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Distretti lombardi: l’export scende ma 9 sono in controtendenza

Un segnale negativo per la Lombardia anche dall’export dei distretti industriali – In forte crescita, nei primi 9 mesi di quest’anno, solo le realtà dell’agroalimentare: vini, caseario e salumi.

Distretti lombardi: l’export scende ma 9 sono in controtendenza

Segnali negativi per il tessuto produttivo della Lombardia, in particolare per le esportazioni dei distretti industriali della regione che è la locomotiva italiana: stando ai dati elaborati dal Monitor di Intesa Sanpaolo, l’export delle filiere tradizionali lombarde mostra ancora segnali di contrazione e nel periodo aprile-giugno 2019 registra una variazione tendenziale del -3,3% a valori correnti, quantificabile in circa 262 milioni di euro di export in meno rispetto al secondo trimestre 2018. Il risultato si aggiunge a quello già negativo del primo trimestre con un ritardo pari al -2,4% nel complesso del semestre e un risultato che è inferiore alla media distrettuale nazionale (+2,8%).

La performance lombarda rientra in un quadro di generale rallentamento dell’economia e del commercio mondiale. Inoltre, va segnalato come il confronto avvenga con un 2018 che per i distretti lombardi era stato particolarmente brillante nella sua apertura. I mercati maturi, che fino al primo trimestre 2019 mostravano valori tendenziali positivi di export, tra aprile e giugno 2019 interrompono questo trend (-2,0%; -0,6% nel complesso del primo semestre).

Si conferma un ritardo delle esportazioni dei principali paesi maturi vicini (Germania -7,3% rispetto al secondo trimestre 2018 e -4,8% rispetto al primo semestre 2018; Francia -1,9% rispetto al secondo trimestre 2018 e -2,0% rispetto al primo semestre 2018; Svizzera -10,4%, -6,3% su base semestrale), non compensato dalle performance positive degli Stati Uniti (+7,2% a valori tendenziali rispetto al primo trimestre 2018; +8,0% nel complesso del primo semestre), del Canada (+25,6% a valori tendenziali rispetto al primo trimestre 2018; +30,3% nel complesso del primo semestre) e del Giappone (+17,8%, +8,0% su base semestrale).

Ancora una flessione nei mercati emergenti nel trimestre aprile-giugno (-5,3%, dato percentuale analogo a quello del complessivo primo semestre, dove la sola Turchia registra -94 milioni). Il risultato negativo è stato condizionato anche dall’andamento dell’export verso Cina (-8,9%, -8,2% su base semestrale), Polonia (-9,5%, -9,0% su base semestrale), e Brasile (-20,8%, -9,0% su base semestrale), non compensato dal buon andamento in Corea (+60,6%, +44,8% su base semestrale) e Russia (+8,8%, +1,6% su base semestrale). L’analisi eseguita per singoli distretti vede nove realtà (su ventitré monitorate) con esportazioni in crescita nel secondo trimestre 2019 coerentemente con le performance registrate a fine 2018 e inizio 2019.

Tra i distretti in crescita emergono tre realtà dell’agroalimentare: i Vini e distillati del bresciano (+10,2% nel secondo trimestre del 2019), il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale (+6,0%) e le Carni e i salumi di Cremona e Mantova (+4,8%). Positivo anche l’export di tre distretti metalmeccanici: la Meccanica strumentale di Milano e Monza (+4,0%), la Meccanica strumentale di Varese (+1,5%), la Metalmeccanica del basso mantovano (+1,2%). Export in crescita anche per il distretto del Legno di Casalasco-Viadanese (+3,3%). A questi si aggiungono le Calzature di Vigevano (+3,5%) e il Tessile e abbigliamento della Val Seriana (+2,2%).

Gli altri distretti della regione, in apertura del 2019, appaiono più in difficoltà. Tra questi, il Legno e arredamento della Brianza (-1,0% la variazione tendenziale nel secondo trimestre) e all’interno del settore della moda il Seta-tessile di Como (-5,4%), l’Abbigliamento-tessile gallaratese (-6,7%), la Calzetteria di Castel Goffredo (-10,2%). In alcuni distretti della filiera metalmeccanica e dell’automotive pesa il rallentamento dell’economia tedesca, che rappresenta il principale mercato di sbocco. Tra i distretti più sfavorevolmente coinvolti spiccano la Gomma del Sebino Bergamasco (-9,7%), la Metalmeccanica di Lecco (-7,0%), i Metalli di Brescia (-8,3%) e la Meccanica strumentale di Bergamo (-14%).

A seguire gli articoli in gomma e materie plastiche di Varese (-2,0%), i Rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane (-3,6%) e la meccanica strumentale del bresciano (-4,0%). Questi distretti risultano infatti molto orientati alle vendite verso il mercato tedesco e hanno chiuso il secondo trimestre 2019, così come anche il semestre, in negativo, non riuscendo a bilanciare le minori vendite verso la Germania, con quelle verso altri mercati di sbocco. Chiudono poi in calo anche i distretti del Riso di Pavia (-2,9%) e delle macchine per la lavorazione e la produzione di calzature di Vigevano (-16,1%).

È molto incerto il quadro relativo alla seconda parte dell’anno visto che le tensioni presenti sui mercati internazionali restano altissime. In un contesto che è divenuto volatile e non più di crescita diffusa, è assai probabile che l’andamento dell’export italiano e lombardo continui a presentare una notevole dispersione di risultati. Per le imprese distrettuali sarà fondamentale riuscire a cambiare rapidamente il loro raggio d’azione in funzione delle opportunità di crescita che potranno emergere nelle varie aree del mondo e di eventuali chiusure e/o tensioni presenti di volta in volta nei vari sbocchi commerciali.

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