In ribasso Wall Street alla vigilia dell’avvio della “reporting season”, iniziata ieri sera con i conti di Alcoa, il primo produttore Usa di alluminio. Ma il primo vero test ci sarà venerdì con la trimestrale di Wells Fargo. La settimana prossima arriveranno i dati delle altre banche, da JP Morgan a Citigroup e Bank of America.
Cali consistenti per Borse Europee: Parigi è scesa dell’1,4%, Francoforte -1,3%,Londra -1,2%, Madrid -1,8%. Per i listini del Vecchio Continente si tratta della terza giornata consecutiva di ribasso.
Affondano le banche: l’indice Eurostoxx Banks è arretrato del 2,8%. Il paniere che raggruppa le principali banche della zona euro (30 membri di cui 9 italiani), si è “rimangiato” quasi tutto il guadagno da inizio anno (ridotto ora all’1%) che aveva toccato un picco lo scorso aprile al +15%.
Pesa, oltre al tracollo delle banche, anche il rallentamento dell’attività economica: dopo il calo della produzione industriale tedesca (-1,8% a maggio) ieri è stata la volta della Gran Bretagna -0,8% a maggio. Deludenti anche i dati di Philips e di Airbus, su cui pesa l’euro forte.
Giornata nera per la Borsa di Milano che chiude con l’indice FtseMib in ribasso del 2,69% a 20.700 punti ritornando sotto la chiusura di venerdì 23 maggio (20.745 punti) e azzerando così i guadagni realizzati dopo la vittoria del Partito democratico alle elezioni europee del 25 maggio.
SPREAD
La crisi bancaria ha provocato una nuova corsa agli asset considerati “sicuri” come il bund tedesco, che vola sul nuovo massimo storico. Lo spread Italia-Germania si allarga di 9 punti base a quota 163dopo aver toccato un minimo di 132 punti base a metà giugno scorso.
Il rendimento del BTP 10 anni risale al 2,85%, dopo aver registrato un minimo storico al 2,70%, sempre lo scorso giugno. Domani il Tesoro offrirà all’asta 6,5 miliardi di Bot a 12 mesi (contro 7 miliardi in scadenza).
BANCHE EUROPEE
Pioggia di vendite sulle banche italiane, senza eccezioni. Mps -6,54% , Ubi –5,43% e Bpm -6,86% sono stati più volte sospesi per eccesso di ribasso. La Caporetto prosegue con Bper – 4,15%, Banco Popolare – 4,87% Mediobanca perde il 3,56%, a metà strada tra Unicredit -3,28% e Intesa -4,12%.
A che si deve il tonfo del credito? La cronaca offre più motivazioni:
a) Il rischio di sanzioni Usa contro le banche europee che hanno violato le norme di embargo decise da Washington verso i Paesi “canaglia”: dopo avere colpito Bnp Paribas con una maxi multa da poco meno di 9 miliardi di dollari, la magistratura americana ha messo nel mirino Commerzbank e Unicredit.
b) Soffia il vento della crisi dall’Ungheria e dalla Bulgaria ed investe le banche austriache: Erste Group -3,5% (-23% in tre sedute) e Raiffeisen Bank -5,5%.
c) A completare il quadro del martedì nero si è messo il tonfo, in Lussemburgo, della holding Espirito Santo Financial -5,8%, cassaforte dell’omonima famiglia portoghese che controlla il Banco Espirito Santo -6,4% di Lisbona.
In una giornata così tormentata passa in secondo piano il tonfo del 3,1% di Generali: ieri mattina Cdp ha completato la vendita dell’1,9% del capitale a 15,70 euro a investitori istituzionali. UnipolSai perde il 3,5%.
SI SALVA BUZZI, TENGONO LE UTILITY
Tra le blue chips abbonda il rosso: scendono Finmeccanica -3,9%, Fiat –1,4%e StM -2,9%. Forte ribasso di Cnh Industrial -3,9%. Arretrano anche Eni -1,9% e Saipem -4,3%. Giù anche Telecom Italia -2% e Mediaset -4,2%, malgrado il Buy di Deutsche Bank.
Fra i titoli migliori Buzzi -0,6%, promossa a Buy da Kepler Cheuvreux. In attivo fino a metà seduta, le utility finiscono in ribasso: Enel -2,2%, Enel Green Power -0,9%, Terna –0,2%, Snam -0,4%. Erg ha guadagnato il 3,38% a 11,93 euro. Moncler ha chiuso a 11,74 euro, in calo frazionale dello 0,09% ma vicina ai minimi dell’anno di11,73 euro di lunedì dopo che Mittel ha azzerato la sua partecipazione.