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Dollaro record, ma in Borsa la Cina fa più paura della Fed

FIRSTonline

La prospettiva di una guerra commerciale con la Cina preoccupa Wall Street assai di più dei prossimi rialzi del costo del denaro. È quanto emerge dall’andamento dei mercati finanziari: positivi dopo il comunicato “morbido” della Fed al termine dei lavori del comitato monetario, che ha in parte frenato la corsa del superdollaro sull’euro (sceso sotto 1,20 ) e poi scivolati in terreno negativo di fronte al rischio di un fallimento della missione del segretario di Stato Steven Mnuchin, arrivato ieri sera nella capitale cinese per cercare una via per ridurre il deficit commerciale Usa (735 miliardi di dollari). Un’impresa difficile, a giudicare dalle premesse: Washington minaccia nuovi stop all’import di apparati per le tlc dalla Cina. Pechino, secondo l’ad di Bunge, colosso del trading alimentare, ha già tagliato gli acquisti di soia dagli Usa, rivolgendosi al Brasile.

In questo quadro si spiegano le incertezze di Wall Street e delle Borse cinesi, in contrasto con i record dei listini europei, galvanizzati dalla discesa del dollaro.

WALL STREET IN ROSSO, TONFO DI HONG KONG

Deboli stamane le borse cinesi: l’indice delle blue chips, il Csi 300, viaggia attorno ai minimi da otto mesi. Scendono anche i mercati azionari di Singapore (-1,5%) e di Taipei (-1%). La borsa peggiore è quella di Hong Kong (-1,7%).

Anche Wall Street ha chiuso in calo: Dow Jones e S&P500 entrambi -0,72%, Nasdaq -0,41%.

MUSK SNOBBA GLI ANALISTI: 2 MILIARDI IN MENO PER TESLA

È proseguita la corsa di Apple (+4,4%), sostenuta dall’annuncio di un buy back da 100 miliardi, un’operazione resa possibile dagli sgravi fiscali di Trump. Secondo Bloomberg, le corporation Usa potrebbero ricomprare azioni per circa 800 miliardi di dollari, pari all’intero valore di Piazza Affari.

A frenare i mercati sono stati i crolli di Paypal (-14%) sotto la pressione del nuovo canale di pagamenti di Amazon. Snap -17,1% dopo i conti.

Tesla è precipitata dopo l’incontro con gli analisti di Elon Musk, che si è rifiutato di rispondere alle domande. Il titolo è arretrato del 4,5%: il rifiuto è costato al ceo 2 miliardi di dollari.

TASSI USA, L’AUMENTO CI SARÀ IL 13 GIUGNO

Il comunicato del comitato monetario della Fed non ha riservato particolari sorprese. La doverosa notazione che l’inflazione si è avvicinata all’obiettivo è stata bilanciata dall’aspettativa che questa rimanga attorno ai livelli attuali e dalla scomparsa, nel testo, della parte in cui si osservava che il quadro macro si era rafforzato negli ultimi mesi. Il mercato dà per scontato un aumento di un quarto di punto al vertice del 12/13 giugno.

EXPORT RECORD PER TEHERN PRIMA DELLE SANZIONI

In lieve calo il petrolio: Brent in lieve calo a 73,2 dollari il barile dopo l’aumento inatteso delle scorte Usa. I mercati sono in attesa delle decisioni americane sul trattato con l’Iran, in vista della scadenza del 12 maggio. Trump sembra pronto a denunciare l’accordo ma le modalità non sono chiare. Intanto emerge che l’export di Teheran è salito ad aprile ai massimi di sempre: 2,6 milioni di barili al giorno, primi clienti Cina ed India.

Fra i petroliferi a Piazza Affari brilla Tenaris (+3,5%), sui massimi da circa un anno: Kepler Chevreux ha alzato il target price a 13,5 euro da 13 euro confermando il giudizio ‘hold’. Positive anche Eni (+0,7%) e Saipem (+1,1%).

I conti record di Apple e il fantasma dei dazi che (per ora) si allontanano dall’Europa spingono le Borse del Vecchio Continente, che chiudono tutte in positivo.

L’indice FtseMib (+1,3% a 24.262 punti) ha chiuso in forte rialzo la prima seduta del mese di maggio, segnando il valore più alto dall’ottobre 2009, toccando nel corso della seduta un massimo a 24.305 punti.

PIAZZA AFFARI CANCELLA GLI ANNI DELLA CRISI

La performance da inizio anno del FtseMib migliora a +11%, nello stesso periodo l’indice Eurostoxx è salito di un modesto +1,4%, mentre il Dax di Francoforte registra una perdita dell’1%.

Interessante annotare che, dopo anni di rendimento sotto la media, il 2018 potrebbe rappresentare l’anno della svolta per le blue chip di Piazza Affari, in rimonta anche sui titoli milanesi a minore capitalizzazione.

Sono bene intonate anche le altre borse europee, in particolare il Dax di Francoforte sale dell’1,5%. Bene anche Madrid (+1,01%), più modesto l’incremento di Londra (+0,3%) e Parigi (+0,2%).

TRABATTONI (KAIROS): “ECCO PERCHÉ IL RALLY PUÒ PROSEGUIRE”

Come spiegare lo stato di grazia di Piazza Affari? Massimo Trabattoni, responsabile azionario Italia di Kairos, la vede così: “La recente sovraperformance del mercato italiano è figlia della composizione del nostro listino, che presenta infatti un mix di pesi importanti di titoli finanziari e di titoli oil, mentre i ciclici hanno un peso molto inferiore rispetto ad altri mercati. In questo scenario, quindi, il listino italiano registra migliori performance rispetto ad altri dove la componente ciclica è più pesante, come ad esempio il Dax. E questo malgrado l’incertezza politica che rischia di trascinarsi ancora per qualche settimana. In questo momento la questione politica non rappresenta una variabile significativa, e non la considererei nemmeno un fattore di rischio. Anche qualora dovessimo avere un governo tecnico, o del Presidente o di grandi alleanze in attesa di nuove elezioni”.

L’economia italiana ha mantenuto all’inizio dell’anno lo stesso ritmo di crescita congiunturale osservato negli ultimi tre mesi del 2017, nonostante il contributo nullo dell’industria anticipato dai numeri della produzione, suonati come campanello d’allarme facendo temere un rallentamento del Pil. Secondo i dati preliminari diffusi dall’Istat, tra gennaio e marzo il Pil è cresciuto dello 0,3% su base trimestrale, replicando l’espansione osservata nel trimestre precedente.

Nel mese di marzo il tasso di disoccupazione è stabile all’11%. Il tasso di disoccupazione nella fascia di età 15-24 anni, ovvero l’incidenza dei giovani disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, si porta al 31,7% dal 32,5% (rivisto) di febbraio, toccando il minimo da dicembre 2011.

ELEZIONI PIÙ LONTANE, SCENDE LO SPREAD

Scongiurate al momento le elezioni anticipate, il mercato secondario ha messo a segno un recupero rispetto a lunedì. Il differenziale di rendimento fra il decennale italiano e spagnolo si è attestato a 49 punti base dal massimo segnato del 30 aprile a 52 punti base.

Lo spread con il Bund è in calo a 121 punti per un rendimento del decennale pari all’1,79%. Tiepida ieri la risposta del mercato all’offerta di 2,476 milioni di Bobl tedeschi (titoli a due anni). Il quinquennale è stato assegnato con un rendimento in rialzo a -0,04% da -0,10%. Oggi scendono in campo la Francia (titoli a medio-lungo per 8,5 miliardi) e la Spagna (4,5 miliardi).

INDUSTRIA IN VOLO: STM E BREMBO SUPERSTAR

Quasi tutte in rialzo le 40 azioni che compongono l’FtseMib. A tirare la corsa sono stato due titoli industriali: Stm e Brembo.

Stm (+4,5%) ha preso il largo dopo la pubblicazione dei conti di Apple. “Nel 2017 – rileva Equita sim – Apple è stato il primo cliente della società italofrancese rappresentando il 10,5% del fatturato”. Tonico tutto il settore tecnologico europeo (+1,16%).

Brembo (+5,63%) brilla in un giorno positivo per l’automotive europeo (+1,89%) che tira un sospiro di sollievo per il rinvio dell’entrata in vigore dei dazi Usa su acciaio e alluminio. I mercati scommettono sulla trimestrale del gruppo in uscita la prossima settimana.

FCA RIPARTE IN USA MA FRENA IN ITALIA. OGGI I CONTI FERRARI

A Borsa chiusa sono stati resi noti i dati italiani delle immatricolazioni di auto ad aprile: +6,47% rispetto ad un anno fa, in ripresa rispetto al calo di marzo.

Giornata positiva anche per Fiat Chrysler (+2,48%)  che martedì ha annunciato una crescita del 5% delle vendite di auto Usa in aprile a fronte di un mercato in contrazione (-4,5%). In particolare, hanno brillato le vendite di Jeep: +20% sullo stesso periodo dell’anno precedente.

In Italia invece il gruppo Fca ha registrato nel mese di aprile 2018 un calo delle immatricolazioni rispetto a un anno fa del 2,1%, a quasi 46mila veicoli. La quota di mercato del gruppo in Italia si attesta al 26,8%. Oggi è in programma il consiglio Ferrari (+3,63%).

Tra le banche si è messa in evidenza Banco Bpm (+2%): ci sono parecchi soggetti interessati ai suoi crediti in sofferenza da smaltire. Intesa +0,4%, Unicredit -0,2%.

NUOVO RECORD PER MONCLER, SOFFRONO LE UTILITIES

In ripresa Telecom Italia: + 2,32% a 0,8372 euro in vista dell’assemblea del 4 maggio. Il titolo il 10 aprile valeva 0,8802 euro.

Nel lusso nuovo record storico per Moncler (+1,5%). Ferragamo+1,4%. Balzo in avanti anche di Recordati (+4%). Negative le utilities: A2A e Italgas accusano perdite intorno all’1%.

IN RALLY SALINI “L’AMERICANA”, TONICA ASTALDI

Fuori dall’indice principale, Salini Impregilo (+9,35%) ha proseguito la corsa iniziata lunedì con l’annuncio della nomina di Goldman Sachs come adviser per la valutazione di alternative strategiche per la divisione Plants & Paving di Lane e la possibile quotazione a Wall Street.

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Tonica anche Astaldi con un progresso del 5,69%. Amplifon ha chiuso in rialzo del 2,77% nel giorno dei risultati. Rimbalza dell’11,75% Ternienergia dopo le recenti pesanti perdite.

Categories: Finanza e Mercati