Vola il made in Piemonte nel mondo. Secondo il periodico Monitor dei distretti industriali curato da Intesa Sanpaolo, l’andamento delle esportazioni dei distretti industriali piemontesi nel secondo trimestre 2019 è stato positivo: i traffici esteri sono aumentati di 199 milioni di euro, corrispondenti ad un incremento del 7,4%. I distretti piemontesi si sono distinti facendo meglio sia dei distretti italiani (in crescita del 2,8%), sia del manifatturiero piemontese (in calo dell’1,6%, penalizzato dagli arretramenti dell’automotive) e hanno raggiunto il massimo storico di export (2,9 miliardi di euro) e di saldo commerciale (1,9 miliardi di euro) per il trimestre. I dati relativi al secondo trimestre 2019, insieme ai risultati brillanti del primo trimestre hanno permesso ai distretti piemontesi di chiudere i primi sei mesi dell’anno con un risultato eccezionale: tutti i distretti industriali piemontesi hanno conseguito una crescita delle esportazioni, di cui sei con un tasso di crescita a doppia cifra.
La crescita dell’export nel primo semestre 2019 è stata del 7,9%. In riferimento, invece al solo secondo trimestre 2019 sono 9 su 12 i distretti in crescita. Il distretto Orafo di Valenza, con un incremento in valore delle esportazioni di 107 milioni di euro (+20%), ha fornito il contributo maggiore alla crescita dei distretti piemontesi nel secondo trimestre 2019. Dopo un primo trimestre di calo, infatti, l’export del distretto è ripartito riportando Valenza al primo posto tra i distretti orafi italiani. Nonostante il significativo apporto di Valenza, la crescita delle esportazioni piemontesi non può essere attribuita completamente a questo distretto. Infatti, anche escludendo Valenza, i distretti industriali piemontesi avrebbero registrato una crescita nel secondo trimestre 2019 del 4,3%. Tutti in crescita sui mercati stranieri i distretti del food & beverage: Nocciola e frutta piemontese (+29,5%), Vini delle Langhe, Roero e Monferrato (+13,3%), Dolci di Alba e Cuneo (+10,7%), Riso di Vercelli (+7%) e Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+3,7%).
Meno brillanti invece i distretti della meccanica: Macchine utensili e robot industriali di Torino (-5,5%), Macchine tessili di Biella (-2,7%), Rubinetteria e valvolame di Cusio-Valsesia (+1,7%). Fanno eccezione i Frigoriferi industriali di Casale Monferrato, che grazie all’incremento dei traffici verso Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera sono riusciti a chiudere il trimestre con una crescita dell’export pari al 13,6%. In calo l’export dei Casalinghi di Omegna (-4,1%). Sostanzialmente stabile invece il sistema moda, rappresentato dal Tessile di Biella che ha visto le esportazioni riconfermarsi a quota 558 milioni di euro. Bene le esportazioni sia verso i tradizionali mercati di sbocco (+7,9% la variazione tendenziale nel secondo trimestre del 2019), sia verso i nuovi mercati (+6,2%). Sono cresciute di più le esportazioni verso i mercati più lontani (+13,1%), meno quelle verso gli sbocchi commerciali più vicini (+5,5%).
In particolare, i risultati sono stati ottimi in: Francia, Stati Uniti, Hong Kong, Giappone, Germania, Spagna, Austria, Lettonia e Croazia. In arretramento, invece, vi sono Svizzera (in fisiologico rallentamento dopo i balzi degli anni scorsi), Regno Unito, Cina, Australia e Polonia. Il quadro relativo all’ultima parte del 2019 è incerto a causa del rallentamento dell’economia tedesca e delle molteplici tensioni presenti sui mercati internazionali. Dal prossimo 18 ottobre gli Stati Uniti imporranno dazi tra il 10% e il 25% su circa 7,5 miliardi di importazioni dall’UE, colpendo le importazioni di aerei civili e diversi prodotti agro-alimentari. Gli Stati Uniti rappresentano il quarto mercato per importanza per i distretti industriali piemontesi, con un peso dell’8,8% sulle esportazioni totali del 2018. Rispetto alla lista di prodotti soggetti a nuovi dazi attualmente diffusa, il distretto piemontese maggiormente interessato dal provvedimento sarà quello dei Vini delle Langhe, Roero e Monferrato, per il quale attualmente gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato, con una quota del 20,4%.
Il rischio di un rialzo dei dazi USA sulle importazioni di auto e componenti, invece, è rinviato a novembre e potrebbe avere importanti ripercussioni anche sulla filiera automotive italiana e piemontese. Contestualmente, permane il clima di tensione tra Stati Uniti e Cina, nonostante la ripresa delle trattative. Anche il rischio di una no-deal exit del Regno Unito è alto. Negli ultimi giorni si sono, inoltre, ulteriormente intensificate le tensioni in Medio Oriente. A questi rischi si aggiungono le proteste antigovernative e i disordini ad Hong Kong e le tensioni tra Giappone e Corea del Sud. In un contesto che è divenuto volatile e non più di crescita diffusa, il rischio è che l’andamento dell’export dei distretti piemontesi possa polarizzarsi tra distretti in grado di cogliere il cambiamento e le opportunità di crescita che potranno emergere in alcune aree del mondo e altri che non saranno in grado di agire rapidamente e rimarranno ingabbiati nelle eventuali chiusure e/o tensioni dei loro principali mercati di sbocco.