiato 523 banche europee. Ma gli operatori hanno reagito vendendo Btp italiani e Bono spagnoli: il rendimento del Btp decennale è salito di 17 punti base al 6,70%, lo spread con il Bund tedesco si è di nuovo allargato a 477 punti. Quali le ragioni di un ribasso a prima vista sorprendente? Probabilmente i mercati attendono di saperne di più sulle strategie delle banche, soprattutto di quelle italiane che hanno prenotato circa un quarto (il 23%) dei prestiti, con una richiesta di 116 miliardi ben superiore ai 40 circa di obbligazioni garantite da Banca d’Italia emesse nei giorni precedenti. Le possibili destinazioni sono, nell’ordine: il rimborso delle obbligazioni in scadenza nel 2012; l’acquisto di Btp; la riapertura del credito a famiglie ed imprese; il parcheggio dei liquidi presso la stessa Bce in assenza di capitale proprio sufficiente per fare il carry trade su larga scala.

Il risultato è che, dopo l’iniziale euforia, gli operatori borsistici hanno preferito incassare i guadagni della vigilia. E i mercati si sono avviati al ribasso. A Milano l’indice FtseMib è sceso dello 0,9%, Parigi -0,9%, Francoforte -0,9%, Londra -0,6%. L’euro ha perso tutto il guadagno della mattina fino a 1,304 contro il dollaro, da 1,308 della chiusura precedente. Intanto è arrivata la conferma ufficiale: l’Italia si avvia verso la recessione. Per la prima volta dal 2009, infatti, il prodotto interno lordo è diminuito da un trimestre all’altro dello 0,2% .

METEOBORSA. TEMPI INCERTI IN ATTESA DI DRAGHI L’andamento dei listini asiatici segnala il nervosismo dei mercati nei confronti dell’euro: Tokyo scende dello 0,79%, l’Hang Seng di Hong Kong dello 0,44%. I futures segnalano una partenza incerta, anche se non è escluso un recupero. L’appuntamento clou della giornata sarà la conferenza stampa di Mario Draghi, dopo l’incontro con lo European Systemic Risk Board.

ORACLE DEPRIME WALL STREET. La Borsa americana apre in ribasso per colpa dell’hi tech, poi recupera grazie all’ammenda da 335 milioni di dollari pagata da Bank of America per le molte irregolarità commesse da Countrywide, la finanziaria specializzata nei mutui subprime. Alla fine il Dow Jones chiude a +0,03%, fa meglio lo S&P 500 +0,19%, il Nasdaq accusa il calo di un punto percentuale per il tonfo di Oracle, in ribasso del 13% dopo avere annunciato risultati dell’ultimo trimestre e previsioni del trimestre in corso inferiori alle attese: è la conferma che la crisi europea ha colpito le decisioni di investimento anche nell’innovazione tecnologica. Fa eccezione il colosso Rim, da tempo in crisi. La società del Blackberry è salita del 11% sull’onda dei rumors per un possibile merger da parte di Microsoft-Nokia o di Amazon. Infine, rivela il New York Times, si profila un altro affare miliardario. Yahoo! Sta definendo la cessione delle partecipazioni in Cina al socio Alibaba e in Giappone della quota in Softbank. Si tratta di un affare da 17 miliardi condotto sul filo del rasoio: le parti stanno individuando il modo pr non versare un solo cent al fisco. Tutto il mono è Paese…

FONSAI, LIGRESTI IN RITIRATA. Seduta in forte calo per Fondiaria-Sai che, in attesa del cda di domani chiamato a discutere gli interventi per rafforzare il patrimonio, ha ceduto il 7,22% a 0,72 euro. Piu’ contenute le flessioni per Premafin (-1,46% a 0,12 euro) e la Milano (-1,56% a 0,21 euro). Ieri l’amministratore delegato di Fondiaria Sai, Emanuele Erbetta, è stato all’Isvap: una riunione di un’ora e mezzo circa , dedicata al nodo dell’indice di solvibilita’ che l’authority vuole che torni sopra la soglia di sicurezza del 120 per cento. I rappresentanti della compagnia hanno chiesto di poter ottenere una deroga sui tempi della risposta su governance e aumento di capitale già fissati per il 24 dicembre. Oggi è previsto l’incontro in Consob. Si è anche tenuto il vertice tra i consiglieri indipendenti della compagnia hanno affrontato con l’advisor Goldman Sachs il tema del rafforzamento patrimoniale del gruppo. Fonsai appartiene ad una serie di “gruppi con una gestione discutibile che pero’ sono asset importanti per il Paese” aveva detto in mattinata a Radio 24 l’ad di Unicredit Federico Ghizzoni. La banca, azionista e creditrice, non vede alternative all’aumento che ridurrebbe la quota dei Ligresti a non più del 15 %.

