Nel secondo trimestre 2017 l’export dei 147 distretti industriali italiani mappati da Intesa Sanpaolo ha mantenuto un buon profilo di crescita, registrando un aumento a prezzi correnti pari al 4,3% sul secondo trimestre 2016. I livelli delle esportazioni e del saldo commerciale hanno toccato nuovi record, salendo rispettivamente a quota 25,2 e 16,8 miliardi di euro. I distretti si confermano centrali nel panorama produttivo italiano e da soli rappresentano quasi il 70% dell’avanzo commerciale dell’intera industria manifatturiera.
La crescita ha riguardato gran parte dei settori ad alta intensità distrettuale e ha interessato 94 dei 147 distretti monitorati, un numero storicamente elevato. Per intensità di crescita spiccano nuovamente i distretti della filiera metalmeccanica (+5,6% la variazione tendenziale), spinti anche dalla ripresa dei prezzi alla produzione che ha interessato soprattutto le fasi più a monte del processo produttivo. Sono stati particolarmente brillanti i Metalli di Brescia, la Metalmeccanica di Lecco, la Meccanica strumentale di Vicenza e la Metalmeccanica del Basso mantovano. Ancora una volta i distretti italiani della metalmeccanica hanno conseguito risultati migliori rispetto ai competitor tedeschi. Si tratta di un risultato rilevante per un settore che sta beneficiando anche della spinta della domanda del mercato interno, rivitalizzata, dopo anni difficili, dal piano Industria 4.0.
Segnali di accelerazione hanno interessato i distretti che producono beni di consumo del sistema moda (+6,7% la variazione tendenziale). Si sono messi in evidenza l’Oreficeria di Valenza, la Pelletteria e le calzature di Firenze, la Pelletteria e le calzature di Arezzo e l’Abbigliamento di Empoli. Spicca, in particolare, Valenza, di gran lunga il migliore distretto nel secondo trimestre 2017: le sue esportazioni sono salite a 660 milioni di euro, 220 milioni in più rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto al balzo dei flussi verso la Francia (+176 milioni) che può essere ricondotto all’avvio della produzione nello stabilimento di Bulgari, parte del gruppo francese LVMH.
Più lento il passo delle altre filiere distrettuali: tassi di crescita intorno al 2,5% hanno interessato le aree distrettuali specializzate nell’agro-alimentare e nell’industria del mobile; appena positivo l’aumento dei flussi dei distretti che producono beni intermedi per la moda e prodotti e materiali da costruzione.
Nel settore agro-alimentare il quadro è variegato: si segnala la ripresa della filiera lattiero-casearia, mentre continuano a dare risultati positivi i vini, le carni e i salumi e la filiera agricola. Risultano però in flessione, dopo un periodo di crescita, le vendite all’estero della filiera della pasta e dei dolci. Le vendite dei settori appartenenti alla filiera delle conserve mantengono il trend negativo. Infine, continuano a soffrire la difficile annata agricola 2016 i distretti specializzati nella produzione di olio di oliva.
Piemonte, Toscana, Lombardia e Veneto guidano la classifica regionale per aumento in valore assoluto delle esportazioni distrettuali. Per intensità di crescita si sono messi in evidenza anche i distretti pugliesi e, soprattutto, abruzzesi, nuovamente brillanti dopo anni di forte crisi. Più in difficoltà le Marche, i cui distretti presentano cali diffusi e molto probabilmente stanno ancora risentendo del terremoto che ha colpito questi territori lo scorso agosto. Particolarmente intense le perdite subite dal polo delle Cappe aspiranti e degli elettrodomestici di Fabriano, penalizzato dalla ristrutturazione in atto.
Il buon momento attraversato dalle aree distrettuali si spiega con una ripresa diffusa delle esportazioni, ad eccezione dei flussi diretti in alcuni paesi del Medio Oriente, frenati da quotazioni relativamente basse delle materie prime energetiche. In particolare, sono tornate a essere trainanti alcune importanti mete commerciali: tra i mercati tradizionali la Francia, la Svizzera, la Germania e gli Stati Uniti; tra i nuovi mercati la Cina e la Russia. Complessivamente l’export dei distretti italiani verso questi paesi è salito di 850 milioni di euro, più dell’80% dell’aumento totale. Sono poi ripartite le esportazioni verso il Brasile, grazie al traino della Meccanica strumentale di Bergamo e del Bresciano.
L’alta competitività del tessuto produttivo italiano sui mercati esteri è evidente, oltreché dalla dinamica positiva dei distretti industriali, dall’andamento delle esportazioni dei poli ad alta tecnologia: nel secondo trimestre 2017 i 22 poli tecnologici italiani mappati da Intesa Sanpaolo hanno infatti registrato una crescita tendenziale a doppia cifra (+13,9%), trainati dal biomedicale (+12%) e dalla farmaceutica (+24%). In particolare si sono messi in evidenza il polo biomedicale di Padova e i poli farmaceutici lombardo e toscano.
Nell’ultima parte del 2017, l’export dei distretti industriali e dei poli tecnologici potrà continuare a crescere a tassi sostenuti, in presenza di condizioni di domanda che resteranno favorevoli in gran parte dei principali mercati di sbocco. Unica eccezione è rappresentata dai paesi del Medio-Oriente. Diverse economie mondiali nel 2017 mostrano segnali di accelerazione, a partire dall’area euro che ancora assorbe il 40% delle esportazioni distrettuali. Russia e America Latina, dopo alcuni anni difficili, sono poi tornate a crescere. La Cina è poi attesa registrare un aumento del PIL poco sotto il 7% anche quest’anno. Il recente rafforzamento dell’euro, salito a 1,2 dollari per euro, rappresenta solo un parziale freno alla dinamica delle esportazioni distrettuali. Nel corso degli ultimi anni, infatti, le imprese distrettuali italiane hanno imparato a competere con successo sui mercati mondiali, in presenza di condizioni di cambio ben più penalizzanti.
Il 2017 sarà un anno positivo anche per i distretti più orientati al mercato interno e, soprattutto, per le filiere attivate dai beni di investimento. La disponibilità di buone condizioni di finanziamento e il piano Industria 4.0 stanno, infatti, sostenendo i piani di investimento delle imprese italiane, con un impatto significativo sul portafoglio ordini delle imprese italiane della metalmeccanica.
Allegati: Monitor Distretti novembre 2017