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Diversificare e allungare l’orizzonte temporale degli investimenti per mitigare la volatilità

Sappiamo tutti come sia semplice per gli investitori rimanere intrappolati nei trend del momento – sia che essi siano rappresentati da massimi di mercato, sia che si tratti di periodi di ribassi storici. E’ molto più difficile, invece, avere un orizzonte temporale di lungo periodo, soprattutto perché le decisioni di investimento sono spesso influenzate dall’emotività.

Ne è un esempio ciò che molti definiscono il “decennio perduto” degli investimenti nel mercato americano. Tale espressione si riferisce a quanti non hanno guadagnato praticamente nulla dagli investimenti nell’azionario statunitense nel periodo 2000 – 2009 in quanto l’economia ha vissuto due importanti recessioni ai due estremi del periodo. Da ottobre 2008 fino a settembre 2010, il rendimento a 10 anni dell’azionario americano era vicino o sotto lo 0% (come evidenziato dall’indice Russell 3000). Ciò ha lasciato l’amaro in bocca a molti investitori, ma è solo una parte della storia….

Diversi elementi, infatti, vanno presi in considerazione per analizzare tale periodo. Innanzitutto, essere diversificati ha realmente aiutato durante questo periodo. Da un punto di vista ipotetico, gli investitori che avessero diversificato su diverse asset class a livello globale (azioni US, azioni non-US, obbligazioni), avrebbero attualmente dei rendimenti a 10 anni positivi (su questo periodo).

Un portafoglio ipotetico investito al 40% sull’indice Russell 3000, al 20% sull’indice Russell Developed ex-U.S. Large Cap e per il restante 40% sull’indice Barclays Aggregate Bond avrebbe generato rendimenti a 10 anni che variano dal 3,3% a ottobre 2008, all’1,5% nel febbraio del 2009 per risalire al 3,7% a settembre 2010. Mentre la diversificazione non costituisce una garanzia rispetto alle perdite, certamente aiuta gli investitori a proteggersi da una sovraesposizione su una singola asset class.

In secondo luogo, il passaggio da rendimenti negativi a positivi è stato rapido. Il rendimento a 10 anni era al 4,1% a marzo 2011 – mentre 6 mesi prima, a settembre 2010, il dato si aggirava sullo 0,1%. Quando con il mutare dello scenario sono arrivati periodi migliori sui mercati, le paure degli investitori si sono affievolite e i rendimenti sono diminuiti.

Il “decennio perduto” potrebbe esser sembrato insormontabile in quel periodo – ma molti investitori stanno investendo per il lungo periodo, non per i prossimi 9 anni. Come è possibile, quindi, aiutare i risparmiatori ad allungare la loro view per allinearla con il loro orizzonte di investimento?

Risulta evidente, fin dal primo sguardo, l’ampia differenza di rendimenti all’interno delle singole asset class, soprattutto su periodi molto brevi. Se prendiamo, ad esempio, le azioni non-US registriamo rendimenti che variano dal +99% al -50% su un periodo di un anno. Al contrario, i range di rendimento si fanno più sottili all’aumentare dell’orizzonte temporale e se si considera un portafoglio diversificato tra azioni e obbligazioni (40% azioni americane, 20% azioni non americane, 40% obbligazioni). Storicamente, quindi, un portafoglio diversificato ha aiutato a mitigare l’impatto della volatilità sul lungo periodo. 

Si dice che “il tempo guarisce ogni ferita”. E’ utile ricordare anche ai risparmiatori che gli investitori hanno superato periodi di mercato difficili più e più volte nel tempo. Mantenendo una prospettiva di lungo termine e considerando i benefici di una reale diversificazione di portafoglio, è possibile non farsi sopraffare dalle mode del momento in modo da superare i movimenti di breve termine. Un portafoglio multi-asset diversificato su molteplici classi di attivo, strategie di investimento e fonti di rendimento può aiutare, quindi, gli investitori ad affrontare più facilmente le oscillazioni dei mercati e a raggiungere obiettivi finanziari di lungo periodo.

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