IMPREGILO, ULTIMATUM DI GAVIO. Piccola pausa nel rialzo delle azioni Impregilo -2% dopo che da settembre il titolo ha guadagnato il 53% circa, Il gruppo Gavio non sembra intenzionato a concedere proroghe a Fonsai: entro domani, dunque, prendere o lasciare l’offerta per il 33% di Igli, la scatola in cui è depositato il 29% della società di costruzioni, a 3,6 euro. Facile che Fonsai dica di sì. Ma a questo punto Atlantia, il terzo socio che non è interessato all’offerta, potrebbe esercitare il diritto ad acquisire la metà dei titoli in vendita in prospettiva di un’alleanza con Salini che ha raggiunto il 15% del capitale ed ha avviato, attraverso la società specializzata Georgeson, la raccolta delle deleghe in vista di un’assemblea straordinaria. Si profila, insomma, un duro scontro finanziario ma, una volta tanto, nella cornice di scelte industriali alternative: concentrarsi nelle costruzioni assieme a Salini o proseguire nella parziale diversificazione delle attività, a supporto dei signori delle autostrade.

EDISON, PASSERA GUIDA IL CONTRATTACCO. ”Prendere o lasciare: Edison (+0,07% in Borsa n.d.r.) tutta a Edf, Edipower a Delmi, compresa la quota di Alpiq. Delmi ed Edipower in futuro si potranno anche fondere, dando vita al secondo produttore di energia elettrica italiano”. Ecco il nuovo piano di battaglia elettrico illustrato da Graziano Tarantini, presidente del cds di A2A, al termine del vertice con il ministro Corrado Passera. I francesi dovranno accettare ”se non vogliono la guerra, diversamente saremo costretti a muoverci sul terreno dell’ostilita’ e ci sono tanti strumenti…” ha aggiunto l’assessore Bruno Tabacci, rappresentante del Comune di Milano in A2A che ha tenuto a precisare che la proposta, rispetto al lodo Zuccoli “è totalmente un altro film”. Tra i soci italiani, stavolta, “c’é compattezza. La situazione mi pare sia sotto controllo dal punto di vista degli effetti. E’ l’unico modo per arrivare a un taglio abbastanza netto con un disegno di politica industriale rilevante”. Non è previsto un intervento della Cdp e neppure una cordata.” Edipower vale 1 miliardo” coperto dal ricavato per la cessione della quota Edison”. Il dividendo di A2A? “Vediamo prima come usciamo dall’ operazione” ha risposto Tarantini. Intanto il cda di Edison , dopo l’analisi degli advisor Crédit Suisse e Goldman Sachs sul fabbisogno finanziario della società e’ stato riaggiornato al 29 dicembre. “Non voglio domande, nessun commento”, è stata invece la reazione del direttore finanziario di Edf Thomas Piquemal all’uscita dalla sede di Edison.

BPM, ULTIMO ATTO AMARO DEL CONVERTENDO. Battaglia grossa oggi anche all’assemblea degli obbligazionisti di Bpm: l’anticipo della scadenza del convertendo dal primo giugno 2013 al 29 dicembre 2011, su cui dovrà pronunciarsi oggi l’assemblea, “causerà agli obbligazionisti una perdita tra il 50 e il 70%”. Denuncia “Altroconsumo” che ha presentato un esposto alla Consob “perché riaccenda i riflettori sul cambio forzato delle regole gioco, deciso univocamente a partita ancora in corso”. Federconsumatori ha invece fatto sapere di avere dato mandato a un team di legali per presentare al più presto una class action che potrebbe obbligare l’istituto a effettuare nuovi accantonamenti e a rivedere i termini del convertendo, con un ulteriore revisione dello strike e dell’aumento delle azioni da emettere. In Piazza Affari le banche, che in mattinata erano tutte in rialzo, hanno chiuso quasi tutte in ribasso: fa eccezione Intesa che è salita dell’1,1%. Unicredit ha perso il 4,3%, Mediobanca -2,8%, Banco Popolare -1,8%, Pop.Emilia -4,2%, Ubi -3,5%, MontePaschi -3,9%.

LA FIAT CHIUDE LA PARTITA RUSSA. Le vendite hanno colpito anche i titoli industriali, con Prysmian che ha perso il 4,6%, Finmeccanica -2,1% , Pirelli -2,3%. Fiat -1,3% . Il Lingotto ha però quasi completato la ricerca del partner russo. Entro marzo sarà siglato l’ accordo per la costruzione di un impianto a San Pietroburgo. «Fiat ha trovato un partner russo serio», ha commentato Alexey Chichkanov, capo del Comitato per gli investimenti e i progetti strategici della città. «Sarà una fabbrica moderna, con grossi volumi di produzione». Nessun commento sull’identità del partner, ma alcune fonti interne ai negoziati sostengono si tratti di Sberbank, istituto che nel consiglio annovera Alessandro Profumo. Le vendite di auto in Russia dovrebbero aumentare del 12% entro il prossimo anno. L’obiettivo della Fiat è di produrre 120mila auto all’anno. Telecom Italia è scesa del 1,7%, Enel ha perso lo 0,9%, ma Enel Green Power ha messo a segno un rialzo del 1,1%. Fra le mid cap, giornata positiva per Landi Renzo , in rialzo del 6%, e Beni Stabili che è salita del 6% dopo avere vinto un contenzioso da 50 milioni di euro con il Fisco. De Longhi ha perso il 6%.

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