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Don Carlo di Giuseppe Verdi inaugura la Prima della Scala: 13 minuti di applausi per l’opera dal cast glorioso

RAI HD

Nel palco d’onore erano presenti il presidente del Senato Ignazio La Russa, il sindaco di Milano Beppe Sala e la senatrice a vita Liliana Segre. Mentre il presidente della Repubblica e del Consiglio erano assenti per motivi di agenda. Presenti inoltre il vice premier Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, la ministra per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati, i Sottosegretari alla Cultura Gianmarco Mazzi e Vittorio Sgarbi, il Prefetto Claudio Sgaraglia, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il Senatore a vita Mario Monti e il Capo di Stato Maggiore Giuseppe Cavo Dragone. Per la Rai l’AD Roberto Sergio. 

Una storia di di potere e di amore ma drammatica e senza lieto fine è il Don Carlo di Giuseppe Verdi, firmato da Lluís Pasqual, diretto dal maestro Riccardo Chailly, l’opera più complessa e tormentata del compositore. Questa consueta rappresentazione milanese ha visto la regia di Lluis Pasqual e un cast straordinario: Anna Netrebko era Elisabetta di Valois e Francesco Meli era Don Carlo. E ancora Luca Salsi (Rodrigo, Marchese di Posa), Michele Pertusi (Filippo II), Elina Garana (Principessa d’Eboli) e Jongmin Park (il Grande Inquisitore). I costumi erano firmati dal premio Oscar Franca Squarciapino e le scene da Daniel Blanco. Scritta in origine per l’Opéra de Paris, in francese e in cinque atti (“Don Carlos”), per questa prima è stata adattata dallo stesso compositore in quattro atti e in italiano ed è stata la ottava volta ad aprire la stagione della Scala (1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008).

Nella rappresentazione dell’opera verdiana si sono maggiormente contraddistinte le due cantanti Anna Netrebko, nel ruolo di Elisabetta di Valois, ed  Elina Garanča, in quello della Principessa d’Eboli, ma non meno di effetto tutto il cast sia nelle scene singole che quelle più partecipate che hanno emozionato il pubblico sia dal teatro che dallo schermo, poichè l’opera è stata trasmessa in diretta in Italia ma anche all’estero su Rai1 con dieci telecamere in alta definizione. L’opera resterà in scena fino al 2 gennaio, ma è tutto esaurito. Su Raiplay si potrà vedere per 15 giorni dopo la prima. 

ATTO I

Spagna, ca. 1560. Carlo, figlio del re spagnolo Filippo II, cerca la pace nel monastero di Santa Giusta in Spagna, dove prega sulla tomba del nonno, l’imperatore Carlo V. Un monaco, che sembra essere il fantasma dell’imperatore, affronta lui. Arriva il suo amico Rodrigo, marchese di Posa, per ricordare a Carlo il suo impegno a favore della causa del popolo fiammingo, oppresso dal dominio spagnolo. Carlo confessa a Rodrigo il suo amore per la regina Elisabetta, alla quale un tempo era fidanzato. Carlo e Rodrigo si impegnano per la causa della libertà, giurando amicizia eterna. In un giardino esterno al monastero, Eboli intrattiene con un canto le altre dame di corte. Entra Elisabetta, seguita da Posa, che le consegna una lettera segreta di Carlo che chiede un incontro. Quando viene ammesso, Carlo chiede alla regina di ottenere da Filippo il permesso di recarsi nelle Fiandre, poi all’improvviso dichiara il suo continuo amore. Elisabetta lo rifiuta e Carlo scappa via. Il re entra e, trovando la regina incustodita, scaccia la contessa di Aremberg, che avrebbe dovuto accompagnarla. Rimasto solo con il re, Posa sfida Filippo a porre fine alla sua oppressione sul popolo fiammingo. Filippo rifiuta ma rimane colpito dal coraggio di Posa. Lo avverte di stare attento all’Inquisizione e racconta a Posa dei suoi sospetti su sua moglie e Carlo, chiedendo a Posa di tenerli d’occhio. Posa accetta l’incarico, sapendo che avere la fiducia del re lo aiuterà in futuro.

