Non ci voleva molto, considerando che l’anno scorso è stato penalizzato dalla pandemia, ma nel primo trimestre del 2021 l’export dei distretti industriali italiani è tornato a crescere in maniera sostenuta, migliorando del 6% il dato dello stesso periodo del 2020. Sono andati molto bene quasi tutti i settori, a parte il sistema moda che è stato tra i più colpiti dalla crisi e che in parte continua a soffrire: la concia e il tessile perdono il 25%, ma in compenso recuperano i distretti specializzati in beni di consumo (Abbigliamento, Pelletteria, Calzature e Oreficeria), con un incoraggiante +5,2%. Cresce meno chi era andato bene anche nella fase dei lockdown, come l’alimentare che migliora le sue esportazioni dell’1,9%. Per chi invece si era dovuto fermare o aveva dovuto rallentare, l’inizio del 2021 è stato un vero boom: Elettrodomestici (+29,8%), Metallurgia (+23,9%), Mobili (+15,1%), Meccanica (+7%) e Prodotti in metallo (+6,9%).
I dati emergono dal consueto Monitor sui distretti industriali confezionato dal centro studi di Intesa Sanpaolo e aggiornato a giugno. I buoni risultati conseguiti nei primi tre mesi del 2021 hanno consentito ai distretti di avvicinare i livelli di export pre-pandemici: il ritardo rispetto allo stesso trimestre del 2019 è pari al -2,8%, ma 77 distretti hanno già interamente recuperato quanto perso nel 2020, grazie al traino del Nord Est e di alcune filiere settoriali. Tra i distretti che hanno recuperato prima e meglio vanno segnalati il Sistema casa, l’Agroalimentare (con l’exploit del florovivaistico di Pistoia, +40%) e la Metalmeccanica, con la Termomeccanica di Padova, la Meccatronica dell’Alto Adige, la Metalmeccanica del basso mantovano, le Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena e la Meccanica strumentale di Bergamo che hanno fatto meglio dell’analogo periodo del 2019, persino.
A livello territoriale, la reazione si è concentrata soprattutto al Centro-Nord, e dovendo proprio scegliere una regione, la migliore è stata la Toscana col +13,6: si sono messi in evidenza la Pelletteria e le calzature di Firenze, l’Oreficeria di Arezzo, l’Abbigliamento di Empoli. Bene comunque anche i distretti del Nord Est (+6%) e del Nord Ovest (+5,1%). Per quanto riguarda i mercati di destinazione, la notizia più bella è il grande ritorno della Cina (+51%) dopo tutte le complicazioni commerciali dovute alla pandemia. La novità è invece la Corea col +36,5%, poi le conferme positive di Francia (dove l’export è salito del +11,8%), Germania (+6,8%) e Svizzera (+8,8%).