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Divorzio, puoi farlo anche con Facebook

Per divorziare, ora, basta Facebook, almeno negli Stati Uniti. Il precedente a cui far riferimento è del 27 marzo 2015 e riguarda una coppia di cittadini americani originari del Ghana. La decisione di concedere la notifca tramite social network è della Corte Suprema di Manhattan ed è quella che si definisce tipicamente un “estremo rimedio a un male estremo”.

Nella fattispecie, il marito della signora Ellanora Arthur Baidoo era riuscito a fare dell’irreperibilità quasi un’arte: l’ultimo indirizzo disponibile di Victor Sena Blood-Dzraku – questo il suo nome – era un appartamento che però l’uomo aveva lasciato libero nel 2011. Durante l’ultimo contatto telefonico tra i due, l’uomo aveva comunicato alla moglie che aveva perso il posto di lavoro, che non aveva più una dimora fissa e che non aveva alcuna intenzione di rendersi disponibile per ricevere, e men che meno firmare, i documenti del divorzio.

Inoltre, gli uffici postali interpellati a Manhattan non avevano alcun recapito associato al suo nome, non c’era nessun indirizzo di fatturazione legato alla sua scheda telefonica prepagata e nemmeno il registro automobilistico aveva alcuna traccia di mezzi di trasporto intestati a nome Victor Sena Blood-Dzraku.

La moglie e il suo avvocato hanno tentato di tutto, compresa l’assunzione di un investigatore privato, ma nulla è valso al fine di avere un contatto con il marito della donna.

La legge degli Stati Uniti (in questo caso comune a molte altre legislazioni di altri Paesi) prevede che la prima strada da tentare debba essere la consegna di persona, mentre, in caso di irreperibilità del destinatario, il documento deve essere lasciato all’ultimo indirizzo conosciuto, nonostante il rischio di non avere alcun riscontro sia molto alto.

Nella sentenza scritta da Matthew F. Cooper della sezione di Manhattan però, il giudice ha permesso alla signora Baidoo di consegnare i documenti per il divorzio attraverso un messaggio di Facebook. “La consegna dovrà avvenire – si legge – una volta alla settimana per tre settimane o fino a prova di una lettura da parte dell’uomo”.

“Nelle presenti circostanze – scrive il giudice – l’utilizzo di Facebook, anche se nuovo e non tradizionale, è quello che si avvicina di più agli standard costituzionali per questo tipo di procedimenti. Ogni indicazione va nella direzione di un più probabile successo di questo mezzo rispetto a qualunque altro metodo tradizionale, ai fini della consegna dei documenti di divorzio”.

In realtà non è la prima volta che Facebook si rivela “uovo di Colombo” per la soluzione di alcune pratiche burocratiche oltreoceano. Ad un uomo, ad esempio, è stata concessa la possibilità di inviare alla moglie, irreperibile fisicamente, ma attiva sul suo profilo Fcebook, comunicazioni relative alla cessazione dell’assegno per il mantenimento dei figli.

Ci sono inoltre precedenti in cui vengono inviati documenti ufficiali soprattutto in ambito commerciale, ma è la prima volta che questo riguarda una causa di divorzio. Farà storia anche nel vecchio continente? 

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