X

Dividendi: le società italiane tra le più generose al mondo

Marco Verch on Flickr

La febbre dei dividendi ha contagiato le Borse mondiali portando le società a elargire agli azionisti cedole sempre più generose e a garantire rendimenti di anno in anno più alti. Nemmeno Piazza Affari è risultata immune da questa tendenza e, anzi, nel 2019 ha registrato uno degli aumenti più marcati d’Europa (+4,5%) grazie a trasporti e utility.

Mentre si attende con ansia l’inizio della stagione dei dividendi 2020 (sugli utili dello scorso anno), il Janus Henderson Global Dividend Index fornisce un quadro, a tinte scintillanti stavolta, di ciò che è accaduto solo qualche mese fa. Nel 2019 a livello globale le 1.200 società quotate oggetto d’analisi (che rappresentano il 90% dei dividendi globali distribuiti) hanno staccato cedole per 1.430 miliardi dollari, +3,5% rispetto al 2018. Il tasso di crescita sottostante – che considera anche l’impatto negativo del rialzo del dollaro, i dividendi straordinari erogati e diversi fattori tecnici verificatisi nel corso dell’anno – è stato pari al 5,4%.

DIVIDENDI IN CRESCITA IN TUTTO IL MONDO

Scendendo nel dettaglio, a causa delle difficoltà economiche globali (Brexit, guerra dei dazi, disordini ad Hong Kong e via dicendo) il 2019 è stato l’anno che ha registrato il tasso di crescita delle cedole più lento dal 2016, con un rialzo del 3,5% rispetto al 2018 (+5,4% rettificato). È infatti allargando l’orizzonte temporale che arrivano i dati più sorprendenti: negli ultimi dieci anni, i dividendi distribuiti su scala mondiale ammontano a 11.400 miliardi di dollari, con una crescita sottostante del 97% (7% all’anno).

L’anno scorso a fare da apripista alla crescita dei dividendi è stato soprattutto il Nord America. Le Big quotate a Wall Street, banche in primis, non sono state taccagne e hanno stabilito un nuovo record annuale: le distribuzioni complessive sono aumentate del 4,7% arrivando a quota 490,8 miliardi di dollari, mentre la crescita sottostante è stata del 6,8%.

In salita anche i dividendi erogati nei mercati emergenti e in Giappone (+6,3% in termini sottostanti), mentre le altre regioni dell’Asia-Pacifico e l’Europa sono rimaste un po’ più indietro. A livello settoriale, a crescere di più sono stati i dividendi erogati dalle società petrolifere, con cedole salite del 10%, mentre il ribasso più ampio è stato segnato dal settore delle telecomunicazioni e dei servizi di pubblica utilità.

I DIVIDENDI IN EUROPA

Il vecchio continente ha registrato un ribasso dei dividendi del 2% a quota 251,4 miliardi di dollari a causa “principalmente della brusca svalutazione dell’euro rispetto al dollaro americano”, si legge nello studio. Rettificato per le oscillazioni dei tassi di cambio e altri fattori minori, il dato mostra una crescita sottostante è stata del 3,8% (+53% nei 10 anni). Fa gioco a sé il Regno Unito che, grazie a “dividendi straordinari eccezionalmente elevati”, sottolinea Janus, ha mostrato una crescita complessiva del 6,2% e una crescita sottostante del 2,9%.

Volendo fare una classifica dei dividendi, all’ultimo posto si piazza il Belgio (-22,5%), seguito dalla Germania. A Francoforte le distribuzioni hanno segnato un calo tendenziale del 7,8% a 43,8 miliardi di dollari e un aumento del 2,5% in termini sottostanti. “Il 10% delle aziende tedesche ha tagliato il dividendo, a partire dalle società automobilistiche BMW e Daimler che risentono delle tensioni commerciali e dei cambiamenti strutturali dell’attività”, spiega il report. A riportare la performance migliore invece – insieme all’Italia – sono i Paesi Bassi i cui dividendi nel 2019 hanno raggiunto quota 19,2 miliardi di dollari grazie alla cedola straordinaria di Akzo Nobel, produttore di vernici proprietario di marchi come Dulux. La Francia, dal canto suo, è il Paese con il monte dividendi più alto (63,9 miliardi), ma ha registrato una crescita complessiva dell’1,3% e un aumento sottostante del 4,6%.

ITALIA A QUOTA 16 MILIARDI DI CEDOLE

Questo il contesto in cui l’Italia ha confezionato il suo piccolo record personale. L’Italia è uno dei Paesi che nel 2019 ha segnato la crescita tendenziale (e rettificata) più alta in Europa. In percentuale le cedole complessive sono salite del 4,5%, mentre il rialzo rettificato è addirittura dell’8%, sovraperformando dunque la performance continentale, ma anche globale. Parlando in cifre, nel 2019 le società quotate italiane hanno erogato 16 miliardi di dividendi a fronte dei 15,3 miliardi del 2018. Nel 2013 la cifra ammontava a 12,4 miliardi di dollari.

A contribuire al risultato sono state soprattutto le società dei trasporti, grazie all’acquisizione da parte di Atlantia della spagnola Abertis, e le utility per i forti rialzi decisi da Enel e Terna.

Fonte: Janus Henderson Global Dividend Investors

LE STIME SUI DIVIDENDI 2020

Quali sono le prospettive sulla prossima stagione dei dividendi? Per il 2020 gli esperti di Janus Henderson prevedono un ulteriore crescita dei dividendi, anche se il ritmo continuerà a rallentare a causa del calo dei dividendi straordinari. Nel dettaglio, rispetto al 2019 le cedole complessive dovrebbero salire del 3,9%, toccando quota 1.480 miliardi di dollari. In termini sottostanti, le distribuzioni dovrebbero aumentare del 4%.

In Italia da tenere d’occhio (oltre alla solita Azimut) saranno soprattutto le banche che stanno promettendo cedole ricche sui conti del 2019. Gli otto più grandi istituti del Paese erogheranno dividendi per oltre 5,1 miliardi di euro, pari al 62,9% degli 8,2 miliardi di utili netti aggregati registrati nel 2019. Il grosso lo faranno le due big: Intesa che ha confermato 3,4 miliardi di dividendi cash, pari a un rendimento dell’8,4%, e a un payout ratio dell’80%. Unicredit nel 2020 distribuirà 1,4 miliardi di dividendi cash e avviando parallelamente il riacquisto di azioni per 500 milioni di euro.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati