Un solo gruppo, due decisioni opposte. Dopo le banche tocca alle assicurazioni prendere una decisione sui dividendi. A causa dell’emergenza Coronavirus, lo scorso 31 marzo, l’Ivass ha chiesto ufficialmente alle società di “adottare, a livello individuale e di gruppo, estrema prudenza nella distribuzione dei dividendi e nella corresponsione della componente variabile della remunerazione agli esponenti aziendali”. “Il rispetto di queste raccomandazioni, che sono in linea con quelle diffuse dall’EIOPA il 17 marzo scorso – ha continuato l’istituto di vigilanza -, sarà oggetto di stretto monitoraggio da parte dell’Istituto”. Una richiesta esplicita che tuttavia lascia ai gruppi maggior libertà rispetto alle raccomandazioni fatte da Bce e Bankitalia alle banche.
A tre giorni di distanza dal monito lanciato dall’Ivass arrivano le prime decisioni: Unipol ha deciso di sospendere l’erogazione del dividendo di 28 centesimi e aspettare che lo tzunami coronavirus si plachi. La holding bolognese “pur rilevando che continuano a sussistere – alla data odierna, così come al 19 marzo scorso – tutti i presupposti, ivi inclusi i coefficienti di solidità patrimoniale, per procedere alla distribuzione del dividendo” ha scelto di “attenersi strettamente alle richieste dell’Ivass, sospendendo quindi la proposta di distribuzione di detto dividendo e di proporre all’adunanza assembleare (il prossimo 30 aprile, ndr) l’assegnazione a riserva dell’utile d’esercizio 2019”. Grazie a questa decisione il Solvency ratio consolidato passerà dal 182% al 187%, con un eccesso di capitale pari a 3,7 miliardi di euro. Come accaduto per gli istituti bancari, anche Unipol ha lasciato una speranza per il futuro, riservandosi di convocare una nuova assemblea “entro l’esercizio 2020”. Stop anche ai bonus per i dirigenti, compresa la remunerazione variabile che sarebbe dovuta andare all’amministratore delegato.
Per Unipolsai invece è stata scelta una strada diversa. La compagnia pagherà 452 milioni di dividendi. Gran parte di questa cifra – 372 milioni -finirà nelle casse di Unipol che detiene l’82,17% delle quote. La decisione “è stata assunta anche tenuto conto dell’elevata solidità patrimoniale della compagnia (al 31 dicembre 2019, il Solvency ratio individuale è pari al 284%, con un eccesso di capitale di euro 5,3 miliardi circa, già dedotto il dividendo 2019), che la pone ai massimi livelli nazionali”.
Le scelte differenti sulle due società si rispecchiano anche nelle diverse performance borsistiche. A Piazza Affari, il titolo Unipol cede il 3,4% a 3,074 euro, mentre quello Unipolsai sale dello 0,7% a 2,22 euro.
Per quanto riguarda le altre compagnie, ricordiamo che Cattolica Assicurazioni, già prima delle raccomandazioni dell’Ivass, aveva deciso di rimandare la delibera sulla cedola. L’attenzione si concentra ora su Generali, che ha già deliberato l’erogazione di un dividendo pari a 96 centesimi per azione e la cui assemblea si riunirà il prossimo 30 aprile. Tre le possibili decisioni: prendere tempo rimandando la delibera sulla cedola, rinviare il pagamento al prossimo autunno oppure decidere di distribuire ugualmente.