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Donne Stem in Cybersecurity: la punta dell’iceberg dell’Intelligenza artificiale ma la parità di genere è lontana

Solo il 17% degli 8 milioni di lavoratori specializzati in ICT in Europa è donna. E con la carenza nel settore della cybersecurity è richiesta sempre di più una parità di genere nel campo. Gli esempi di Francia e India

Donne Stem in Cybersecurity: la punta dell’iceberg dell’Intelligenza artificiale ma la parità di genere è lontana

Più che una settimana ci vorrebbe l’avvio di una nuova era STEM! In Europa solo il 17% degli 8 milioni di lavoratori specializzati in ICT, quindi lavori legati alle competenze STEM, sono donne e solo il 7% impiegate nella cybersecurity. L’Italia è al 25esimo posto su 27 Paesi sulla parità di genere nel digitale con 23,4% di laureate ICT e solo il 6% in cybersecurity.

Tenuto conto che nel 2023 abbiamo subito il 10% degli attacchi informatici andati a segno globalmente, ed il nostro PIL è solo il 2% con lo 0,7% della popolazione mondiale, risultare l’ottavo Paese per danni economici derivanti da attacchi con un costo medio per data breach di 3,6 ml di dollari usa deve far riflettere.

Mancano specialisti in cybersecurity

I numeri parlano chiaro, e con 8 attacchi gravi al giorno che agiscono da moltiplicatori di danni produttivi e sociali verso imprese e strutture sensibili, correre ai ripari diventa fondamentale e l’esigenza di almeno 100 mila specialisti in cybersicurezza nei prossimi tre anni, evidenziata l’anno scorso da Roberto Baldoni, direttore generale dell’Acn (l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale), diventa un monito, resta un’urgenza alla quale dare una risposta.

Ma come? E soprattutto come arrivare ad una equa partecipazione e rappresentatività di genere che garantisca neutralità nell’applicazione di soluzioni di intelligenza artificiale e costruzione di algoritmi che limiti i rischi di perpetrare stereotipi e bias, più o meno evidenti, e offra risposte concrete a questo sforzo di diffusione delle STEM e di coinvolgimento delle nuove generazioni , ma non solo, in una rivoluzione digitale basata su competenze che comunque impatteranno il 40% dell’occupazione globale?

L’esempio francese: a tutta matematica!

Un esempio di impegno governativo ad alto impatto intergenerazionale viene dalla Francia. Son passati infatti ormai cinque anni da quando in Francia è stata avviata una riforma dei programmi scolastici che ha impattato tutti gli ordini della scuola obbligatoria su due filoni: quello delle competenze e quello delle materie da insegnare con un speciale focus su matematica e scienze, favorendo così un insegnamento integrato delle materie STEM che include anche progetti interdisciplinari che partono dall’informatica per supportare gli studenti a comprendere meglio l’evoluzione del mondo digitale.

Tra luci ed ombre nell’analisi degli esiti di questo piano nazionale occorre ricordare che parallelamente il Presidente Macron porta avanti da anni una battaglia per l’incremento degli stipendi degli insegnanti, partendo da una base di 2mila euro netti al mese come obiettivo imprescindibile. Questo è un altro aspetto fondamentale per consolidare l’azione del sistema scolastico, cioè attraverso un’adeguata remunerazione che compenetri gli sforzi formativi dei docenti.

Anche l’India punta sulle donne nelle STEM

Un altro importante esempio di proattività sulle STEM arriva dall’India dove il Premier Modi punta sulle Donne per implementare la forza lavoro specializzata con investimenti poderosi su campus e programmi di pianificazione formativa e riqualificazione per avere almeno “400mila nuove ingegnere all’anno” che insieme agli altri lavoratori specializzati diano una spinta ulteriore allo sviluppo tecnologico e produttivo del Paese.

Pare evidente che investire massivamente su programmi di formazione e istruzione diffusi: dalle Università agli istituti di ricerca per programmi di formazione e istruzione che promuovano l’accesso e la partecipazione soprattutto delle donne nelle STEM, siano un primo passo che già si evidenzia in ambito accademico italiano con eccellenze e iniziative che da Sud a Nord , anche grazie ai fondi del PNRR mostrano un impegno consapevole dell’opportunità offerta dalla rivoluzione digitale guidata dall’IA generativa.

In Italia progressi per una maggiore inclusione delle donne nelle STEM

Ma non basta perché anche per venire incontro al differenziale di genere nelle competenze digitali, evidenziato dall’indice DESI europeo in Italia, si rilevano numerose iniziative regionali a supporto delle donne e ragazze che lavorano o ambiscono lavorare nei settori STEM, ed anche la nascita di associazioni locali ove le donne si sono organizzate in reti e comunità per condividere esperienze, fornire supporto reciproco e promuovere la partecipazione delle donne nel settore. Queste reti offrono opportunità di networking, mentorship e sviluppo professionale per le donne nel campo delle STEM. Nonostante questi sforzi, c’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere una piena parità di genere nel campo delle STEM in Italia. Tuttavia, l’attenzione crescente su questo tema e l’impegno delle organizzazioni e delle istituzioni stanno portando a progressi significativi verso una maggiore inclusione e partecipazione delle donne in queste discipline.

E se è stato calcolato che i costi da criminalità informatica ammonteranno a 10 triliardi di dollari usa entro il 2025 globalmente le opportunità lavorative e professionali proprio nell’ambito della cyber sicurezza restano enormi e peculiari a far sì che si gettino le fondamenta per una rivoluzione STEM a fianco di quella “green and digital” della quale beneficeranno tutte e tutti implementando così le reti di scurezza sociale, nelle infrastrutture pubbliche del Paese pesantemente oggetto di attacchi informatici.

Inoltre una maggiore attenzione aumentando le tutele per proteggere i lavoratori più vulnerabili creerà un circuito virtuoso in un mondo del lavoro più digitale certamente, ma in una piena condivisione di responsabilità sociale tra pubblico e privato nel saper rispondere ai rischi evidenziati dalla cybersecurity.

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