ATTO II

Eboli scrive un messaggio per Carlo, invitandolo a un incontro segreto. Carlo arriva, pensando che l’appuntamento sia con Elisabetta, ma quando Carlo scopre che invece è con Eboli, rifiuta le sue avance. Capisce quali sono i veri sentimenti del principe e giura di smascherarlo. Posa arriva in tempo per sentire Eboli e minaccia di ucciderla, ma Carlo glielo impedisce. Eboli se ne va. Posa convince Carlo che ora è in pericolo e Carlo gli consegna alcune carte segrete perché le custodisca. Durante un pubblico rogo di eretici davanti alla Basilica di Nostra Signora di Atocha a Madrid, Carlo guida un gruppo di deputati fiamminghi da Filippo. Il re respinge le loro richieste di libertà. Quando respinge anche la richiesta di Carlo di governare le Fiandre, il principe sguaina la spada contro suo padre. Posa lo disarma e Carlo viene arrestato. In segno di ringraziamento Filippo nomina Posa duca. Un gruppo di eretici viene condotto al rogo mentre una voce dall’alto accoglie le loro anime in paradiso.

ATTO III

Di notte il re riflette sulla sua vecchiaia e sul suo matrimonio con una moglie che non lo ama. Si consulta con il vecchio e cieco Grande Inquisitore, che sostiene una condanna a morte per Carlo: come Dio ha sacrificato suo figlio per salvare l’umanità, così Filippo deve soffocare il suo amore per suo figlio per amore della fede. L’Inquisitore chiede anche che Posa gli venga consegnato. Nell’andarsene Filippo si chiede se il trono debba sempre cedere all’altare. Entra Elisabetta, che ha scoperto che il suo portagioielli è stato rubato. Eboli, che sa che Elisabetta custodisce dentro un ritratto di Carlo, aveva preso la scatola e l’aveva donata al re. Filippo ora mostra la scatola ad Elisabetta, tira fuori il ritratto e l’accusa di adulterio. Elisabetta crolla e il re chiede aiuto. Eboli e Posa irrompono. Posa esprime stupore per il fatto che un re che governa metà del mondo non possa governare le proprie emozioni, mentre Eboli prova rimorso per ciò che la sua gelosia ha provocato. Sola con Elisabetta, Eboli confessa non solo di averla accusata falsamente, ma di essere stata l’amante del re. Elisabetta la ordina dal tribunale. Eboli lamenta la sua bellezza fatale e giura di trascorrere il suo ultimo giorno in Spagna cercando di salvare Carlo. Posa fa visita a Carlo in carcere per raccontargli che ha utilizzato le carte segrete per addossarsi la colpa della ribellione fiamminga. Ora è un uomo segnato, quindi Carlo deve sostenere la causa della libertà per le Fiandre. Gli agenti dell’Inquisizione sparano a Posa, che muore dicendo a Carlo che Elisabetta lo incontrerà al monastero di Santa Giusta e dichiarandosi felice di aver sacrificato la sua vita per un uomo che diventerà il salvatore della Spagna. Filippo arriva per fare pace con Carlo. Quando una folla spagnola viene a salvare Carlo dalla sua cella, il re si offre nel tentativo di placare la loro rabbia. Carlo fugge e la folla si ferma quando entra il Grande Inquisitore. Comanda a tutti di inginocchiarsi e, con la sua presenza terrificante, la pace viene ristabilita.

ATTO IV

Elisabetta è venuta al monastero, desiderando solo la propria morte. Quando appare Carlo, lei lo incoraggia a continuare la ricerca di libertà di Posa nelle Fiandre, e sperano nella felicità nell’aldilà. Mentre si salutano, arrivano Filippo e il Grande Inquisitore. Mentre gli agenti dell’Inquisizione si avvicinano a Carlo, l’imperatore Carlo V si materializza dall’oscurità per insistere sul fatto che la sofferenza è inevitabile e cessa solo in paradiso.

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