X

Dolce & Gabbana: insostenibile leggerezza con sorpresa finale?

A peggiorare la situazione sono poi stati messaggi privati su Instagram di Stefano Gabbana, visualizzati da altri utenti. Da lì la bufera, nonostante sia arrivata la smentita di autenticità da parte di Gabbana, il disappunto nei confronti del brand aveva cavalcato tutta la Cina e non solo. Anche il Ministero per gli Affari culturali di Pechino è intervenuto, cancellando l’imminente sfilata a Shangai e causando così un evidente danno economico e d’immagine per il brand. Nel frattempo a quanto riportano le testate internazionali, i prodotti di D&G sono spariti dalle piattaforme di vendita online (che secondo gli esperti l’e-commerce in Cina per certi prodotti è pari al 90% delle vendite) più importanti, come JD.com, Suning e Tmall. E infine a concludere il thriller, ecco un ultimo video con le scuse dei due stilisti ai cinesi e alla Cina, ma il lieto fine è ancora lontano.

Ora, è da chiedersi come sia successo tutto questo e il perché della scelta dell’ADV così diversa dalle loro campagne pubblicitarie tutte volte invece, alla tradizione. Risalendo la storia di questa Maison possiamo solo notare una grande attenzione alla cultura del proprio Paese e della Sicilia che ha sempre contraddistinto il marchio fino dal suo nascere. Mai nulla pensato e realizzato senza avere cura di un’immagine di rispettosa di tutto ciò che appartiene al patrimonio di un Paese con un’immagine sapientemente fusa con l’arte. Ogni loro prodotto, anche se a volte provocatorio, è sempre stato riconducibile a modelli e icone che possiamo trovare nell’arte italiana specie nello stile barocco. Arte in ogni loro modo di essere, arte mai contaminata da concetti diversi dalla tradizione, arte come esagerazione e semplificazione di un modello dalle origini ben chiare. Un modello ben si sa che piace molto a popoli di cultura diversa ma anche molto lontano da avvicinare, proprio perché fortemente intriso di storia italiana. Ma anche un modello che può essere interpretato troppo provocatorio e perciò, capace di creare conflitti, esattamente come succedeva tra gli artisti nei secoli passati. Infatti, il talento di un artista poteva suscitare guerre tra potenti, i quali per possedere in esclusiva la proprietà dell’intera opera del maestro, pagavano meglio e cosi l’opera passava ad un altro committente.

Sicuramente la superficialità di D&G, a non porre attenzione a quanto poteva suscitare la campagna pubblicitaria, è alla base di questo brutto colpo.

È Bene ricordare però che la Maison è ancora tutta italiana, a differenza di tanti altri brand già acquistati da fondi finanziari esteri, spesso in capo a mega gruppi del settore quotati nelle borse internazionali, e non di meno a Hong Kong.

Ora, è da chiedersi se questa brutta avventura che ha già comportato la messa al bando del prodotto Made in Italy dal mercato cinese, la perdita di immagine e di fatturato non ci sia anche pronto un piano d’acquisto dell’azienda D&G da parte del Dragone.

Una cosa però resta certa, D&G ha fatto una pessima figura a sottovalutare la sensibilità dei popoli asiatici: leggerezza imperdonabile.

Related Post
Categories: Arte