Grande e storica affermazione per Gran Riserva 27 Years Nonino: è il 1° distillato italiano ad aver ricevuto 100 punti allo Spirit Trophy di Falstaff rivista leader nel settore enogastronomico-turistico nei paesi di lingua tedesca. Nella storia della competition solo altri due distillati hanno raggiunto il massimo dei voti: il Rum Appleton Estate Aged 30 Years e il Cognac Remy Martin Louis XIII.
Messa all’invecchiamento il 9 agosto 1989 nella barrique di Rovere Nevers n. 410 nella cantina Nonino n. 5 sotto sigillo e controllo dell’agenzia delle dogane e dei Monopoli di Stato, la Gran Riserva Nonino è stata prelevata il 17 marzo 2017, ottenendo 505 ampolle da 700 ml. Così la descrivono Othmar Kiem e Simon Staffler gli esperti di Falstaff: “Colore ambra brillante, molto intenso con riflessi d’oro. Al naso leggero sentore di legno di cedro fragrante leggermente balsamico che inizialmente ricorda gli agrumi essiccati e i fichi secchi, i datteri, il tabacco e un accenno di cioccolato bianco. Intensa al palato è estremamente complessa e avvolgente, di grande finezza ed elegante sapidità, molto persistente”.
Nel concorso c’erano oltre 770 bottiglie provenienti da tutto il mondo e degustate dagli esperti di Falstaf. La Nonino fin dal 1952 ha fatto dell’invecchiamento naturale e sotto sigillo dei suoi distillati, filosofia fondante del suo metodo di produzione. Questo significa che l’invecchiamento delle sue acqueviti avviene sotto il controllo dell’agenzia dei Monopoli e delle dogane senza l’aggiunta di caramello o coloranti per scurirne artificialmente il colore. I distillati invecchiati Nonino esprimono chiaramente in etichetta il tempo di invecchiamento, utilizzando la terminologia prevista dalla normativa in materia e vincolante legalmente.
Nel 2020 il il Wine Star Awards di Wine Enthusiast, prima azienda italiana
L’importante riconoscimento dello «Spirit Trophy» della rivista Falstaff segue un altro importante trofeo per la famiglia Nonino: Il 27 gennaio 2020, nella cornice del prestigioso Palace of Fine Arts di San Francisco la Nonino Distillatori era stata il primo brand di grappa e la prima distilleria italiana ad essere stata premiata con il più importante riconoscimento del settore Wines&Spirit: il Wine Star Awards di Wine Enthusiast.
La motivazione fu un omaggio al Made in Italy. Nel premio ritirato da Giannola Nonino sul palco del Palace of Fine Arts di San Francisco, infatti, si sottolineava come “la visione rivoluzionaria” dell’azienda che ha portato alla “capacità di ridisegnare un distillato tradizionale per l’era moderna […] rappresenta the Best of Made in Italy. Un continuo impegno verso l’eccellenza basato sulla ricerca dell’innovazione, nel rispetto della cultura e dell’identità del territorio”.
E qualità, innovazione e ricerca, sono state le parole d’ordi9ne che hanno ispirato la crescita della Nonino in oltre cento anni di vita dai tempi di Orazio Nonino, il capostipite, al quale sono succeduti Luigi, Antonio, Benito con Giannola, Cristina, Antonella, Elisabetta e Francesca Nonino.
Gli inizi: il 1897, dall’alambicco itinerante alla distilleria di Ronchi di Percoto
È il 1897 l’anno in cui Orazio Nonino stabilisce ai Ronchi di Percoto la sede della propria distilleria, esistita fino ad allora solamente sotto forma di alambicco itinerante, montato su ruote. Ne 1928 Antonio, figlio di Vigi, padre di Benito, sposa Silvia Milocco, che sarà la prima grappaiola d’Italia. La distilleria si trasferisce da Ronchi a Percoto. Cinque anni dopo Antonio Nonino in conformità alla legge del 27.11.1933 Regio Decreto N.1604 art.1, che obbliga l’imbottigliamento e il confezionamento della grappa in bottiglie con regolare etichetta e sigillo di Stato, crea l’etichetta riproducente il “fogolar furlan”, grande camino, sempre acceso, centro dell’antica casa friulana attorno al quale la famiglia si raccoglieva per lavorare, chiacchierare e bere un buon “bussul” di Grappa. Il 1933 è anche l’anno in cui Antonio Nonino, terza generazione della famiglia di distillatori, grazie a un’antica conoscenza custodita da generazioni, avvia la produzione di liquori Nonino. Crea Amaro Carnia, un infuso di erbe delle montagne friulane, usando la grappa da lui distillata come base alcolica.
