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Dividendi 2018: le cedole più ricche del Ftse Mib

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Il 2018 sta per diventare l’anno dei record dal punto di vista dei dividendi. Bilancio dopo bilancio, le società di Piazza Affari stanno annunciando le cedole che distribuiranno sugli utili del 2017, promettendo agli azionisti cifre sempre più alte come ricompensa delle diete patite negli anni della crisi.

Una tendenza che non riguarda solo la Borsa di Milano, ma tutti i mercati globali. Anzi, a ben guardare, le società italiane non sono nemmeno tra le più generose: la crescita dei dividendi c’è ed è considerevole (+3,2% a 12,9 miliardi di dollari), ma si mantiene ben lontana dalle percentuali raggiunte altrove.

DIVIDENDI 2018: LA CLASSIFICA GLOBALE

A livello generale, in base alle cifre fornite dall’indice Janus Henderson Global Dividend, il monte dividendo annuo delle 1.200 società a maggior capitalizzazione al mondo è salito del 7,7% rispetto al 2016, arrivando a quota 1.252 miliardi di dollari.

Il primato spetta all’Asia, che fa segnare un rialzo del 18,8% seguita dalle aree emergenti (+16,5%) e dal Giappone (+8,1%). In salita anche le cedole erogate a Wall Street (+5,9%), mentre l’Europa registra una crescita dell’1,9%.

Nel vecchio continente “vince” la Germania (+6,8%), mentre la Spagna spicca per il motivo contrario: -2,5%

DIVIDENDI 2018: I PIU’ RICCHI DEL FTSE MIB

Tornando a Piazza Affari, come detto, grazie alla ripresa economica e agli utili registrati nel 2017, le società quotate nel 2018 “si daranno alla pazza gioia”, pagando dividendi molto generosi e garantendo rendimenti elevati.

Tra le blue chip a svettare è Azimut che nel 2018 conquista il primato di generosità tra le aziende del Ftse Mib. Lo scorso gennaio, la società di Pietro Giuliani ha annunciato una cedola ordinaria pari a 2 euro, il doppio rispetto al 2017, di cui 1 euro verrà corrisposto in contanti e i 1 euro in azioni proprie. Una cifra monstre, che equivale a un payout di oltre il 100% con un rendimento superiore all’11%.

Rimanendo nel paniere delle società a maggior capitalizzazione, impossibile non citare Eni che ha annunciato un dividendo di 0,8 euro, di cui 0,40 euro già distribuiti nel settembre 2017 a titolo di acconto. Il saldo sarà messo in pagamento a partire dal 23 maggio 2018 con stacco cedola il 21 maggio 2018. Da segnalare che la società guidata da Claudio Descalzi è una delle poche a garantire un dividend yield superiore al 6%.

Tra le società più redditizie del listino principale spicca anche Poste Italiane che erogherà un dividendo di 0,42 euro per azione, in rialzo del 7,7% rispetto all’anno precedente. Il payout, in questo caso, è pari all’80% degli utili (gli azionisti riceveranno, complessivamente 548,56 milioni), mentre il rendimento va oltre il 6,6%.

Dividend Yield del 6,66% per Intesa Sanpaolo, che svetta tra le banche con un dividendo 2018 pari a 0,203 euro per ogni azione ordinaria (cedola di 0,214 euro per i titoli di risparmio). L’ammontare complessivo erogato è di 3,42 miliardi di euro e il payout ratio di quest’anno sale all’80% degli utili. All’interno del comparto occorre segnalare Banca Generali che pagherà agli azionisti 1,25 euro per azione (+17% rispetto al 2017), con uno yield del 4,5%.

Ma se si parla di banche, non si può non fare riferimento a Unicredit. Nonostante l’istituto guidato da Jean Pierre Mustier non sia tra i più redditizi di quest’anno, occorre sottolineare che la politica di risanamento dei conti ha dato i suoi frutti. Nel 2017, anno del successo dell’aumento di capitale da 13 miliardi di euro, Piazza Gae Aulenti non ha pagato cedole, ma nel 2018 distribuirà un dividendo cash di 0,32 euro per azione (il rendimento è pari all’1,82%), corrispondente ad un monte dividendi di 0,7 miliardi di euro e a un payout del 20% sui profitti.

Il 2018 però potrebbe segnare il ritorno al dividendo anche per un altro pezzo da novanta: Telecom Italia. Nell’assemblea sul piano industriale del prossimo 6 marzo, in base alle indiscrezioni, la società potrebbe decidere di premiare i propri azionisti erogando una piccola quota di utile. In questo frangente occorre ricordare che l’ultimo dividendo pagato sulle azioni ordinarie risale al 2013 (0,02 euro per azione). Nella moda si mette in evidenza Luxottica che ha annunciato un dividendo pari a 1,01 euro per azione, in crescita del 10% rispetto al 2017.

Infine, fuori da Ftse Mib bisogna mettere in luce il dividendo di Dea Capital (0,12 euro per azione) pari a 31 milioni di euro complessivi, più di quattro volte l’utile realizzato nel 2017 (7,1 milioni) e di Hera. Il gruppo presieduto da Tomaso Tommasi di Vignano, lo scorso 10 gennaio, ha approvato il nuovo piano industriale nell’ambito del quale si prevede che il dividendo salirà a 9,5 centesimi per azione già a partire dalla competenza 2017 (in pagamento nel corrente esercizio) per poi aumentare a 10,0 centesimi nel 2018 e 2019 e arrivare fino ai 10,5 centesimi degli anni 2020 e 2021 (+17% rispetto all’ultimo pagamento del dividendo).

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