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Disastro Puglia, Cantone: “Colpa anche della corruzione”

Il disastro ferroviario in Puglia “rivela purtroppo un oggettivo collegamento con la corruzione”. A lanciare l’accusa è il presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, che giovedì mattina nella Sala Koch del Senato ha presentato il rapporto sull’attività svolta dall’Anac nel 2015.

Secondo Cantone, l’incidente costato la vita a 23 persone “è frutto probabilmente di un errore umano, ma anche conseguenza di un problema atavico del nostro Paese nel mettere in campo infrastrutture adeguate ed una delle ragioni di ciò è da individuarsi nella corruzione”. Anche il procuratore di Trani, Francesco Giannella, ritiene che “parlare di un errore umano sia corretto, ma assolutamente riduttivo”.

La tratta della ferrovia regionale Nord Bari dove due giorni fa è avvenuto lo scontro frontale fra due treni che procedevano in direzione opposta è ancora a binario unico e non è automatizzata. La circolazione è affidata alle comunicazioni fra i capistazione e ciò spiega come un errore umano possa essere all’origine della strage.

I fondi per l’ammodernamento della tratta erano stati stanziati nel 2009 ed era previsto che i lavori fossero conclusi entro l’ottobre 2015, ma non sono mai iniziati. sostanzialmente per una serie di problemi burocratici.

“La realizzazione di alcune grandi infrastrutture – ha proseguito il numero uno dell’Anac, che vigila sugli appalti – ha confermato numerose criticità, quali le carenze nella progettazione e l’apposizione di numerose varianti e riserve. Anche a causa di lunghi e complessi contenziosi molte opere si sono arenate e non hanno ancora visto la luce”.

Tra queste, anche “rilevanti infrastrutture viarie pensate per lo sviluppo del Mezzogiorno”, come l’anello ferroviario di Palermo, che, “messo a bando nel giugno 2006, nell’ottobre 2015 registrava un avanzamento fisico pari al 3% dell’importo dei lavori”, oppure l’autostrada A14 Bologna-Taranto, “per la quale sono stati sottoscritti ben tre accordi transattivi”.

Inoltre, Cantone ha sottolineato che “diffuse anomalie sono state rilevate in relazione ad altre reti ferroviarie come l’Alta Velocità a Firenze e la Metro C di Roma. A dir poco paradossale è poi la vicenda della diga sul Fiume Melito: inserita nei programmi della ex Cassa del Mezzogiorno, con progetto approvato nel 1982, ad oggi non solo l’opera non ha ancora visto la luce, ma è addirittura in fase di rivisitazione lo stesso intervento”.

Eppure, per il Presidente dell’Anac iniziano a intravedersi anche i primi “anticorpi” all’interno del sistema, come testimonia “l’incremento considerevole delle segnalazioni nel 2015”.

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