Oggi sbarca in Italia la nuova piattaforma di intrattenimento Disney+ : una corazzata che si porta al seguito innumerevoli titoli storici e classici del cinema di animazione insieme ad un bagaglio di marchi come Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic ai quali si aggiunge il catalogo Fox e la fortunata serie dei Simpson. Si tratta di un nuovo formidabile concorrente per tutto il mondo dell’audiovisivo nazionale già affollato dai vari Netflix e Amazon Video. L’ offerta è estremamente variegata e Il mercato sembra dire che c’è spazio per tutti ancora più proprio in questo momento quando, per drammatica coincidenza determinato dalla grave crisi sanitaria in corso, costringe a stare più in casa e di beneficiare di maggiori quantità di audiovisivi in tutte le forme e con ogni piattaforma. La nuova offerta Disney sia per le caratteristiche dei prodotti editoriali che è in grado offrire, sia per il costo di accesso molto vantaggioso (per il primo anno a 59 euro,con possibilità di avere sottotitoli personalizzabili, vedere i programmi in sei lingue – inglese, francese, spagnolo, tedesco, italiano e olandese – e download illimitati) potrebbe modificare non poco gli equilibri di mercato. Per il momento, non si registrano particolari reazioni da parte degli altri diretti concorrenti ma non ci sono dubbi che per quanto la torta possa essere grande, la fetta che spetta ad ognuno potrebbe ridursi.
A proposito di mercato degli audiovisivi nazionali, importante osservare che TimVision ha raggiunto un accordo pluriennale con Disney+ che gli consente di diventare “la piattaforma più completa del mercato dei contenuti in Italia, consolidandone la strategia di principale aggregatore di contenuti premium del panorama televisivo italiano, in un contesto in cui la convergenza tra telecomunicazioni e contenuti giocherà sempre di più un ruolo chiave nel futuro del Gruppo, grazie allo sviluppo della banda ultralarga e del 5G” come ha dichiarato recentemente Luigi Gubitosi, Amministratore Delegato di Tim. Dunque, guerra aperta tra operatori broadcast e broadband che si giocherà prevalentemente nell’arena dei contenuti e rischia di vincere chi sarà in grado di offrire “di tutto di più” come una volta si diceva per l’operatore pubblico, la Rai. Il passaggio tra televisione lineare e non lineare molto sottile e per i broadcasters tradizionali sarà molto difficile sostenere la concorrenza. La posta in gioco non sono più gli “ascolti” o lo share quanto più invece il tempo che ognuno dedica nel corso della giornata di fronte ad uno schermo, grande o piccolo che sia.
Proprio a causa della crisi sanitaria, la “platea” della televisione, sia in digitale terrestre che via satellite, nelle ultime settimane è aumentata vertiginosamente in ogni fascia oraria e nelle diverse categorie anagrafiche. Allo stesso tempo è aumentato il consumo di prodotti on demand fruiti in modalità non lineare attraverso la più vasta gamma di device: cellulari, tablet e Pc. In questo ambito il traffico di dati sulla rete Internet è aumentato a tal punto da dover richiedere un intervento del Commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton agli operatori OTT per ridurre il bit rate, cioè la velocità di trasmissione (di conseguenza, la qualità dei video) di circa il 25%.
Per i “telespettatori” quindi il problema è come districarsi in un mondo complesso e ricco di offerte di ogni tipo per mettersi in grado di poter confezionare un palinsesto “personalizzato” a seconda dei propri gusti e preferenze. Nel precedente articolo ci siamo occupati della fascia più debole del pubblico, i bambini(https://www.firstonline.info/cinema-e-tv-al-tempo-del-coronavirus-i-bambini/ ). Questa volta ci occupiamo degli adulti ai quali proponiamo, a partire dai prossimi giorni, un percorso di “esplorazione” attraverso i diversi generi e le molteplici possibilità di accedere al più vasto patrimonio di titoli cinematografici e televisivi, sia in modo gratuito che a pagamento.