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Donne tra le mura di casa: il vecchio cliché che non passa mai di moda anche nel XXI secolo

Gli stereotipi di genere persistono in Europa, confinando ancora la donna al ruolo domestico. Nonostante i progressi, la parità resta una sfida aperta

Donne tra le mura di casa: il vecchio cliché che non passa mai di moda anche nel XXI secolo

Il ruolo della donna? Tra le mura domestiche. Una fotografia che stenta a sbiadire ancora nel XXI secolo. E che emerge più nitida che mai dall’analisi congiunta dell’ultimo rilievo di Eurobarometro e dall’ufficio valutazione impatto del Senato.

Eurobarometro, che per contro della Commissione europea compie sondaggi periodici, ha testato quanti e dove sono i luoghi comuni e gli stereotipi, in Europa. E ancora una volta ha visto la donna nel mirino. Inequivocabile la risposta alla domanda se “il ruolo più importante per una donna è prendersi cura della casa e della famiglia?” Ebbene, risponde ‘sì’ il 38%. Certo, non è la maggioranza, ma a dire ‘no’ è solo il 50% degli intervistati. Controprova. Ancora, per quanto riguarda il lavoro, si chiede: “Nel complesso, la vita famigliare ne risente quando la madre ha un lavoro a tempo pieno?”. La maggioranza degli europei (51%) non ha dubbi: sì. E se ancora ci fossero incertezze sul ruolo della donna, ecco un’altra domanda, dove il ruolo maschile tra le mura di casa viene rovesciato: “nel complesso, gli uomini sono naturalmente meno competenti delle donne nelle faccende domestiche”? Una risposta che vede una maggioranza di ‘sì’ in 12 Paesi membri su 27, con l’italia terza in questa speciale classifica (53%).

Parità di genere: passi avanti, ma il traguardo è lontano

Sono soprattutto i Paesi dell’Europa orientale (Bulgaria, Romania, Polonia, Ungheria, Slovacchia) a volere la donna a casa. Comunque, anche se alcuni stereotipi di genere persistono in diversi ambiti, con differenze rilevate tra Stati membri e fasce d’età, tre intervistati su quattro riconoscono che anche gli uomini beneficiano della parità di genere e il 90% degli europei ritiene che l’indipendenza economica sia importante tanto per le donne quanto per gli uomini. Certo, rimangono sempre dei distinguo. Ad esempio: dall’indagine Eurobarometro emerge infatti che il 47% degli intervistati concorda sul fatto che in politica gli uomini sono più ambiziosi delle donne. Tuttavia, a livello della Ue, oltre la metà degli intervistati è favorevole all’introduzione di misure volte ad affrontare la sottorappresentanza delle donne in politica. 

E su questo argomento, per quanto riguarda l’Italia un aiuto viene dall’Ufficio valutazione del Senato. Nella prima legislatura della Repubblica sono entrate 4 donne al Senato e 45 alla Camera: il 5%. Ci sono voluti quasi 30 anni (e altre sette legislature) perché nel 1976 fosse superata la soglia delle 50 presenze in Parlamento, e altri 30 anni per arrivare a quota 150. Nel 2022, a fronte di una riduzione del numero dei parlamentari, le urne hanno sostanzialmente confermato la tendenza, portando in Parlamento 198 donne. Oggi la presenza femminile, tra Camera e Senato, è pari al 33,6% degli eletti, una percentuale superiore alla media dei Parlamenti Ue 27.

Nel 2022 dopo 64 governi retti da 30 diversi Presidenti del consiglio tutti uomini, Giorgia Meloni, leader del partito di maggioranza relativa, è diventata la prima donna ad assumere la guida dell’Esecutivo. Nel 2023 un’altra donna, Elly Schlein, è stata eletta segretaria del principale partito di opposizione. Ma la strada verso la parità è ancora lunga.

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