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Dopo il voto alla Camera che nega la maggioranza al governo, lo spread è a quota 500 pb

Mercati in altalena dopo il voto di Montecitorio: la Borsa di Milano frena ma resta positiva (+0,75%) mentre lo spread torna alle stelle, a quota 500 punti base – Volano Intesa e Unicredit e cade Mediaset – S’infiammano i petroliferi – Grandi attesa per i piani di Pirelli

Dopo il voto alla Camera che nega la maggioranza al governo, lo spread è a quota 500 pb

VOLANO INTESA ED UNICREDIT, CADE MEDIASET
MILANO ANTICIPA LA CADUTA DEL GOVERNO 

In rialzo fin dalla mattina, in attesa del voto di Montecitorio e delle dimissioni di Berlusconi. Una battuta d’arresto dopo l’approvazione della legge sul Rendiconto finanziario, resa possibile dall’astensione delle opposizioni, prima di capire che la notizia chiave era che il governo non disponeva più della maggioranza. Poi, sull’onda di un’indiscrezione del Wall Street Journal (per cui Berlusconi stava valutando tutte le opzioni, comprese le dimissioni)  il rialzo ha ripreso quota anche sulla base degli acquisti degli operatori internazionali.

Ecco, in sintesi, la cronaca della seduta di piazza Affari, chiusa con un rialzo dell’indice Ftse Mib (+0,75% a quota 15.760), trascinando al rialzo il Cac parigino +1,47% e il Dax di Francoforte +0,68%.

Più drammatica la sfida sul fronte dei titoli di Stato. Il rendimento del Btp al 6,59%, è alla fine in miglioramento di 4 punti base. Lo spread con il Bund ha macinato un nuovo record a 498 punti base dopo la fiammata della mattina a 495,5 punti base, al culmine di una seduta davvero indimenticabile.

Un occhio alle agenzie di stampa, l’altro ai terminali Bloomberg dove, nel corso della mattinata, lo spread tra Btp e Bund si è avvicinato alla soglia di non ritorno dei 500 punti. Ma anche la mano pronta a schiacciare il tasto “buy” su banche e non solo.

Difficile che gli operatori possano scordare una giornata come questa, vissuta tra speranze e brividi in attesa del voto del Parlamento italiano sul rendiconto 2010, e  a rispondere ai broker collegati dalle capitali finanziarie del pianeta, da Londra a Wall Street, che chiedevano invano informazioni di prima mano perchè la seduta del Parlamento italiano era  “l’evento chiave per i mercati”, ha spiegato a Bloomberg Jim Reid, strategist di Deutsche Bank a Londra.

In questa sfida ad alta tensione si sono distinte, in attesa del voto, le banche. A partire da Intesa +3,62%  regina indiscussa della giornata. La  banca capitanata da Corrado Passera ha  presentato un’ottima trimestrale: utile netto di 527 milioni di euro, nettamente sopra le stime degli analisti che prevedevano un utile netto a 351 milioni di euro. Nel trimestre sono state effettuate svalutazioni su titoli governativi della Grecia per 593 milioni, se si tiene conto snche dei titoli di Irlanda, Portogallo e Spagna si sale a 78,62 miliardi, il  2% del totale. L’andamento della gestione è “coerente con il piano di impresa che si pone l’obiettivo prioritario di garantire una redditività sostenibile nel medio periodo”. Ovvero, in parole povere, il dividendo è confermato.

In grande evidenza anche Unicredit +2,08% ad un passo dal varo dell’aumento di capitale e del business plan. Entro sera Banca d’Italia darà il suo parere (probabilmente positivo) sull’ammissione dei cashes come capitale. In ripresa anche MontePaschi +2,03%, dopo che la Fondazione ha ribadito di non avere intenzione di cedere alcuna quota nell’istituto senese. Fra le assicurazioni, positiva Generali +1%, in calo Fondiaria-Sai -0,4%.

S’INFIAMMANO LE QUOTAZIONE DEI PETROLIFERI
GRANDE ATTESA PER I PIANI DELLA PIRELLI &c.

Il “focus” sull’Italia mette in secondo piano un altro potenziale focolaio di crisi mondiale: il petrolio segna il quinto giorno consecutivo di rialzo a 96,3 dollari al barile a causa della crescente tensione in Medio Oriente alla vigilia della pubblicazione del rapporto dell’Agenzia Atomica Internazionale, che con tutta probabilità confermerà che l’Iran è a un passo dall’avere la bomba atomica. Nella pubblicazione diffusa oggi, l’Opec alza le stime sulla domanda mondiale di petrolio nel 2015 portandole a 92,9 milioni di barili al giorno, 1,9 milioni di barili in più rispetto alla precedente stima. Salgono Tenaris +1,01% e Saipem +2,82%. Eni avanza del 2,21%, davamti ad Enel +1,14% nel giorno della presentazione dei conti della controllata Endesa.

In terreno positivo anche la scuderia Fiat: l’ordinaria sale dello 0,52%, seguita da Industrial +0,47% ma preceduta da Exor +0,77% dopo l’annuncio del rafforzamento di John Philip Elkann in Sapaz.

In grande evidenza Pirelli& C. +1,41%: oggi a Londra Marco Tronchetti Porvera presenta l’aggiornamento al business plan della Bicocca.

Al contrario, per tutta la giornata è stata in calo Mediaset -2,94%, penalizzata dal ridimensionamento politico del suo azionista numero uno, Silvio Berlusconi. Mondadori, al contrario, è positiva dello 0,63%. Sale anche Mediolanum +1,31%.

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