Nel 1940 Silvia Nonino – moglie di Antonio e cuoca d’eccellenza -rimasta vedova diventa la prima donna a capo di una distilleria, la sua grande conoscenza delle botaniche la porta a creare “Aperitivo Bianco Nonino”, bevanda per il piacere del palato e dell’animo. É la prima volta che in distilleria si sperimenta il tocco femminile nell’arte liquoristica e della distillazione. Silvia sarà la prima di una lunga serie di donne Nonino distillatrici. Sempre Silvia Nonino – moglie di Antonio e cuoca d’eccellenza -rimasta vedova diventa la prima donna a capo di una distilleria e decide di arricchire la ricetta dell’Amaro Carnia, con botaniche molto selezionate, per donare all’amaro maggiore personalità. Nasce l’Amaro del Friuli.
Arrivano in tempi più recenti nel 1962 Benito sposa Giannola Bulfoni: ha inizio la ricerca e la lotta appassionata per portare la Grappa da cenerentola ad Acquavite nobile. Dal loro matrimonio nasceranno Cristina, Antonella ed Elisabetta. Nel 1967 i Nonino presentano “Acquavite Optima”, ottenuta dalla distillazione delle vinacce di aziende vinicole scelte perché più prestigiose: in etichetta l’indicazione dell’annata, i quintali distillati, i litri ottenuti ed il numero della bottiglia. Era il primo di una serie di esperimenti che avrebbero condotto alla realizzazione delle “Monovitigno®”.
Il 1° dicembre del 1973 è una data storica:
Inizia la nuova era della grappa
A Percoto inizia la nuova era della Grappa. Benito e Giannola, nel rispetto della tradizione, rivoluzionano il sistema di produrre e presentare la Grappa in Italia e nel mondo. Creano la Grappa di singolo vitigno, il Monovitigno® Nonino, distillando separatamente le vinacce dell’uva Picolit cui segue l’anno successivo la seconda distillazione della Grappa Monovitigno® Picolit, prima distillazione della Grappa Monovitigno® Ribolla. Su questa scia innovativa, ricercando gli antichi vitigni autoctoni friulani, per distillarne le vinacce, i Nonino scoprono che i più rappresentativi, Schioppettino, Pignolo e Tazzelenghe, sono in via di estinzione, essendone vietata la coltivazione. Ad essi si aggiunge la Ribolla gialla. Con lo scopo di stimolare, premiare e far ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani dagli organi nazionali e comunitari, e preservare così la biodiversità del territorio, istituiscono il Premio Nonino Risit d’Aur (Barbatella d’Oro) da assegnare annualmente al vignaiolo che abbia posto a dimora il miglior impianto di uno o più di questi vitigni e una borsa di studio, da assegnare annualmente al miglior studio di carattere sia tecnico sia storico, relativo ai suddetti vitigni.
La Giuria è composta da Luigi Veronelli, Orfeo Salvador (Presidente Centro Regionale per la viticoltura e l’enologia del Friuli-Venezia Giulia), Antonio Calò (Direttore istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano), Ruggero Forti (Presidente nazionale e regionale vivaisti), Amelio Tubaro (Direttore della produzione agricola assessorato all’agricoltura) ed Ennio Nussi (Direttore Centro Regionale per la viticoltura e l’enologia del Friuli-Venezia Giulia).
Nel 1976 Giannola Nonino avvia quindi l’iter burocratico per la richiesta di riconoscimento di tali vitigni inviando: lettera ufficiale al centro Regionale per la viticoltura del Friuli-Venezia Giulia al presidente Orfeo Salvador e stimolando l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano il cui direttore era infatti entrato nella Giuria del Premio. E il 14 giugno del 1977 con D.M. 14.06.1977, i vitigni autoctoni friulani prima vietati vengono autorizzati e nel 1983 il Premio Nonino Risit d’Aur ottiene il regolamento CEE n. 382 con il quale i vitigni autorizzati nel 1977 diventano addirittura raccomandati, oggi fiori all’occhiello della viticoltura friulana.
Una nuova svolta si registra nel 1984: i Nonino distillano l’uva intera e creano l’Acquavite d’Uva ÙE® Picolit. L’autorizzazione ministeriale alla produzione dell’Acquavite d’Uva (D.M. 20 ottobre 1984 g.u. n. 318 del 19 Novembre 1984) è concessa su specifica richiesta dei Nonino.
E la storia continua.