Il Cio prende tempo. Dopo il rapporto Wada sul doping di Stato in Russia e la richiesta di escludere la Federazione dai prossimi giochi, il comitato olimpico internazionale ha chiarito che è “la presunzione di innocenza” a dover essere ribaltata: la presenza di ogni atleta a Rio 2016 “dovrà perciò essere decisa dalla federazione internazionale di appartenenza in base alle proprie regole antidoping”. Per questo il Cio ha sollecitato la Wada a comunicare i nomi degli atleti coinvolti alle rispettive federazioni, limitandosi ad aprire una formale procedura disciplinare nei confronti delle singole persone.
“Esamineremo con cura il rapporto McLaren – prosegue la nota del Cio – valutando le opzionali legali, confrontando il bando totale di tutti gli atleti e il diritto alla giustizia individuale”. Si attende in particolare la sentenza del Tas sul ricorso degli atleti russi squalificati dalla Iaaf, prevista per il 21 luglio.
Il comitato olimpico russo, intanto, ha diffuso una nota in cui sostiene che “sarebbe sbagliato punire chi è pulito e inaccettabile vietargli di partecipare ai Giochi di Rio 2016. Come sostenitori della lotta contro il doping, con tolleranza zero – prosegue il comunicato –, siamo pronti a fornire piena assistenza a tutte le organizzazioni internazionali interessate al caso. Tuttavia, siamo fondamentalmente in disaccordo con l’opinione di McLaren e con chi pensa a un eventuale ‘licenziamento’ di centinaia di atleti russi puliti. Questa sarebbe una conseguenza spiacevole. La Russia ha combattuto sempre a livello statale e continuerà a lottare contro il doping, in più provvederà a inasprire le sanzioni per reati connessi a questa attività illegale”.