Netflix avvisata, mezza salvata. Disney annuncia una rivoluzione interna al gruppo e decide di puntare tutto sullo streaming. La pandemia di coronavirus ha colpito duramente il gruppo di Topolino, costretto a tagliare 28mila posti di lavoro negli Stati Uniti tra parchi divertimento, eventi e merchandising. C’è però un business che, a dispetto delle difficoltà, ha continuato a crescere. Si tratta di Disney+, la piattaforma di contenuti in streaming di film, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento che, complice la chiusura dei cinema, è arrivata ormai a quota 60,5 milioni di abbonati in tutto il mondo. In meno di un anno di vita (il servizio è stato lanciato il 12 novembre del 2019), Disney+ ha centrato il target previsto per il 2024, piazzandosi al terzo posto per numero di utenti, dopo Netflix (193 milioni di abbonati) e Amazon Prime (150 milioni). Ed è proprio sulla divisione media e intrattenimento che il colosso americano intende puntare per rialzare la testa e superare la crisi causata dalla pandemia.
“C’è una trasformazione drastica incorso sul mercato e si può guidarlo o esserne guidati, noi scegliamo di guidarla”, ha detto Bob Chapek, nuovo Ceo di Disney, riferendosi alle nuove abitudini dei consumatori online.
La società ha messo all’interno di un’unica divisione, chiamata Media and Distribution, le sue reti tv, il suo studios e le attività dirette ai consumatori. A guidare la divisione sarà Kareem Daniel, manager di lungo corso della società e braccio destro dell’Ad.
“I nostri team creativi si concentreranno su ciò che sanno fare meglio, ovvero creare contenuti di livello mondiale, basati su franchising, mentre il nostro team di distribuzione globale recentemente centralizzato si concentrerà sulla distribuzione e sulla monetizzazione di tali contenuti nel modo più ottimale su tutte le piattaforme, tra cui Disney +, Hulu, ESPN + e il prossimo servizio di streaming internazionale Star”, fa sapere la società.
Chapek ha ammesso anche che la riorganizzazione potrebbe comportare un’ulteriore riduzione del personale, ma probabilmente non della stessa portata di quella che ha interessato la divisione parchi, che il mese scorso ha licenziato circa 28.000 lavoratori dopo che non è stato più possibile riaprire Disneyland in California.
Il nuovo focus sullo streaming deciso da Disney sembra piacere al mercato, con il titolo che dopo l’annuncio, ha guadagnato il 3,2% del suo valore.