La compagnia automobilistica tedesca Volkswagen ritrova l’utile, ma continua a risentire dello scandalo delle false emissioni. Nel primo trimestre infatti i profitti del gruppo di Wolfsburg sono scesi del 20% rispetto allo stesso periodo del 2015 a 2,306 miliardi di euro, un calo superiore alle attese degli analisti (2,45 miliardi di euro).
Per Volkswagen si tratta comunque di un dato incoraggiante dopo un esercizio 2015 chiuso in perdita per 1,58 miliardi, il primo rosso negli ultimi 15 anni, a causa dei 16,2 miliardi di accantonamenti contabilizzati per coprire gli oneri del Dieselgate. Il mercato ha accolto comunque male i risultati: il titolo alla Borsa di Francoforte scende intorno alle 11 del 2,7% a 134.14 euro, dopo essere sceso anche del -4% a 133 euro.
I ricavi sono calati del 3,4% a 50,964 miliardi, contro i 51,7 miliardi del consenso, nonostante l’inatteso aumento delle consegne dello 0,8% a 2,508 milioni. A penalizzare il fatturato è stato il calo dei volumi di vendita dell’1,2% a 2,555 milioni e lo sfavorevole contesto valutario.
L’utile operativo è invece migliorato del 3,4% a 3,44 miliardi, a fronte dei 2,73 miliardi delle attese, per un margine salito dal 6,3% al 6,8% grazie anche benefici per 300 milioni legati ad aggiustamenti valutari legati agli accantonamenti per il Dieselgate. Al netto di tale beneficio l’utile operativo risulta in calo del 5,9% a 3,13 miliardi per un margine in flessione dal 6,3% al 6,1%.
Alla luce dell’impatto dello scandalo sulle emissioni, Volkswagen ha confermato le stime per l’intero anno in virtù di un primo trimestre in linea con le proprie aspettative. Il gruppo si aspetta un declino dei ricavi fino al 5% a causa del negativo andamento di alcuni mercati come Russia e Sud America e degli sviluppi del Dieselgate, in particolare negli Usa. Il margine operativo è atteso tra il 5% e il 6%. “Il 2016 sarà un anno di transizione per Volkswagen, ma siamo fiduciosi che il nostro business operativo registrerà di nuovo una solida crescita quest’anno”, ha ribadito Mueller.